Recensione TEAC UD-503

Pubblicato il 29/12/2015

Argomento: Riproduzione audio hi-fi

Et uallà il TEAC UD-503 è servito.

PREMESSA

È il nuovo top di gamma di casa TEAC il suo prezzo di listino è di 999 euro. Non c’è alcuna recensione on-line se non qualche commento in qualche forum … commenti che hanno dell’esilarante dato che l’utenza che scrive è molto varia sebbene la popolazione che lo usa non è molta e tra i sedicenti c’è chi ne parla o perché cerca di difendere TEAC a spada tratta proponendo 400 o più ore di rodaggio (l’uscita a FET non è per tutti, come anche le valvole e gli operazionali se per questo), oppure dall’altra parte c’è anche chi scrive affermazioni anche pesanti basate a suo dire dall’analisi costruttiva dei componenti (ed allora voglio le stesse pesanti critiche anche per quei produttori che vendono a più di 3000 euro DAC basati più o meno sugli stessi componenti), affermazioni che cercano di spacciare per recensioni “non basate sul come suona”… ok mi esimo dal commentare dato che entrambe le posizioni si commentano da sole.

RINGRAZIAMENTI

Come sempre più ringraziamenti all’inizio della recensione:

il primo a voi lettori, il secondo ai ragazzi di EXHIBO che sono i distributori per TEAC in Italia, che grazie alla loro professionalità e gentilezza mi hanno permesso di scrivere questa recensione. Ultimo ma non meno importante un saluto e ringraziamento a Gregorio Zito dalle cui mani passano tutti i prodotti TEAC destinati al Bel Paese.

BUNDLE

Il bundle è composto da:

cavo di alimentazione;

un cavetto per la connessione digitale frontale (necessita di un jack 3.5”);

il manuale e la garanzia;

il comodo telecomando.

MATERIALI

TEAC usa su tutte le gamme una struttura in Acciaio ed alluminio spazzolato. L’UD-503 viene riproposto con quel design e materiali che hanno caratterizzato i prodotti TEAC da qualche anno a questa parte.

DRIVER & TEAC HR-AudioPlayer

Il TEAC viene visto dal computer come un’uscita digitale qualora fosse connesso tramite USB. I driver non hanno dato alcun problema con qualsiasi computer e tutti i formati di lettura erano fruibili.

Il Player è fornito gratuitamente da TEAC ai possessori di tale dispositivo, ed è di ottima qualità e facile usabilità, basta inserire in configurazione quale dispositivo TEAC state usando caricare i file dal vostro Hard Disk o dal vostro lettore CD, sedersi comodamente ed abbandonarsi all’ascolto. Veloce nei caricamenti e nel passare da una traccia all’altra.

DESCRIZIONE

In primis come sempre eccovi il link al produttore.

Incominciamo dall’elenco di tutta la tecnologia a disposizione del TEAC UD-503 (che è tanta).

Legge sia il formato PCM fino a 32bit e 384kHz, sia il formato DSD 2.8 MHz, 5.6MHz e 11.2MHz

Permette un’upconversion di prima categoria che non solo non altera il segnale, ma concede un pieno dominio sull’upconversion: si può così decidere se non usarla usare un moltiplicatore per 2, per 4 o per 8 con i file in PCM upconvertiti in PCM, ma si può decidere di convertire tutti i file in arrivo al DAC in DSD ad alta qualità: 11.2MHz se il file è in bassa qualità o comunque qualità normale fino a 96kHz, 12MHz se si tratta di un file ad alta qualità (oltre i 96kHz).

Porta con se ben 6 filtri digitali dei quali due dedicati ai segnali DSD e quattro ai segnali PCM. Quelli dedicati ai DSD operano uno a 50kHz e l’altro a 150kHz, per quanto riguarda quelli dedicati ai PCM vanno a modificare sempre il lato estremo della banda audio.

