Ceanne McKee: Interview sur 21/08/2008

Posté le: 21/08/2008


Chiara Ragnini, in arte Ceanne McKee ha appena fatto uscire il suo primo cd autoprodotto, acustico. E' inoltre la fondatrice di Genovatune, un portale musicale consultabile su Internet e dedicato alla sua città, Genova.
Approfittiamone per scoprire qualcosa in più di entrambi i progetti

 

"Ceanne McKee"

Perchè hai deciso di adottare un nome d'arte? La scelta di Ceanne McKee ha un significato particolare?

E' una domanda che mi viene spesso rivolta e, dopo aver abbozzato un sorriso - in questo caso virtuale - la mia risposta è quasi sempre la medesima: Ceanne McKee è un nome d'arte molto musicale, principalmente l'ho scelto per questo, perchè "suona bene". E perchè, in realtà, l'abbinamento nome-cognome, nel mio caso, non è dei migliori (ChiaraRagnini: troppe alliterazioni, per i miei gusti!).
Ceanne, inoltre, è il nome che diedi alla mia prima chitarra e da allora me lo porto dietro come un portafortuna.

Ti sei avvicinata alla musica fin da piccola... E' dipeso dalla passione di qualche tuo familiare, oppure è un amore innato?

Indubbiamente la mia famiglia ha avuto un ruolo rilevante in tutto questo: sin da piccina i miei genitori mi hanno educata all'arte in tutte le sue forme, sopratutto pittura ed architettura. La musica è venuta subito dopo, grazie ai vinili di mio padre e delle mie nonne, appassionate di musica. All'età di cinque anni mi regalarono la mia prima pianola e fu subito amore a prima vista (il secondo è naturalmente la chitarra!): passavo le mie giornate a riprodurre filastrocche e canzoncine per bambini, ad orecchio. In generale, sono sempre stata attratta da note e colori e ringrazio i miei parenti per avermi spinto ad approfondire la materia.

Che musica ascolti? Quali sono i tuoi dischi preferiti?

Ultimamente sono affamata di novità: cerco sempre di approfondire ed alimentare la mia cultura musicale, accorgendomi sempre più spesso di quanta sia la bella musica in giro e che non passi necessariamente su MTV ed affini. Ascolto di tutto un po', ultimamente folk britannico ed elettronica, e mi sento attratta soprattutto da sonorità d'oltremanica.
Fra i miei dischi preferiti: Ovunque Proteggi, di Vinicio Capossela, artista al quale mi sento molto legata; fra le uscite più recenti adoro Il teatro degli Orrori, i Ghost in the Water e Rachel Unthank and the Winterset: tutti artisti molto distanti fra loro, sia come genere che come sonorità, ma che riescono a farmi venire i brividi ogni volta che li ascolto.

Il tuo album d'esordio è cantato parte in inglese e parte in italiano. Come ti rapporti con la diversità tra le due lingue? In base a cosa decidi di scrivere un brano in una lingua piuttosto che nell'altra?

La scelta di cantare un brano in una lingua piuttosto che in un'altra dipende molto dal brano in sè. Ci sono canzoni che nascono in inglese ed altre in italiano, spesso in base alla musicalità delle melodie e all'atmosfera che ne scaturisce in seguito ad un primo arrangiamento.
Personalmente, mi sto impegnando per comporre principalmente in italiano: l'inglese è una scorciatoia interessante e che dona ritmo e scorrevolezza ad una canzone, ma è pur sempre una scorciatoia. Riuscire a scrivere nella nostra lingua è un processo difficile ed impegnativo, per questo spesso evitato da molti artisti emergenti (io mi inserisco nella lista nera!), ma indubbiamente molto più gratificante, qualora si riesca nell'intento.

Sono assolutamente d'accordo sull'importanza di scrivere brani in italiano!
Trovo i tuoi testi molto positivi e ottimisti. Corrispondono con il tuo modo d'essere, con il tuo particolare periodo di vita, oppure sono le sensazioni che a prescindere da tutto il mondo reale preferisci donare nelle tue canzoni?

I brani contenuti in Wonderland appartengono, per la maggior parte, ai miei ultimi mesi di vita vissuta, mesi felici, solari e ricchi di gioia. Quindi si, rispecchiano il mio modo d'essere, una sorta di freschezza che mi porto dietro da sempre e che ultimamente si è risvegliata come da un lungo torpore. Altri brani, invece, suonano più malinconici e anche essi sono stati scritti viaggiando in parallelo con periodi della mia vita differenti fra loro.
Ogni canzone racchiude in sè una parte di me: è un modo interessante per scoprirmi piano piano ed espormi a chi mi ascolta.

Hai registrato tutti i brani da sola nel tuo Home Recording: a cosa si deve questa scelta?

