Intervista a Detto Mariano

Pubblicato il 05/09/2016

Topic: Musica

Ciao Mariano, con questa intervista vorremmo ripercorrere un po' il tuo percorso artistico nelle tappe principali della tua carriera.

Cari ragazzi ho letto le domande, …ma questa non è la richiesta di un’intervista,… è la richiesta di una serie di libri sull’argomento… sembrano un po’ quelle richieste televisive tipo “…Ci dica brevemente come è iniziata e come è finita la seconda guerra mondiale!…”oppure “…Ma quando lei ha barbaramente ucciso la sua cara nipotina ci può dire in poche parole come ha fatto?”. Ognuna di queste domande avrebbe bisogno dello spazio di un libro per poter essere raccontata senza essere inutilmente superficiali…comunque, …cercherò di essere breve!

Quanto l'aver conosciuto Adriano Celentano al servizio di leva è stato determinante per la tua carriera musicale? Se non fosse accaduto che cosa sarebbe accaduto?

E’ stato vitale! Come nel celebre film “Sliding Doors”, nel giro di uno massimo due secondi, è totalmente cambiata la mia vita musicale. Per dirvi com’è successo e perché, dovrei avere lo spazio per scrivervi il mio “Primo libro di memorie”.
Per rispondere alla seconda parte della domanda invece, bisognerebbe rivolgersi direttamente al padreterno …oppure a Celentano …dato che lui è in contatto…

Ci racconti le esperienze di quel periodo, dal tuo trasferimento a Milano fino alla rottura con il Clan Celentano?

Mi trasferii a Milano subito dopo il servizio Militare (1961). Vissi un lungo periodo ospite a casa Celentano in Via Cesare Correnti 11, dove abitava con la mamma Sig.ra Giuditta, con suo fratello e manager Alessandro e la di lui moglie Ivonne.
La mia prima parte del rapporto col Clan finì nel 1967 con la mia scelta di non abbandonare il rapporto musicale con Don Backy come Celentano, capo indiscusso della casa discografica, mi aveva praticamente ordinato di fare.
In mezzo a queste due cose c’è spazio per il mio ”Secondo libro di memorie”!

La collaborazione con Don Backy come è nata?

Don Backy è un nome d’arte e quindi di fantasia. Io invece voglio chiamarlo Aldo Caponi e cioè col suo nome anagrafico per dare più concretezza alla mia risposta.
La collaborazione con Aldo Caponi è nata con un disco-provino di uno sconosciuto Kleiner Agaton che partecipava ad un concorso indetto dal Clan Celentano e che, il mio intervento diretto, ha convinto i massimi dirigenti (Adriano Celentano) ad accoglierlo nelle file dell’etichetta discografica.
Tu, però, mi hai solo chiesto come è cominciata ma non mi hai chiesto come è finita e hai fatto bene perché ci sarebbero voluti almeno altri tre voluminosi libri per raccontare la fine del peggior incontro avvenuto nell’intero corso della mia vita musicale!

Hai avuto la fortuna di collaborare con uno dei più grandi della musica italiana, Lucio Battisti. Quali sono i tuoi ricordi di quella esperienza?

Incominciò in un giorno del 1965 quando Mogol venne a trovarmi negli uffici del Clan accompagnato da uno sconosciuto ragazzo riccioluto con in mano una chitarra. Mi fecero ascoltare il brano “Per una lira” che io arrangiai per “I Ribelli”. Poi Mogol, suo produttore, mi chiamò per farmi arrangiare “Prigioniero del mondo” e “Balla Linda”, poi Mogol mi richiamò per “La mia canzone per Maria” per “Io vivrò” e per “Dieci ragazze” poi io mi rifiutati di arrangiargli “Un’avventura” che avevano deciso di mandare a Sanremo, poi, un mese dopo, Mogol e Battisti mi richiamarono per “Acqua azzurra, acqua chiara” e poi per “Mi ritorni in mente” e per “7 e 40” e poi per “Fiori rosa, fiori di pesco” e poi per “Insieme” cantato da Mina…
…ammappete che bella esperienza!

Altre collaborazioni dell'epoca sono state con Bobby Solo, Milva, l'Equipe 84, i Camaleonti, Al Bano e persino Edoardo Bennato. Lavoravi a contatto con gli artisti o a volte erano delle commissioni da parte della casa discografica senza particolari interazioni? Quali ti hanno dato più soddisfazione?

Erano tutte commissioni da parte delle case discografiche, che però, avevano il consenso degli artisti se no, con quei nomi, avrebbero tranquillamente potuto rifiutare le proposte delle case discografiche.
Per quanto riguarda le soddisfazioni, sono andato con tutti ai primi posti nelle classifiche di vendita e quindi li amo proprio tutti …compresi quelli brutti!

In che modo nel 1971 hai riallacciato i contatti con il Clan Celentano?