TEAC nel suo nuovo top di gamma dedica attenzione al clock per ridurre ulteriormente il jitter fornendo al TEAC UD-503 ben due clock: il primo dedicato per i segnali 44.1kHz e multipli, il secondo dedicato ai segnali 48kHz e multipli. L’impegno di TEAC non si limita tuttavia a questa soluzione oggi abbastanza comune, ma inserisce anche un ingresso per clock esterni da 10MHz.

Le novità però non sono finite perché oltre ai classici ingressi digitali USB, coassiale e ottico; si trova anche un ingresso analogico opportunamente filtrato da un circuito basato su operazionali N5532A di Texas Instrument. Alcuni di voi si chiederanno a cosa serve un ingresso analogico in un DAC, essenzialmente questo ingresso rende possibile sfruttare il circuito di preamplificazione che è montato sul TEAC anche con lettori CD che non hanno uscite digitali a disposizione.

Non si perdono punti fissi di qualità come l’implementazione dual mono fin dall’alimentazione con alimentatori separati per ogni canale; che rimangono sempre lineari basati su toroidale.

Il design rimane di tipo dual mono, ma questa volta viene proposto in modo molto ordinato lungo tutta la sezione analogica.

I DAC usati sono di Asahi Kasei Microdevice: si tratta del chip VERITA AK4990.

Gli operazionali che sono sfruttati per le uscite analogiche rimangono i MUSES 8820 di NTI e gli N5532A di Texas Instrument come per il vecchio top di gamma, cambia invece completamente lo stadio di buffer basato su FET in configurazione HCLD.

Questo cambiamento ha permesso di creare un DAC che potesse fare da preamplificatore e soprattutto da amplificatore per cuffie senza aver bisogno di altri prodotti a coadiuvarlo dato che può tranquillamente fornire tutto il voltaggio richiesto e tutta la corrente necessaria.

Il potenziometro cambia completamente dato che viene inserito un doppio chip NJW1195A in modo da mantenere la configurazione dual mono.

L’interfaccia USB è invece curata da un chip TI il TMS320C6748 un chip altamente tecnologico gestito per gestire al meglio i segnali audio digitali permettendo anche i calcoli in floating point.

Altre caratteristica è la possibilità di spostare il polo caldo dell’XLR (per intenderci il +) dal polo 2 al polo 3 e viceversa.

Da sottolineare il fatto che se il segnale in ingresso è 352kHz o 384kHz nativo vengono esclusi i filtri digitali.

Infine interessante l’introduzione in questa fascia dell’uso di 3 piedini che rende l’elettronica più stabile e grazie alla configurazione dei piedini pure più isolata da vibrazioni esterne.

TEST

Avendo avuto il prodotto in prova per soli 5 giorni non è stato possibile creare dei test indicativi al 100% , a parte quelli dedicati alla rilevazione elettrica dei dati.

L’uscita cuffia soffre di una corrente residua praticamente nulla: si sono ottenuti infatti circa 6 nW.

In alternata (si la musica è corrente alternata per chi non ci vuole credere se ne faccia una ragione, in qualche modo la musica deve suonare … siccome la magia non esiste … rimane la fisica.) invece in sbilanciato fornisce fino a 9 V e 500mA, in pratica in bilanciato tira fuori più di 18V.

Ciò rende possibile l’uso di cuffie particolarmente difficili da pilotare e solitamente dal costo che gi aggira ai 1000 euro o più. TEAC ha però pensato di poter far usare parte del circuito anche come terra attiva permettendo così ancora più pulizia del segnale.

Sul libretto TEAC è anche presente lo schema dei collegamenti del cavo qualora si voglia usare un cavo schermato anche per le cuffie (ma questo è più un’attenzione al mondo dei modder ed autocostruttori … attenzione non comune e certamente ben accetta)

Alle uscite posteriori si ottengono dati simili per via della comunione del circuito, anche se la minor presenza di corrente alternata e la maggior presenza di corrente continua residua mi fa ipotizzare che il circuito venga usato in maniera differente.

Sui grafici propongo quelli del filtro (SDLC Sharp) che più ho avuto modo di usare dato che permetteva di riprodurre al meglio alcune caratteristiche che considero più importanti anche se alcune parti sono in comune a qualsiasi utilizzo del DAC.

