Il disordine delle cose
Il disordine delle cose
Omonimo disco di esordio per questo gruppo piemontese, prodotto da Marta sui tubi e con ospiti come Syria, Perturbazione e Paolo Benvegnù.
Un lavoro molto "perfettino" studiato e senza sbavature che parte con due bei brani intimisti come "Il colore del vetro" e "L'altra metà di me stesso".
Maggior energia, seppur intrisa di malinconia adolescenziale in "Don Giovanni", dove si parla delle prime esperienze sessuali. "L'idiota" narra di un ipotetico presidente, che ha quasi tutto quello che si possa desiderare. E' su quel quasi che si basa il brano e quando termina si ha la stessa sensazione di incompiutezza descritta nella storia, che inesorabilmente si ribalta sul pezzo donando una sensazione di incompiutezza e incompletezza.
"Muscoli di carta" e "Infezione" scorrono abbastanza indifferenti.
"La mia fetta" è dolce, con un bell'impasto vocale nel ritornello.
Il disco prosegue su questo tracciato, senza guizzi ma senza neanche tonfi.
Ci troviamo di fronte ad un buon disco, con l'unica pecca che anche dopo numerosi ascolti, per motivi iperscrutabili non ci dà le emozioni che ci si poteva aspettare. Tante potenzialità da sviluppare, in particolare riguardo alla ricerca di quella particolare alchimia che rende capaci di stimolare certe corde, di creare gioie uditive che rimangano, che lascino qualcosa da portare dentro.
Un elogio alla realizzazione grafica ed artistica della confezione, che fa davvero la differenza rispetto ai tanti (troppi) prodotti indistinguibili.
Il disordine delle cose
Il disordine delle cose
Brani:
- 1) Il colore del vetro
- 2) L'altra metà di me stesso
- 3) Don giovanni
- 4) L'idiota
- 5) Muscoli di carta
- 6) Infezione
- 7) La mia fetta
- 8) Lacrime e fango
- 9) L'astronauta
- 10) Il pittore del mondo
- 11) Quella sensazione di comodità
- 12) Piume di cristallo
- 13) Sottile ipocrisia
- 14) Non sono io, sono gli altri