House of Marley Smile Jamaica: recensione

Pubblicato il 16/12/2016

Argomento: Riproduzione audio hi-fi

PREMESSE

Come premessa principale per questa recensione vorrei spiegare come e perché quest’ ultima sarà strutturata in un determinato modo. Ho deciso di dividere in due parti la descrizione del suono degli auricolari in oggetto poiché essendo un prodotto destinato ad un uso principalmente in movimento mi sembrava personalmente insensato parlare solo di come queste cuffie reagiscono ad un utilizzo con file di alta qualità e sorgenti alquanto estranee agli ambienti ai quali questa tipologia di prodotto è destinata. Il tutto sarà quindi diviso in ascolto in movimento con gli strumenti più comuni ai giorni d’oggi (uno smartphone con Spotify) ed un ascolto più incentrato sullo scovare i lati nascosti utilizzando CD, vinili e file FLAC in casa attraverso il DAC integrato nel mio amplificatore.

DESCRIZIONE

Innanzitutto la pagina web del produttore.

  •  Gamma di frequenza: 18Hz-20KHz
  • Driver: 8mm
  • Impedenza: 16 ohms
  • Cavo: 52cm (dal punto di separazione dei due canali), connettore placcato oro a 90°
  • Tipo trasduttore: dinamico con magnete al neodimio

PACKAGING

Il packaging è essenziale e nel complesso adeguato per il tipo di oggetto e per il prezzo a cui è proposto. Il tutto viene venduto in una piccola scatola rettangolare di cartone che presenta sul frontale una apertura trasparente che ci permette di intravedere il prodotto. Su tutti i lati della scatola troviamo riportati marca e modello. Sul retro poche informazioni tecniche di carattere generale. Non vengono forniti accessori se non i gommini di 3 diverse dimensioni per adattarsi ai vari padiglioni auricolari.

MATERIALI

I materiali sono una piacevole sorpresa per il prezzo del prodotto e la casa ne esalta la eco sostenibilità. Abbiamo infatti una struttura in legno d’acero molto piacevole alla vista e al tatto sulla quale è serigrafato il marchio del produttore. Essa è ornata da un contorno in alluminio nella parte che precede il gommino. Il cavo è rivestito in tessuto, punto a mio parere sfavorevole poiché essendo un tessuto abbastanza grezzo e ruvido tende, soprattutto d’estate, scorrendo sulla pelle a creare qualche piccolo fastidio a chi ha la pelle particolarmente sensibile. La struttura del jack è in plastica abbastanza resistente così come il microfono, posto sulla biforcazione sinistra del cavo in una posizione confortevole e vicina alla bocca.

COMODITA’

Avendo una forma affusolata e nel complesso semplice non creano fastidi di alcun tipo non coinvolgendo particolari zone del padiglione. Sono abbastanza leggeri, motivo per cui non stancano neanche sui lunghi ascolti. Come già detto, l’unico difetto può essere il cavo per le motivazioni descritte prima.

ISOLAMENTO

Essendo in-ear, una volta trovata la giusta misura del gommino adatta a voi l’isolamento sarà pressoché totale, garantendovi di ascoltare in totale tranquillità i vostri brani preferiti anche in ambienti non propriamente silenziosi quali un treno o una strada affollata. Per questo motivo andateci cauti col volume in strada se trafficata.

RODAGGIO

Personalmente non ho notato grandi cambiamenti dal primo ascolto ad oggi (circa 300 ore di suono), penso che con 5/10 ore abbiano terminato il rodaggio.

MUSICA IN MOBILITA’

Ebbene vorrei cominciare a descrivere come suonano queste House of Marley partendo dall’ascolto in mobilità, ossia il loro campo di utilizzo principale. Come mio solito non mi soffermerò sui tecnicismi ma tenterò di farvi ascoltare questi auricolari tramite semplici descrizioni delle mie impressioni sui vari generi musicali. Partenza, via.

Rock: parto dal rock poiché genere che ha caratterizzato molto i miei ascolti negli ultimi periodi per cause esterne e per piacere personale. Come sostenitori del Rock e affini ho deciso di prendere due grandi classici che conosco molto bene per testare queste cuffie. Abbiamo quindi l’album Wish You Were Here dei grandi Pink Floyd e Physical Graffiti dei Led Zeppelin. Sono entrambi album che mettono alla prova le capacità di posizionamento dei suoni di ciò che li riproduce seppur abbiano due sonorità completamente diverse tra loro. Durante l’ascolto di Wish you were here non ho notato particolari problemi legati al posizionamento e al “movimento” dei vari effetti in brani come Shine on you crazy diamond e Welcome to the machine. I suoni sono generalmente ben distinti tra loro ad eccezione di una zona nei medio-bassi in cui si può notare una sovrapposizione che impasta l’ascolto, senza però danneggiarlo eccessivamente. Nella zona alta si ha ogni tanto uno squillare di alcune note non proprio congeniale se come me si ascolta a volumi abbastanza alti per (cattiva) abitudine. Ma come vedremo poi questo problema è soprattutto legato all’equalizzazione pessima del mio smartphone e alla qualità dei brani di Spotify. Nel complesso quindi non si ha un’abbondanza di determinate frequenze, il che garantisce un ascolto tutto sommato piacevole seppur non sempre totalmente limpido e definito. Passando ai Led Zeppelin abbiamo un totale cambiamento delle sonorità. Dai suoni pieni e corposi dei Pink Floyd arriviamo ai più crudi e secchi caratteristici di Physical Graffiti. Anche durante l’ascolto di questo album non ho notato particolari problemi: il posizionamento è corretto e la spazialità è sicuramente superiore a quella di molti auricolari anche di fasce di prezzo superiori, la tendenza agli alti squillanti non ha comunque effetti negativi ma anzi riesce a dare dinamica ad una tipologia di cuffie che di norma tende a gonfiare i medio-bassi impastando l’ascolto. Se con altri auricolari ho avuto l’impressione che il rullante fosse cupo e oppresso, con questi la sensazione era quella di una pelle correttamente tirata e reattiva quindi mi sento di promuoverli nell’ambito del rock e affini.