La risposta all’impulso è estremamente veloce e decadente andando a dimezzare i tempi di decadimento proposti dal TEAC UD-501.

Si ottiene un bassissimo livello di rumore e una risposta perfettamente lineare anche nel decadimento (soprattutto col filtro attivo, con gli altri si ha la stessa linearità, ma un decadimento più veloce della gamma ultraalta).

Il THD appare invece peggiorato rispetto all’UD-501, ma siccome è il dato che più ha subito oscillazioni può essere o il rodaggio o l’uso durante i test di due PC differenti.

La risposta in fase è assai lineare e propone oscillazioni inferiori ai 30°.

La risposta in frequenza è assai lineare e propone i 20kHz a +0.2db circa, presumo che ciò sia dovuto anche al fatto che il Chip VERITA propone un decadimento temporale più lineare rispetto al vecchio PCM1795 e gli ingegneri TEAC abbiano cercato di riprodurre una maggiore musicalità in alto grazie a questa risposta in freqeunza.

I filtri propongono maggiori differenze a 20kHz rispetto all’UD501, anche se si tratta di differenze che all’ascolto si possono riassumere vuoi all’ascolto ultra attento vuoi ai gusti. I filtri sembrano agire molto anche sulla risposta in fase, mentre il filtro usato dà una risposta in fase essenzialmente lineare dai 20Hz ai 20kHz, ma non avendo potuto fare un numero adeguato di test non posso o meno compiere alcun’altra affermazione volta al rigettare i test o accettarli come significativi.

USO IN GAME

Ora mettiamo in chiaro che il tutto è puro scopo dimostrativo ed assimilabile all’esercizio di stile, ma è sempre più comune incontrare audiofili che sono videogiocatori, o videogiocatori che sono audiofili; sebbene sia un uso non comune … rimane un gran uso. Ogni dettaglio è estrapolato e riprodotto, e l’esperienza è estremamente immersiva e divertente. Per aggiungere un tocco di direzionalità ci pensano i virtual surround di terze parti (che si fanno sempre più presenti nel mercato) che fanno fare i conti alle CPU che poi mandano al DAC una stringa di dati già elaborati dal profilo surround. Ho fatto giusto una toccata e fuga da 3 giochi: ArmA, Risen3 e Race Injection, in tutti è stata un’esperienza appagante nelle varie differenti peculiarità di game così differenti tra loro.

USO CON I DIFFUSORI

All’Ascolto il TEAC UD-503 mostra tutte le differenze che ha con il predecessore, ma anche i punti comuni.

All’ascolto coi diffusori l’UD-503 dà subito mostra di tutte le sue qualità: bassa distorsione dato che comunque pur essendo peggiorata ai test di fatto ha influito molto poco sui diffusori, come poi provato da un velocissimo test acustico, essenzialmente non ce ne si accorge usando il solo orecchio), separazione precisa dei canali con migliore riproduzione della scena, dettaglio, pulizia, trasparenza, precisione, completezza e dinamicità.

Rispetto al predecessore l’UD-503 dona più corpo alla musica e un palcoscenico un poco più accurato nella disposizione spaziale.

In meno al predecessore presenta una minore estensione temporale della gamma ultra-alta (ma questo è dovuto al cambio di DAC dato che l’UD-501 usa il PCM1795 che presenta un decadimento non perfettamente lineare ad estremo banda, cosa invece non presentata dal chip AK4990)

L’adozione dei filtri ad essere onesto ritengo che vada a piacere dell’ascoltatore e soprattutto dipenda dal resto dell’impianto, o meglio dall’interazione sistemica dei componenti, all’ascolto il filtro SDLC Sharp è quello che ho preferito per i motivi prima elencati, che poi in pratica si mostrano come un maggiore dettaglio udibile in pochi strumenti tra cui i piatti.

