Dino Fumaretto: Interview 28/03/2008

Posted on: 28/03/2008 . Last updated: 03/04/2008


Dopo avere ascoltato il cd "Buchi 2002-2006" abbiamo pensato di fare qualche domanda a Elia Billoni, l'interprete ufficiale di Dino Fumaretto.

Quand'è nata questa sinergia tra Elia e Dino?

Circa sei anni fa ho iniziato a scrivere su internet il diario di Dino Fumaretto, si trattava di una parodia dei blog personali. In seguito il personaggio Fumaretto ha preso sempre più corpo, si è sviluppato il suo pensiero, sono nate le sue canzoni, in una sorta di teatrino virtuale.

Ad iniziare dagli anni '90 per proseguire nel 2000, pochi utilizzano nomi d'arte... non sono più una moda, oppure è il sintomo di una mancanza ormai cronica di fantasia?

Può darsi, io comunque non ho un nome d'arte nel senso tradizionale: nei miei spettacoli dal vivo mi presento con il mio nome, Elia Billoni, quale interprete ufficiale di Dino Fumaretto.

"Buchi" è una raccolta in cui hai riregistrato, per la prima volta in studio, alcuni dei tuoi brani. Com'è andata l'esperienza? Il risultato è quello che ti aspettavi?

Sono andato in questo studio e ho registrato 19 canzoni in neanche tre ore. Un "buona la prima". Sono abbastanza soddisfatto, ma mi sembra che l'effetto dell'album sia depotenziato rispetto all'esibizione live.
Il tipo dello studio, una persona molto competente e un bravissimo musicista, mi ha detto che secondo lui dovevo picchiare meno sul pianoforte, dovevo essere più "calmo".
Il mondo è pieno di gente che ti vuole cambiare.

Ah ah pensa che per me dovresti picchiare con più violenza

Qual è la tua esperienza con le etichette discografiche?

Ci stiamo annusando.

Ascolti molta musica? I tuoi artisti musicali preferiti italiani e stranieri?

Da bambino ascoltavo di più. Neil Young è stato il mio idolo, e in parte lo è ancora, soprattutto il Neil Young più controverso e deprimente, che mi fa anche ridere. Poi De Andrè, i CCCP, Jannacci, i Joy Division.
Attualmente non ho punti fermi.

Citi degli artisti musicali molto interessanti. In effetti nei tuoi testi trovo sia la serietà splendidamente rigida di Ian Curtis, che l'ironia di Jannacci, che affiora non in modo diretto, ma quasi come se trasudasse da pieghe ignote. Quello che voglio dire è che malgrado i temi che affronti siano spesso tragici, tristi ed alienanti, l'effetto non è per niente deprimente.
Facciamo un paragone, con un altro autore che ha affrontato spesso temi esistenziali, Claudio Lolli, con cui tra l'altro ho letto che hai suonato. Il bellissimo "Aspettando Godot" è davvero deprimente e questo lo porta, ad essere ostico a molte persone.
La tua impostazione è diversa, tu riesci ad affiancare ai tuoi testi una forza, presente sia nel modo di cantare che nella musica, che in qualche modo allontana la componente "depressiva" e amplifica ulteriormente il messaggio.

E' anche questione di attitudine. Più di una volta ho provato a fare il tragico tout-court: sono venute fuori canzoni imbarazzanti, che poi ho dovuto eliminare o trasformare.
Non sono in grado!

Da cosa trae ispirazione Dino Fumaretto? Nei testi mi sembra che ci sia molto di personale. Trai spunto anche dalla letteratura e/o dal cinema?

C'è molto di personale, c'è molta solitudine e sofferenza banale enfatizzata al limite del patetico. Per il resto, penso di aver fatto nascere Fumaretto incrociando Kafka e Sartre con i film di Buster Keaton. Ma non tutti ci credono.

Quando è nata la passione per il piano? Che tipo di studi hai fatto?

Da bambino i miei gentitori, che non sono musicisti, mi hanno fatto studiare pianoforte, fino al conservatorio, che ho frequentato per cinque anni. Poi ho mollato. Una passione per il pianoforte forse non c'è mai stata, lo vedo principalmente come strumento adeguato per esprimermi. Il pianoforte lo maltratto.

Hai un metodo compositivo preciso? Oppure ogni brano nasce in modo diverso? E' cambiato rispetto agli inizi?

A volte mi rotolo per terra fingendo una crisi isterica, e se ci credo abbastanza riesco poi a scrivere una canzone. Ma spesso la canzone fa schifo. Ecco perché di solito faccio come tutti: sconfiggo la mia pigrizia e mi metto al lavoro.
Comunque agli inizi era meno faticoso.

Ah ah.... Non oso immaginare cosa farai tra qualche anno quando non ti verrà l'ispirazione!

Alcuni testi sembrano molto autobiografici, scritti in modo viscerale, impetuoso, di getto. Altri sembrano più surreali, quasi fossero dei sogni messi su carta. E' un'impressione corretta?

Correttissima! E sinceramente non saprei che altro aggiungere.

Dino Fumaretto immagino che faccia il musicista di professione. Invece Elia che lavoro fa nella vita?

Fumaretto più che musicista è scrittore, e non so come faccia a campare. Io invece faccio part-time il camionista.

Fino ad oggi tutti i tuoi album sono suonati utilizzando unicamente il pianoforte.
C'è un motivo? Stai seguendo una esigenza precisa, oppure pensi che nel futuro potrai anche aggiungere altri elementi musicali?
Insomma, dovremmo attenderci delle sorprese, come è capitato con Neil Young, che ad un certo punto della sua carriera ha iniziato a percorrere generi imprevedibili?