Metal: per metal e sottogeneri invece do spazio agli Alter Bridge con il loro ABIII. Chi conosce il gruppo sa che usano suoni molto corposi che sono da un lato riprodotti abbastanza fedelmente, ma dall’altro tendono ad impastarsi in alcuni passaggi dando una sensazione di imprecisione generale ai brani riprodotti. Le frequenze incriminate sono quelle medio-basse che però finiscono a distorcere anche il resto non permettendo un ascolto del tutto limpido. Si perde anche la spazialità che invece avevo gradito molto nel rock, il che mi fa storcere il naso con malincuore, poiché erano partiti bene!

Rap: un classico, All eyez on me di 2Pac. Non ho riscontrato alcun tipo di imprecisione durante la riproduzione di quest’album. Suoni chiari e distinti ed ai migliori anglofoni non sfuggirà sicuramente alcuna parola. Come già verificato, nessuna eccedenza nella fascia di frequenze. Promossi a pieni voti.

Jazz: ci spostiamo su YouTube come fonte audio (qualità ne meglio ne peggio di alcuni brani di Spotify) con una live del mitico John Zorn. Musica complicata, molto basata sui suoni e sulle melodie più controverse. Nonostante tutto i piccoli Smile Jamaica mi concedono un ascolto apprezzabile nella mia trasferta in treno permettendomi di carpire il piacere di Zorn per le sue stesse composizioni. Anche qui il difetto rimane il solito, piccoli impastamenti su alcuni incroci di frequenze che non pregiudicano eccessivamente la qualità dell’ascolto.

Trip Hop/Ambient: sinceramente mi son trovato in difficoltà a dare un nome al genere che non fosse troppo sbagliato. Prendo in considerazione A Crack in the Eyes di Fhin, un album che uso spesso per concentrarmi e che offre buoni spunti per giudicare spazialità e cristallinità degli auricolari in questione. In tutte le tracce troviamo bassi puliti senza sbavature di alcun tipo e i vari giochi sonori sono sempre molto distinti e chiari. L’eco delle voci non si mescola con i suoni della base e non viene occluso ma riesce tranquillamente a farsi spazio nella gamma dei suoni riprodotti.

In tutti gli ascolti, seppur tratti da un semplice smartphone, il volume è stato più che sufficiente ed anzi a volte esagerato quindi anche la prova volume passa senza alcun tipo di problema. Ho avuto modo di effettuare chiamate e chiedendo opinioni riguardo a come venissi sentito le risposte sono state tutte positive anche in bici con vento quindi anche il microfono è promosso. Ho trovato scomoda la mancanza dei tasti per aumentare o diminuire il volume sul cavo perché, seppur nella maggior parte dei casi influiscano sulla qualità, sono una funzione che trovo comoda sugli auricolari per come li utilizzo io. A proposito del cavo posso invece dire che il rivestimento in tessuto, seppur presenti il difetto citato inizialmente, garantisce che, se riposti con un minimo di cura, il cavo non si ingarbugli facendovi perdere ore per districare miriadi di nodi i quali, se dovessero formarsi, si slegano facilmente proprio grazie al materiale del rivestimento.

MUSICA IN CASA

Ho avuto nel tempo poche occasioni di testare le House of Marley in casa in quanto per comodità e salute prediligo i diffusori o le mie fidate Superlux. Ho deciso comunque di fare qualche prova in casa per provare a capire se i difetti rilevati in mobilità fossero causati dalla sorgente/file o se fossero congeniti nel progetto della cuffia in questione. Ebbene ho avuto modo di scoprire tramite l’ascolto di qualche CD originale e di qualche storico vinile che il difetto sugli alti taglienti riscontrato su smartphone svanisce dando a queste frequenze un aspetto meno freddo e più caldo, andando a stancare anche meno l’orecchio. Purtroppo però persiste la sovrapposizione con conseguente perdita di dettaglio di alcune frequenze nella zona medio-bassa.

CONCLUSIONI

Prima di concludere vorrei specificare che tutto ciò che ho scritto l’ho scritto cercando di rendermi conto il più possibile che stavo ascoltando con degli auricolari, i quali non avranno mai le potenzialità per motivi fisici di raggiungere i livelli sonori delle cugine cuffie ad archetto, e che quindi darò il mio parere facendo riferimento alla categoria di prodotto in cui rientrano. Si sono mostrati molto resistenti, poiché messi spesso a dura prova con i miei comportamenti e i miei hobby e ad oggi, dopo 4 mesi di utilizzo intenso non hanno dato un singolo segno di cedimento. Ci sono caduto in una pozza di fango (ahimè mai risparmiare sulle pastiglie dei freni in bici) bello fresco e suonano come prima, quindi prova stress superata. Detto ciò non posso che promuovere con un 8/10 questi piccoli compagni di viaggio. Si collocano nella fascia dei 20€ e questo mi porta ad elogiarne l’ottimo rapporto qualità prezzo. Ho provato auricolari di svariate fasce, da quelli dei produttori di smartphone a quelli di case professionali con nomi e storie ben differenti a questi, ma posso affermare con certezza che sono un ottimo acquisto per chi ha necessità di un paio di auricolari per la loro praticità senza però rinunciare ad una qualità audio nel complesso più che soddisfacente.

Fotografia di Samuele Frontini
Fotografia di Samuele Frontini
Fotografia di Samuele Frontini