L'incredibile mondo di H.R. Giger nella mostra "R-Rated" (Roma)

Pubblicato il 12/02/2017

Argomento: Arte

L'arte cibernetica e sconcertante dello svizzero "scienziato pazzo delle immagini" Hans Ruedi Giger, più noto come H.R. Giger, è oggetto di una mostra romana dedicata presso Artribù - Contemporary Art Gallery (situata al civico 86 di Via Agostino Depretis) fino al 21 febbraio 2017, intitolata "R-Rated" e si vocifera che, a causa del suo successo, la scadenza possa venire ulteriormente prorogata.

È la prima volta che le opere di questo artista di culto arrivano in Italia dopo la sua morte, avvenuta il 12 maggio 2014.
Alla mostra, realizzata da Claudio Proietti in collaborazione col Museum Giger svizzero, presenzierà la vedova Carmen Maria Scheifele Giger.

Tornando un po' indietro nel tempo, l'inserimento dell'opera di Giger Work 219: Landscape XX (nota più come Penis Landscape) nel libretto interno (sì, nel libretto interno, manco in copertina) dell'album "Frankenchrist" causò nel 1987 la rovina dei Dead Kennedys, uno dei più irriverenti e coraggiosi gruppi punk della storia, in seguito a una denuncia dovuta al contenuto <<osceno>> e <<pericoloso per i minori>> dell'opera.
Le spese legali causarono il fallimento dell'etichetta Alternative Tentacles, di loro stessa proprietà. Seguirono dibattiti televisivi con la “democratica” Tipper Gore (moglie di Al), autodefinitasi difenditrice dei genitori.
Se il Parents Music Resource Center da lei fondato voleva essere un organismo di tutela e controllo, poteva esserlo: mi sembra giusto "aiutare", in buona fede, i genitori a farsi un'idea su quale sia il contenuto dei dischi che compra(va)no ai loro figli. Ma non si può estendere tutto ciò a una vera e propria forma di censura.
Chiudendo questa parentesi grandicella e “postuma”, è bello che per il resto l'arte di Giger venga oggi considerata in quanto Arte e non in quanto scandalo, volgarità o altro, manco fossimo nella Germania del Terzo Reich, in cui l'espressionismo era ritenuto "arte degenerata" e messo al bando.

H.R. Giger è stato un gigante, che ha dato grossi contributi a innumerevoli capisaldi del cinema e della musica qui difficili da riassumere oltre che nel suo campo: quello della pittura, del design, della scultura e dell'arte prettamente visuale, in cui le sue visioni aliene-cibernetiche, deliranti, tentatrici e surreali hanno scosso le menti di individui anche molto distanti tra loro geograficamente, emotivamente, artisticamente e culturalmente.
Nel belpaese un suo sublime lavoro andò a corredare la copertina dell'inquietante compilation musicale "...E tu vivrai nel terrore" della Black Widow Records di Genova, uscita nel 1998.
Non sarebbero neppure da citare le collaborazioni con gruppi quali Emerson, Lake & Palmer, Magma, Celtic Frost, Debby Harry e innumerevoli altri, arcinote per la loro importanza e di certo tutti quanti abbiano sentito anche solo nominare l'artista sanno benissimo che c'era anche il suo genio dietro Alien di Ridley Scott, così come quello dell'italiano Carlo Rambaldi: entrambi furono perfino insigniti dell'Oscar per i migliori effetti speciali. La sceneggiatura del film era peraltro notoriamente ispirata a Terrore nello spazio del mago sanremese del cinema Mario Bava, con cui aveva collaborato lo stesso Rambaldi.
Sorta di versione extraterrestre e ipertecnologica delle perversioni del tenebroso Alfred Kubin, le aerografie di Giger hanno toccato nel corso degli anni tematiche esoteriche, fantascientifiche, un immaginario iconoclasta e grottesco, talvolta legato alla morte e all'amore, in una totale e assoluta libertà espressiva ed esuberanza che lo ha portato a godere della stima del monumento del surrealismo Salvador Dalì.
Il suo surrealismo fantascientifico si è subito concretizzato in una evidente personalità che lo ha portato a creare una sorta di mondo parallelo biomeccanico, che si può osservare “dal vero” all'interno del castello medievale di St. Germain in Svizzera, che ospita il Museum Giger, aperto alla fine degli anni '90 e ideato dall'artista.
Se ancora oggi, dopo tutti questi anni dalla condanna dei Dead Kennedys e dopo tre anni dalla sua morte si continuasse a parlare dell'artista solo in quanto "scandaloso" mi parebbe decisamente anacronistico; "meraviglioso" è senza dubbio alcuno il termine più corretto per definire il suo lavoro. Buona visione ai visitatori e congratulazioni ad Artribù per l'iniziativa.

In conclusione, la frase presente sull'immagine frontale del famigerato album dei Dead Kennedys, abbastanza significativa:
<<ATTENZIONE: la volta interna della copertina di questo disco è un'opera d'arte di H. R. Giger
 che alcune persone potrebbero trovare shockante, repellente o offensiva. Anche la vita a volte può esserlo.>>

H. R. Giger
H. R. Giger - The Magus (1975). Dedicato al suo amico Friederich Kuhn morto nel '72
H. R. Giger - Passage Temple: The Way of the Magician (1975)
H. R. Giger - Work Nr. 217 ELP II (Brain Salad Surgery) del 1973