Forse volevi dire i contatti con Adriano Celentano! …Se volevi dire così vado avanti.
Certo, sì, sì, volevi dire proprio così. Bene …allora… dopo il suo litigio con Aldo Caponi comprensivo di avvocati e quant’altro, anche se non c’entravo nulla, Celentano preferì allontanare anche me per non trovarselo ancora tra i piedi. In effetti soffrii solo a livello affettivo perché a livello professionale soffrii poco, …basterebbe vedere, a tal uopo, che cosa ho combinato dal 1967 al 1971 per capirlo.
Nel 1971 però, Celentano ed io ci trovammo occasionalmente (e separatamente) partecipanti alla manifestazione “La gondola d’oro” a Venezia e, per un fatto casuale, ci trovammo ad un tavolo di poker insieme. Quella sera, in una partita rocambolesca (che meriterebbe un altro libro per il racconto), gli vinsi oltre 13.000.000 di lire (noi giocavamo al 10% ma gli astanti allibiti non lo sapevano!). Mi pagò il giorno dopo (1.300.000 lire reali …che, vi assicuro, erano comunque tante) e mi chiese la rivincita. Gli dissi naturalmente di sì, ci rivedemmo il giorno dopo e si riaccese la fiamma per tutti e due (quella artistica ovvio!).

Nel frattempo il tuo lavoro di compositore di colonne sonore si intensifica sempre più.
Ci parli del tuo differente approccio tra la realizzazione di una colonna sonora e quella di un brano pop?

 …ragazzi mi avete fatto troppe domande, devo per forza essere stringato…
Dunque, la musica discografica sia essa pop o non-pop, è basata soprattutto (aldilà dell’ovvia ricerca delle belle canzoni), di un supporto sonoro di qualità extra lusso proprio perché ascolti solo la musica e non sei “distratto” da nient’altro.
La musica da film invece ha un importantissimo supporto visivo che comanda sulla musica e non necessita di una così, a volte esasperata, ricerca di sonorità speciali. Naturalmente tutto questo in linea di massima perché in casi speciali invece è tutto il contrario.
Quindi, praticamente, non ho detto niente.
…Sì, …mi sembra abbastanza stringata!

Ad un certo punto hai sentito l'esigenza di impegnarti di persona nella fondazione di un'etichetta discografica, prima la CLS Records e successivamente la Meeting Music.
Come sono nate queste etichette discografiche e quali scopi si prefiggevano?

La CLS e la Meeting Music, si prefiggevano tutto quello che tutte le Case discografiche del mondo si prefiggono e cioè quello di fare soldi con la musica. Sorpresi eh?! Non ve l’aspettavate vero?
Voi pensavate che i discografici fossero angeli con ali candide che pensavano ogni mattina con quali lieti canti potessero allietare i mortali. Invece no, sono biechi individui che costringono persone che vorrebbero fare l’idraulico o il dentista a comporre canzoni per far piangere la gente per farla poi scapicollare nei negozi a comprare i dischi spendendo un sacco si soli che vanno poi a riempire le tasche dei biechi discografici.
Ok, mi sono accorto che devo avere esagerato un po’!

A questo proposito ci interessa molto la tua produzione “punk”, manifestatasi in particolare attraverso il progetto Gli Incesti. La loro discografia si limita a due 45 giri e un LP. Ci puoi raccontare qualcosa di questo duo, visto che le informazioni a riguardo sono pochissime? Come mai sei arrivato a produrre uno dei primi e più curiosi esperimenti di punk rock italiano e che cosa ti ha colpito del punk?

Il Punk è tutta colpa di Andrea Lo Vecchio.
Andrea, anche se con me aveva la sola funzione di paroliere, era però anche compositore e produttore. Come deformazione professionale quindi, andava a cercare tutte le novità musicali che ogni tanto facevano capolino nel mondo. Quando arrivò il Punk non se lo fece scappare! Durante i nostri incontri professionali mi parlava con entusiasmo di questa nuova tendenza musicale, della sua trasgressività e del successo che stava ottenendo soprattutto in Inghilterra. Io non ero molto portato verso quel genere ma ascoltavo con interesse quanto mi raccontava e mi faceva ascoltare. Contemporaneamente, un produttore italo-tedesco mi chiese di occuparmi di un duo che a suo avviso era di bella presenza e cantava molto bene. I due si chiamavano Antonella e Leo(nardo) Stoico.
Chiesi ad Andrea se voleva occuparsi dei testi e si incuriosì del fatto che avessero lo stesso cognome. “Sono parenti?” chiese. “Sì” risposi “sono fratello e sorella”.
“Ma forse non hai capito” aggiunse con molta veemenza “…ma questo è un segno del destino!…”
“far scendere in pista il Destino mi sembra esagerato” replicai “…comunque va avanti…”:
“fratello e sorella” sottolineò “ gli scriviamo un pezzo Punk e li chiamiamo GLI INCESTI
…più trasgressivo di così!...”
Il giorno dopo Andrea aveva già scritto la prima parte del testo sul quale iniziai a scrivere musica e arrangiamento e, anche se all’inizio non ne fossi molto convinto, le sue insistenze ed il brano che stava venendo bene, mi convinsero ad investire in questo progetto. Qualche giorno dopo Leo ed Antonella Stoico vennero convocati in sala di registrazione per cantarlo (a spese del produttore tedesco ovviamente).
Devo dire per onestà di racconto che Andrea aveva visto lungo perché quel brano, dal titolo PUNK ROCK, fece un successo inaspettato (da me). Se ne occuparono i giornali specializzati, GLI INCESTI iniziarono a fare serate e concerti e come se non bastasse la “Dischi RICORDI” mi propose addirittura un contratto di distribuzione non in esclusiva proprio perché lo stavo già distribuendo io con la mia etichette discografica CLS!
Mettemmo subito in pista un nuovo 45 giri dal titolo ECCO… ed un LP ma, la moda rivelatasi in Italia una specie di fuoco di paglia da una parte, e i due giovanissimi ragazzi che si montarono la testa in maniera esagerata dall’altra, fece sì che l’esperimento terminasse così. Il contratto col produttore tedesco si chiuse ...il contratto non di esclusiva con la RICORDI invece, proseguì…