A due motivi: pigrizia e mancanza di un budget consistente!
Molti hanno criticato questa mia scelta, ma personalmente avevo fretta di incidere questi pezzi per non lasciarli fuggire via. Così ho acquistato una scheda audio ed un microfono ed ho iniziato a registrare, ad arrangiare, a dare vita alle mie idee.
Non credo ci sia nulla di male in questa scelta: d'altronde, pur sempre di un provino si tratta e le idee e gli spunti sono ben visibili anche mediante una qualità di registrazione non particolarmente elevata.
Da alcuni questo mio approccio è stato percepito quasi come una sfida - ovvero il voler fare le cose da sola a tutti i costi - ma non è affatto così: ho preferito dare vita a composizioni che fossero del tutto mie, al 100%, senza manipolazioni esterne di terze persone, che magari non conoscessero bene la mia persona ed il mio modo d'essere.
Per me comporre e cantare è soprattutto una passione, un modo bellissimo per stimolare la mia creatività e raccontarmi a chi voglia darmi ascolto.

Ci racconti qualche segreto tecnico del tuo studio? Come procedi nella registrazione dei pezzi? Esegui la registrazione con il PC? Che programmi utilizzi?

Registro tutto con il mio PC fisso, utilizzando una scheda audio Creative ed un microfono Shure.
La registrazione di un pezzo parte solitamente con una traccia semplice di chitarra ritmica, alla quale aggiungo piano piano gli altri strumenti: chitarra solista, piano, archi, percussioni. Procedo quindi con gli arrangiamenti, aggiungendo colore a quanto registrato sino a quel momento.
Infine, registro la voce principale e le seconde voci, quindi procedo al missaggio.

Quali sono le esperienze live che ti hanno dato maggiori soddisfazioni?

Ne segnalo una in particolare: una serata molto intima svoltasi presso la Vigna del Mar di Genova, curata dall'Associazione Culturale Volumìa, fresca e giovane realtà culturale della scena genovese, durante la quale ho presentato, per la prima volta, i pezzi del mio primo lavoro autoprodotto in formazione live semi-completa, con percussioni e tastiere al mio fianco. L'atmosfera, quella sera, si era fatta dolce e coinvolgente e si era creato un bellissimo rapporto artista-pubblico: in sostanza, ho avuto molto feedback dagli spettatori e questo mi ha reso davvero felice.

 

"Genovatune" (www.genovatune.net)

Quando è iniziato il progetto Genovatune? Sei partita da sola o con l'aiuto di altre persone?

Genovatune nacque nel 2003, da una prima idea e da poche e semplici paginette html - all'epoca ero ancora una novellina della programmazione!
Inizialmente mi trovai da sola a portare avanti l'idea di costruire un punto di riferimento per tutti coloro che facessero musica a Genova, in particolare i più giovani, e che al contempo fornisse spunti e informazioni utili ai semplici ascoltatori di musica della città.
Piano piano al mio fianco si sono aggiunti amici e conoscenti e via via sono stati reclutati gli attuali redattori, alcuni dei quali sono divenuti poi membri associati della neonata Associazione Culturale Genovatune.

Quali sono le difficoltà maggiori che hai incontrato?

Sicuramente l'aver costruito fisicamente da sola l'intero portale ed adattarlo, di anno in anno, alla grande quantità di contenuti che Genovatune ha dovuto piano piano imparare a gestire e sostenere.
Grazie anche al percorso di studi che ho deciso di intraprendere (Informatica presso il DISI di Genova) sono però riuscita ad approfondire, molto volentieri, la materia (programmazione web e design) e, alla fine, benchè onerosa in termini di tempo, la costruzione del portale si è rivelata una divertentissima avventura.

In secundis, una sorta di indifferenza di fondo da parte delle cosiddette "Istituzioni" della mia città: basti pensare che progetti simili in città non molto più grandi di Genova sono stati ampiamente sostenuti, anche a livello mediatico, da Comune e Provincia.
Qui da noi è abitudine, purtroppo, guardare con diffidenza ed indifferenza i progetti sviluppati dai giovani, o, perlomeno, non con il dovuto interesse.

Quanto tempo hai dedicato inizialmente al progetto e quanto ne dedichi ora?

Inizialmente tanto. Davvero tanto.
Attualmente sto completando gli studi specialistici in Informatica ed il tempo scarseggia; per fortuna trovo ancora la voglia e la passione di portare avanti questo progetto - benchè mi piacerebbe poter scrivere recensioni tutte le settimane come una volta..
Ora mi occupo principalmente degli aggiornamenti del portale e della sezione Artisti, rispondendo alle numerosissime email che arrivano settimanalmente nelle nostre caselle di posta, e dei vari myspace che gestiamo in rete.

Qual'è la sezione del sito che è più consultata dai visitatori?

La sezione più attiva fra tutte è il forum, frequentato soprattutto da musicisti, addetti ai lavori o semplici appassionati di musica. Sono davvero felice che si sia creata un'importante community, anche se per lo più virtuale, all'interno della quale sia possibile parlare della musica in città e, perchè no, anche dei numerosi problemi che il capoluogo ligure presenta per tutti coloro sotto i 30 anni di età.

Il sito è giunto ad una versione "stabile" o ci saranno delle novità?

Attualmente la versione può essere considerata stabile, soprattuto per quanto riguarda la grafica e la struttura delle singole pagine (tecnicamente parlando).
A livello di contenuti stiamo lavorando allo sviluppo di un paio di nuove sezioni, ma per il momento preferisco lasciarvi col fiato sospeso.

Ceanne McKee
Ceanne McKee