Acqua Libera: Intervista del 29/12/2016

Pubblicato il: 29/12/2016


Il primo omonimo lavoro degli Acqua Libera si muove in ambito rock progressivo ed è molto coeso: ciascun componente suona per il gruppo, senza fare emergere egoismi personali. Essendo interamente strumentale, ha bisogno di numerosi ascolti per essere assimilato al meglio.
Le composizioni di questa band proveniente da Siena, si rivelano equilibrate e donano un'atmosfera positiva nell'ascoltatore. E' vero che probabilmente non c'è un vero e proprio brano che risalti sugli altri, ma non ci sono neanche cadute di tono.
Seguiteci nell'intervista che abbiamo realizzato.

Pur con l'eterogenea provenienza dei brani e con la grande distanza temporale delle composizioni, ne è venuto fuori un prodotto decisamente omogeneo ed interessante. Come avete lavorato su questo fronte?

Ci siamo trovati davanti ad un mix veramente speciale… i brani si sono rivelati estremamente “contemporanei”, gli arrangiamenti si sono adattati bene alle strutture preesistenti, la collaborazione fra di noi si è rivelata la massima possibile, praticamente ci siamo accettati e rispettati dal nostro primo incontro musicale, nessuno ha provato a imporre il proprio modo di pensare alla musica, tutti abbiamo cercato di capire cosa interessava agli altri, come fare per tirar fuori il meglio da ognuno di noi, come poter costruire qualcosa che fosse nostro, non mio o suo o “di loro”.
Siamo riusciti a costruire prima un buon interplay sociale, fra di noi, e poi un buon interplay musicale nel gruppo. Ha funzionato, si può sempre fare di meglio, ma ha funzionato abbastanza bene e il lavoro che è venuto fuori, non senza problemi, ha risentito positivamente del numeroso materiale musicale da elaborare e della grande voglia di riuscire.

Il nome del gruppo ben si accosta al genere progressive, che è meno limitato e libero di espandersi rispetto ad altri generi....

Noi non siamo così sicuri che esista un vero e proprio genere “Progressive”. Ai tempi dei Genesis, dei King Krimson, della PFM, ecc., la loro musica si chiamava rock e basta. Ognuno poi ci metteva del suo… Le chitarre elettriche insieme a quelle acustiche, i testi (ma quali erano progressive e quali no? mai saputo), la presenza di una voce solista, l’uso di strumenti come il flauto, le percussioni, il pianoforte, le tastiere, il synth, la realizzazione di canzoni? L’uso di tempi dispari? Se dovessi continuare verrebbe fuori tutto e il contrario di tutto. Hai proprio ragione, se ho capito bene e se dobbiamo proprio etichettarla, quello che oggi viene chiamato Progressive è una musica con molti meno limiti e più libera di espandersi rispetto ad altri generi.

E' un album interamente strumentale: si tratta di una scelta o di una necessità?

È un album nato semplicemente da un incontro fra strumentisti, senza nessun calcolo preventivo; semplicemente nessuno di noi sapeva o poteva usare la voce per esprimersi musicalmente e siccome ci divertivamo abbastanza fra di noi non abbiamo cercato altri inserimenti. Il nostro è un rock strumentale, tutto qui.

Quanto è cambiata l'esperienza dello studio di registrazione nel corso degli anni e con tutte le evoluzioni tecnologiche ad esso connesse?

Nessuno di noi ha significative esperienze di studio di registrazione precedenti al 1995, la tecnologia è un supporto straordinario e nello stesso tempo normale per i nostri tempi, l’importante è il tipo di uso che un gruppo vuole farne.
Noi pensiamo che chi vuol fare il musicista debba principalmente suonare in pubblico, per cui la registrazione resta importante, ma deve essere intesa come la fotografia del risultato artistico e musicale a cui un gruppo è arrivato, non l’obiettivo principale, che resta quello di suonare davanti al pubblico. A noi poi piace registrare quello che siamo in grado di suonare, quindi niente sovra incisioni e nessun accorgimento che non si possa riprodurre in concerto. In questo caso quindi Acqua Libera usa lo studio di registrazione per riprodurre quello che è in grado di suonare in pubblico, senza troppi “magheggi” incompatibili con il live e quindi con la tua “vera” possibilità di suonare la tua “vera” musica, bella o brutta che sia.

Le attuali giovani generazioni sono abituate ad ascoltare musica con lo smartphone e la scarsa attenzione alimentata da questo tipo di ascolto penalizza sicuramente generi come il progressive, che hanno bisogno di modi e tempi adeguati...

Tutta la buona musica ha sempre bisogno di modi e tempi adeguati per essere capita e goduta come dovrebbe. La musica che si ascolta come sottofondo a uno spritz, come sottofondo a un percorso per andare a scuola, a lavoro, all’università, o mentre facciamo Jogging, o è musica da buttare o peggio è musica buttata via o peggio ancora è un allenamento quotidiano alla distruzione del piacere di ascoltare musica.
Non è che l’ascolto della musica come sottofondo sia completamente da evitare se è accompagnata anche a momenti in cui ascoltiamo davvero soltanto musica, senza fare altro, senza usarla esclusivamente come appendice.
Se nella vita di una persona i due modi di approccio alla musica coesistessero, l’uso della musica come sottofondo non sarebbe un problema, ma sempre più spesso capita di constatare che la musica è usata sempre e soltanto come piacevole sottofondo. Questo è il motivo per cui manca sempre più il pubblico ai concerti, a parte le grandi Kermesse dove fa fico esserci.