La CLS ha prodotto moltissimi altri dischi, in particolare ricordiamo le sigle televisive di cartoni animati giapponesi. Ci puoi raccontare qualcosa di questa fertile stagione per la televisione e la produzione discografica ad essa legata?

No ragazzi, non lo posso fare proprio per il motivo che ho Detto già dall’inizio.
Un’intervista che aveva solo questa domanda ha portato ad una risposta di 24 pagine. Se non ci credete provate ad andare in Internet e digitate “Rapporto Confidenziale Detto Mariano”

Quali altre produzioni discografiche legate alle tue etichette discografiche ti sono rimaste maggiormente nel cuore?

Le canzoni che hanno fatto successo sono nel mio cuore perché prima sono passate dalla SIAE, mentre quelle che non hanno fatto successo sono nel mio cuore perché mi fanno pena.
Per un motivo o per un altro sono tutte nel mio cuore!

È incredibile il numero delle colonne sonore che hai composto, da programmi televisivi come Drive In a film quali Ratataplan di Maurizio Nichetti, Il bisbetico domato, Mia moglie è una strega, La moglie in vacanza... l'amante in città, Delitto al ristorante cinese, Culo e camicia, Eccezzziunale veramente eccetera. Hai qualche aneddoto da raccontarci su qualcuna di queste realizzazioni?

Ti racconto un solo aneddoto.
Il primo film importante per il quale ho scritto e diretto una colonna sonora è stato sicuramente “Uno strano tipo” (la data cercala tu io neanche me la ricordo).
L’organizzatore della registrazione mi aveva consigliato di registrare prima i brani col maggior numero di musicisti e poi man mano scalare gli elementi (lo so che la cosa è ovvia ma io a quell’epoca ero totalmente inesperto e in più pensavo solo alle ragazze!).
Sta di fatto che finiti i titoli di testa e di coda, che avevano il massimo organico, dico rivolto all’orchestra: “Bene signori! Allora, l’ottavino ed il Basso Tuba hanno terminato”. A questo punto si alza il suonatore di Basso Tuba e mi dice: “Guardi maestro, lei è molto giovane e non mi aspettavo che fosse un maestro così preparato: lei ha fatto smettere me e l’ottavino …che andiamo a casa con la stessa macchina!”

Gli anni duemila sono stati anni in cui hai avuto dei riconoscimenti artistici al tuo lavoro, dalla "Biennale della Poesia", al "Leone d'oro alla carriera" passando per la "Gondola d'oro".

Beh certo, per prendere i premi alla carriera, ho dovuto necessariamente prima farla!

L'epoca di internet ha un po' stravolto il metodo di lavorare con la musica, oltre al modo di ascoltarla. Come vivi questi cambiamenti socio-culturali in atto?

Io, i movimenti socio-cultural-musicali, li ho vissuti praticamente tutti. Dal Rock’n’Roll alla DiscoMusic dagli Urlatori ai Cantautori etc. etc. etc. ma il cambiamento portato dai Computer Musicali e da Internet non ha riscontri precedenti. I primi hanno totalmente cambiato il modo di fare musica al punto che oggi il successo può arrivare anche dal figlio semianalfabeta e totalmente ignorante di musica del vicino di casa purché fornito di un paio di macchinette acquistate con pochi Euro, mentre, per quanto riguarda Internet ha completamente ucciso il mercato della musica.. Non ti immagini quanto mi senta fortunato ad aver vissuto ed agito in quei settori temporali del Passato indicati come anni ‘60 ‘70 ‘80!

Un compositore come te, ascolta musica extra lavoro? Hai dei generi e/o artisti preferiti?

Ma certo, per forza ascolto la musica …se no sarei sordo!

Attualmente stai lavorando a nuovi progetti?

Sì, ma non te li dico se no quest’intervista non finisce più!
Ciao ragazzi.
Mariano

Photography by Alessandro Ferri
Fabio Casagrande Napolin e Detto Mariano