L’adozione dell’upsampling non ha portato notevoli miglioramenti ma il fatto veramente importante, come abbiamo già visto, è che non apporta peggioramenti, in effetti non ci si accorge se l’upsampling è attivo o meno, e questo è solo un bene perché un upsampling mal fatto porta sempre e soltanto alterazioni alla traccia, uno ben fatto la fa suonare per lo meno in modo identico.

Il palcoscenico è accuratamente posizionato e ricreato con una giusta quantità d’aria tra gli strumenti correttamente posizionati su un palco. La naturalezza del suono è particolarmente avvincente ed immersiva. La trasparenza strappa veli presenti invece con altri DAC.

Nessuna banda acustica è eccessiva o sbilanciata, i bassi sono dotati di corpo precisi dettagliati e veloci, non coprono assolutamente nulla di altre bande acustiche, inoltre sono meglio implementati rispetto al vecchio top di gamma. I medi sono presenti, vivi e realistici, dinamici dettagliati precisi, ma equilibrati. Gli alti sono precisi e naturali, ma talvolta poco estesi. Essenzialmente questa cosa può piacere o meno, ma ricordo che questo viene mostrato soprattutto con strumenti come i piatti, e varia con i vari filtri. Inoltre il VERITA AK4990 perdona poco a qualsiasi “difetto” o interpretazione e la serve all’ascolto.

L’esperienza acustica in conclusione rapisce ed esalta.

Il TEAC UD-503 può essere usato anche come preamplificatore collegandolo direttamente ad un amplificatore finale, la cosa comoda è che essendo lo stesso circuito, non inserisce nulla di diverso o nuovo all’ascolto, un FET ben fatto … si nota che la sezione hi-end (Esoteric) dà il suo contributo anche nella sezione hi-fi permettendo così di sfruttare idee solitamente accessibili solo a costi particolarmente elevati … nulla da dire un D-02 suona meglio, ma le tecnologie implementate permettono al neonato TEAC di potersi di fatto inserire nel mondo dell’Hi-Fi che fa capolino nell’Hi-End.

USO CON LE CUFFIE

L’idea di sfruttare lo stesso circuito del DAC anche per l’amplificatore per cuffie permette a TEAC di proporre un amplificatore per cuffie di prima categoria capace di competere con amplificatori per cuffie che costano quanto il DAC TEAC.

Ciò permette di pilotare qualsiasi cuffia ad oggi presente sul mercato ad un prezzo di listino di 999 euro.

I parametri elettrici lo propongono come idoneo sia con le basse impedenze, sia con le alte impedenze.

L’ascolto in cuffia ripropone le stesse caratteristiche descritte nell’ascolto coi diffusori, ma permette di aggiungere una riflessione inerente alla spazialità: è un DAC-AMP che dona molto spazio anche in cuffia con un palco molto ben implementato anche senza usare cuffie di altissimo livello, ovvio che ottime cuffie permettono di sfruttare al meglio questo componente, ma l’affiancare cuffie molto base ha permesso di valutare quanto anche da solo fosse capace di donare spazio nella testa di un cuffiofilo.

VIDEORECENSIONE

CONCLUSIONI

Un DAC che fa tutto, legge tutto (a parte i DSD 512 che tanto non ci sono in giro), è altamente personalizzabile, è un concentrato di tecnologia e soprattutto suona bene. Posto ad una fascia di prezzo tutto sommato adatta a tutti gli appassionati (dato che permette di risparmiare per lo meno sul preamplificatore e di togliere di mezzo un paio di cavi) è sicuramente un prodotto ben posizionato a cui si può augurare il meglio per le vendite.

Teac UD-503 visto di fronte
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Telecomando del TEAC UD-503
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Interno del TEAC UD-503
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
TEAC UD-503 (detaglio interno)
TEAC UD-503 (dettaglio interno)
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
TEAC UD-503 (dettaglio interno)
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
TEAC UD-503 (dettaglio frontale)
TEAC UD-503 (retro)
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Risposta in frequenza e in fase del TEAC UD-503
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Grafico THD del TEAC UD-503
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli