Audioquest Nightowl Carbon

Pubblicato il 31/07/2019 - Última actualización: 15/07/2019

Topic: Riproduzione audio hi-fi

Onestamente nell'ultimo periodo ho chiesto al nostro direttore di provare talmente tante cuffie, che non ricordo se avessi incluso pure queste nell'elenco. Tuttavia quando c'è da provare una nuova cuffia posta nella fascia medio-alta dei prezzi mi esalto perché si può fare sempre qualche scoperta più che piacevole.

 

IMPIANTO

Cavi: autocostruiti

Ciabatta: Ladysound Multipresa 6

DAC: TEAC UD503

Sorgente per musica liquida: PC assemblato dotato di lettore Foobar 2000.

DAP: FiiO X7 Mark II, Astell&Kern KANN

 

DESCRIZIONE

Le Audioquest NightOwl Carbon sono la prima cuffia chiusa di Aduioquest, ma fanno parte della seconda generazione di cuffie di questa casa, che siamo soliti nominare per i suoi cavi.

Il design è completamente ripreso dalle precedenti NightHawk: la banda è dotata di regolazione elastica e i padiglioni auricolari sono collegati all'archetto grazie ad un sistema smorzante con quattro tiranti di gomma.

I materiali sono totalmente ecocompatibili: i padiglioni sono realizzati in legno liquido tramite la stampa ad iniezione e i cuscinetti standard sono ricoperti da una pelle ottenuta per sintesi proteica. Oltre a questi cuscinetti ve ne sono presenti anche una coppia ricoperta da un panno in microfibra. Inoltre sia i cavi interni, sia il cavo fornito è dotato di conduttori solidi in rame placcato argento. Dello stesso tipo anche i connettori, che il produttore consiglia di pulire periodicamente usando il panno in dotazione.

Tuttavia sotto la scocca in legno liquido il padiglione è dotato di una struttura complessa: dietro la struttura circolare centrale è posto infatti un condotto che sfocia in un radiatore a flusso d'aria resistivo, dopo aver corso lungo il perimetro del padiglione. Infine la struttura circolare posteriore che sostituisce la griglia presente invece sui modelli aperti è definita dall'azienda quale “sistema di smorzamento aperiodico”. Tale sistema dovrebbe avere la funzione di isolare in ambo i versi: l'ascoltatore non viene disturbato da suoni esterni; il non ascoltatore non dovrebbe essere disturbato dalla musica riprodotta. In questo caso il condizionale è d'obbligo dato che, l'isolamento interno è stato verificato, mentre quello esterno è stato totalmente disatteso da qualsiasi prova.

Già in questa sezione mi permetto di sollevare un paio di critiche. La prima è legata al cavo: sebbene comprenda l'usabilità con gli smartphone, mi chiedo quanto sia logico usare delle cuffie da 699€ con tali dispositivi. Sarebbe stato probabilmente più interessante un cavo che permettesse il collegamento in bilanciato ai vari DAP attuali, se proprio non si voleva perdere il microfono, sarebbe bastato inserire due cavi. Inoltre la seconda critica sta nel condizione precedentemente usato: mai promettere qualcosa che una qualsiasi persona potrebbe smentire. Tuttavia lodevole lo sforzo ecosostenibile, anche se probabilmente sarà maggiormente apprezzato dai più giovani.

 

ASCOLTO

Devo in primis dichiarare che le NightOwl Carbon non fanno parte di quel genere di cuffie che corrisponde ai miei gusti, tuttavia cercherò di compiere una descrizione, come sempre, il più oggettiva possibile.

Il cambio dei pad porta in modo inequivocabile un cambiamento del suono, ho così potuto adottare di volta in volta il pad preferito che alla fin fine ha mostrato una certa costante. Nei generi più ricchi e dinamici ho preferito usare i pad in pelle, mentre per quei generi più rilassati ho montato i pad in microfibra. In realtà avrei preferito un pad che unisse i pregi di queste due tipologie. I pad in pelle permettevano una migliore discesa in basso dotato così anche di una maggiore articolazione. I pad in microfibra invece permettevano una maggiore chiarezza delle voci ed in generale delle medie, anche se in alcuni generi portavano troppo avanti questa gamma. Gli alti erano sostanzialmente assai simili, con quelli in pelle mi piaceva la loro caratterizzazione dinamica, mentre con quelli in microfibra ho apprezzato il loro carattere impusivo.

Ovviamente ci sono anche delle note negative: i bassi talvolta sembravano falsati e soprattutto le grancasse più scendevano in basso più parevano di cartone; nei medi avrei preferito (ammetto che è un mio pallino) un maggiore dettaglio, come anche negli alti. Ciononostante le Audioquest NightOwl Carbon si sono rivelate delle cuffie dotate di un buon suono e non si può assolutamente dire che suonassero male, anche se il sottoscritto ha certamente capito che non sono cuffie che userebbe in una qualsivoglia occasione. Tuttavia sono certo che se non siete maniaci del dettaglio e del corpo degli strumenti dobbiate lasciare almeno una chance a queste cuffie.