Una delle critiche generiche da sempre fatte al Prog, è quella che a volte produce fredde esibizioni di mera tecnica strumentale, lasciando in secondo piano il lato artistico. Voi in che modo vi ponete di fronte a queste considerazioni?

Facciamo del nostro meglio perché questa sensazione non venga condivisa da coloro che ci ascoltano. Per un musicista la tecnica strumentale è tutto, è il linguaggio con cui trasmettere sensazioni, con cui comunicare il nostro amore per la musica. Logicamente la tecnica fine a se stessa è un esercizio e giustamente nessuno ci tiene ad andare ad ascoltare una serie di esercizi. Noi speriamo e crediamo di poter comunicare sensazioni, magari più difficili da cogliere perché stimolate con il solo supporto strumentale, ma quando costruiamo un brano ci assicuriamo che abbia un suo messaggio emozionale autentico e percepibile (anche quelli senza la voce e un testo), che esprima il suo giusto groove e che evidenzi una musicalità riconoscibile. Se poi tutto questo viene raggiunto anche utilizzando una tecnica sopraffina la cosa non dovrebbe disturbare.

Quali sono i vostri gruppi storici preferiti di progressive?

I Soft Machine, Genesis, King Krimson, Yes, Jethro Tull, Traffic, Colosseum, Chicago, Blood Sweat & Tears, Emerson Lake e Palmer, Area, Perigeo, PFM, Banco del Mutuo Soccorso, Napoli Centrale, ecc, fino ai Dream Theater.

Il progressive italiano è uno dei pochi generi che siamo riusciti ad esportare all'estero. Come mai secondo voi?

Era un periodo musicalmente felice in Italia e siamo riusciti a far conoscere la nostra musicalità anche nel mondo del rock; avevamo ottimi musicisti e ottimi gruppi musicali, preparati e spesso originali, che sono stati apprezzati dal pubblico giovanile anche all’estero, tutto qui. Quando se lo ricordano gli italiani sanno fare la differenza nelle arti.

Che album progressive consigliereste ai  ragazzi giovani di oggi, abituati per lo più ad ascoltare rap?

Consiglierei un po’ di pazienza e di voglia di approfondire (senza ricercare la libidine immediata…), l’ indispensabile curiosità e la disponibilità di utilizzare un po’ del loro tempo per ascoltare il più possibile questi LP storici (mi dispiace per gli altri centinaia che meriterebbero di essere ascoltati):

King Crimson In The Court of the Crimson King o In The Wake of Poseidon o Island o Red (meglio tutti!)
Genesis Foxtrot
Yes Fragile
Colosseum Valentine Suite o Colosseum Live! (1971)
Soft Machine Third o Six
Emerson Like e Palmer Tarkus o Emerson Like & Palmer
Jethro Tull Acqualung o Thick As a Brick
Area Area
Perigeo Abbiamo tutti un blues da piangere (per molti non è progr, ma va bene così, ascoltatelo)
PFM Storia di un minuto

Com'e l'ambiente progressive nella vostra zona? A Genova ad esempio abbiamo un ottimo negozio fisico, Black Widow che è molto fornito e si prodiga anche nell'organizzazione di numerosi concerti...

A Siena c’è un ottimo gruppo, i Profusion, al loro terzo CD; ma dopo Acqua Libera c’è il vuoto! Gli appassionati perciò si spostano per assistere concerti a Firenze, Perugia - dove esiste un attivo gruppo di proggers – ovviamente Genova, oltre che a Milano e Roma, insomma tutto sommato è una buona comunità di musicisti, critici e appassionati, anche se ristretta.

Siete riusciti a portare questo nuovo album in giro e a suonarlo dal vivo? Qual'è il vostro rapporto con le esibizioni live? Avete un approccio dove è presente molta improvvisazione o cercate di rimanere fedeli alle partiture?

Abbiamo già fatto due concerti, due li faremo ancora sul territorio senese a marzo e maggio, uno nel perugino a giugno, attendiamo risposte per un concerto a Roma ed uno a Milano, poi vedremo.
Per noi esistere vuol dire suonare live, le registrazioni sono un corollario importante, ma senza live non c’è musica vera e non c’è futuro per un musicista. Noi siamo super fedeli alle partiture, quando abbiamo deciso di registrare un brano lo abbiamo fatto in modo che fosse eseguibile così come lo abbiamo registrato. In un certo senso anche le improvvisazioni, per quanto possibile, risentono di questo approccio.

Avete altri progetti musicali a parte il gruppo?

I Profusion per Jonathan, insegnamento in Scuole di musica per Marco, attività organizzativa in altri generi musicali per Franco e Fabio.

Cosa c'è all'orizzonte per gli Acqua Libera?

Concerti, forse il secondo CD, ancora concerti … un po’ di felicità ?... e speranze varie….

Acqua Libera
Franco Caroni
Acqua Libera
Jonathan Caradonna
Acqua Libera
Fabio Bizzarri
Acqua Libera
Marco Tosi