Dovrò cambiare qualcosa per forza, se non voglio morire di noia. Non credo però che passerò da un genere all'altro, non sono così ecclettico come Neil Young, i cui dischi terrificanti degli anni 80 sono la dimostrazione del grande coraggio di quest'uomo pazzo come un cavallo (lo dico davvero con tutto il rispetto, senza ironia. Chapeu). Sono pronto a sperimentare, ma non so suonare altri strumenti, quindi devo aprirmi agli altri.
Gli altri però devono essere in grado di capire le mie esigenze, e capaci di valorizzarmi, che diamine. Non voglio fare ancora un album solo piano e voce. Io conto di aggiungere altri elementi musicali. Se fin'ora non l'ho fatto i motivi sono due.
Primo: sono una persona piuttosto chiusa, e spero sempre che le unioni tra musicisti nascano spontaneamente, e magicamente si formi subito una simbiosi. Un povero illuso.
Secondo: nessuno vuole suonare con me.

Internet ha stravolto alcuni equilibri del mondo musicale, ed ha iniziato una trasformazione che non è ancora chiaro dove porterà. Cosa ne pensi di questa rivoluzione?

Anch'io utilizzo gli strumenti della rete, anch'io ho la mia pagina myspace.
Siamo tutti lì.
Secondo me si rischia di creare una comunità parallela altamente autoreferenziale e fuori dalla realtà.
Dino Fumaretto è nato per scherzo su internet, d'accordo. Ma io faccio spettacoli musicali-teatrali, se il personaggio non avesse una sua autonomia, la gente mi tirerebbe i pomodori. Reali. A me interessa lo spettacolo dal vivo.
Non si comprano più i dischi? Pazienza, che muoia pure il disco.
Ma la concezione dilagante è che con un click, comodamente chiuso in casa, hai accesso a tutte le informazioni.
Troppo facile, io sono scettico.
Forse non ho risposto alla domanda, e mi scuso.

Da quello che ci racconti, sembra che preferisci gli spettacoli dal vivo, rispetto al rinchiuderti in uno studio di registrazione.
Qual è lo spazio che riterresti più adatto alla tua personalità? Teatro, centri sociali, piccoli locali, oppure sogni stadi e palasport?

No, per quello che faccio ora gli stadi e i palasport neanche me li immagino. Gli ambienti ideali per i miei spettacoli sono gli spazi non dispersivi, per il resto tutto va bene. Anche nei teatri sono a mio agio.

Il download sta facendo scomparire nelle nuove generazioni il concetto di album come insieme di canzoni composte per essere raccolte in un contenitore. Canzoni che hanno elementi in comune a livello compositivo e che magari sono state concepite per essere suonate in quella particolare sequenza.
I giovani, cresciuti con l'ipod, sono abituati a scaricare dei singoli brani, senza ascoltare l'opera completa, che spesso ignorano e verso la quale generalmente non hanno nessuna curiosità di approfondimento.
Sinonimo di superficialità o solo i tempi che cambiano?

Sono gli anni 80 che non finiscono mai. Io amo il disco concepito come "opera", in realtà mi spiace molto se muore.
Ma temo che non ci sia nulla da fare.
Ecco perché io punterei su qualcosa che davvero contrasti diversamente il download: la performance dal vivo, cioè un atto che in sè è irripetibile. Una performance la devi vedere, questo è il concetto da far passare, una performance scaricata su internet non potrà mai essere la stessa cosa.
Sembra scontato, ma non è così. Se non si lavora su questo, davvero non si coglierà più la differenza.

Da sempre molte persone hanno diffidenza verso la musica fatta nel nostro paese. Non è raro sentirsi dire "non ascolto musica italiana". Com'è che gli stranieri, nella percezione dell'italiano medio, sono sempre migliori?

Precisiamo: sono ALCUNI stranieri ad essere migliori nella percezione dell'italiano medio, gli inglesi e gli americani. Non mi risulta che l'italiano medio ascolti quello che proviene dalla Germania, ad esempio. Come dice il mio amico Fabio Veneri, che ha scritto il primo libro italiano sui cantautori latini, qui la musica ha successo solo se in qualche modo ammicca allo stile anglo-americano. Oppure si fa un'operazione alla Wim Wenders: si va a Cuba, si raccattano i primi musicisti che trovi per strada, e li si porta negli USA, consacrando il sogno americano; e artisti professionisti di indiscutibile bravura come Silvio Rodriguez li si lascia lì.
Siamo colonizzati, ecco l'ovvia verità.

Qualcosa sta cambiando o cambierà? Vorrei avere un parere dalla tue esperienza personale.

Non siamo ancora completamente lobotomizzati. Quello che faccio io non è una roba facile, è un tipo di spettacolo che richiede attenzione. Il pubblico di solito reagisce bene, è incuriosito. L'interesse da parte della gente c'è ancora, e va curato, se non vogliamo finire tutti a cantare su Second Life.

Eh eh... Speriamo che il reale sia più importante del virtuale ancora per molto tempo...

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Sogni da realizzare?

Ecco, dopo aver paventato la morte del disco ti comunico che uno dei miei progetti è fare un vero album di Billoni/Fumaretto, curato, che brilli di luce propria.
Soprattutto ho un sogno: incontrare una persona che sappia costruire attorno a Fumaretto uno splendido spettacolo teatrale, o un film. Una persona capace, creativa, magari una donna, pure bella, che sia pazza d'amore per me.
Io le direi: Mi spiace sono innamorato di un'altra donna.
E lei: Aspetterò. E io: Ok.
E' sempre bello avere qualcuno che ti aspetta.

Dino Fumaretto