 

Concludiamo le considerazioni generali dedicando una qualche riga all'ascolto in mobilità. Collegate ad uno Smartphone grazie alla loro impedenza funzionano, purtroppo suonano da schifo grazie ai pessimi circuiti audio presenti su dispositivi che nascono per altri motivi. In mobilità raggiungono a mio avviso il proprio apice di bontà se collegate ad un buon DAP di fascia alta, che grazie alla propria sezione di amplificazione riesce a pilotarle degnamente permettendo di godere della musica ad un'ottima qualità.

Passando a tre album ascoltati durante la recensione.

Karen Knowles, Moonglove. La registrazione Fonè molto interessante sotto il profilo qualitativo vede la cantautrice australiana al centro dei giri armonici, che in un ora circa attraversano varie ispirazioni legate al mondo del Jazz. L’ora passa veloce con una Jazz che riesce ad ispirare varie e contrastanti emozioni che passano dalla malinconia ad una certa irrefrenabile contentezza.

Haydn, Die Jahreszeiten. Oratorio in tedesco si basa sul poema di James Thomson, intitolato per l’appunto: The Seasons. L’organico orchestrale è notevole ed è caratterizzato da una dinamica che solo un’orchestra puó dare. Questa, assieme al coro ed ai solisti interpreta l’alternarsi delle stagioni alternando momenti incantevoli e tediosi dando un’interessante visione del tempo che di norma non propone solamente attimi di gioia.

Passando invece ad un genere meno aulico: Excalibur dei Grave Digger. Cosa ci si puó aspettare da un gruppo la cui traduzione italiana corrisponde a Becchino e che intitola un album col nome della più famosa spada al mondo? Ovviamente dell’Epic Metal totalmente incentrato sul re più leggendario di sempre e i suoi prodi cavalieri: Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda. Il concept album è ricco di potenza ed oscurità, proprio come la vera storia di Re Artù.

 

TEST

Andiamo subito ad analizzare la risposta in frequenza. Con le sfumature rosse troviamo i pad in pelle, mentre con le sfumature blu i pad in microfibra. Seguendo invece le colorazioni più scure vedremo l'andamento del driver destro, mentre con le colorazioni più chiare abbiamo il driver sinistro.

I cuscinetti in pelle rendono i driver più efficienti al di sotto dei 150Hz, mentre il cambio di pads non sembra dare particolari differenze nel resto della banda audio. Tramite il grafico tuttavia si vuole far notare un certo accoppiamento tra driver.

Da questo grafico non è possibile notare tuttavia quel cambiamento percepito in gamma media, se facessimo come certi soloni dell'online dovremmo tirare i remi in barca dicendo che effettivamente con le misure non si può, non si riesce … etc etc. Tuttavia non ci siamo limitati a questo grafico di facile ed intuitiva comprensione. Andando a fondo tramite altri grafici si comprende come le variazioni siano dovute ad altre caratteristiche, non legate alla pressione acustica. In primis il THD in gamma bassa coi pad in pelle va ad aumentare considerevolmente. In secundis la risposta all'impulso è di poco migliore coi pad in microfibra e pure il decadimento è leggermente più veloce con questi cuscinetti. Insomma non si doveva cercare poi troppo a fondo per riuscire a spiegare come mai in gamma media ci fosse tale differenza, mentre in gamma alta invece non sembrava esserci alcuna differenza sostanziale. Non è stato poi molto difficile, bastava cercare un poco più a fondo per poter trovare qualcosa di significativo anche nelle misure, che troppo spesso vengono fin troppo sbeffeggiate dagli stessi misuroni, dato che sono i primi a non comprendere che non basti una suite di tests e quattro strumenti per compierle.

 

CONCLUSIONI

Dal mio punto di ascolto ci sono varie ombre e luci. Probabilmente, dal mio punto di ascolto, le luci sono tutte riservate all'ascolto in mobilità, anche se effettivamente necessitano di un DAP di ottima qualità dato che non sono particolarmente semplici da spingere, a causa di una certa avidità di corrente. Nonostante ciò non vedo alcuna problematica nell'affermare che delle cuffie di fascia medio-alta debbano essere affiancate a lettori portatili di fascia alta; problematico sarebbe infatti stato il contrario. Per un uso home bisogna invece valutare attentamente il suono e comprendere se esso ci piaccia, credo infatti che a causa delle loro caratteristiche non siano cuffie apprezzabili da tutti.

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Foto por Marco Maria Maurilio Bicelli
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