Niccolò Bossini

QBNB

Brani:

  • 1) Rumori di Londra
  • 2) Paul
  • 3) Il mio nome
  • 4) Io non sono qui
  • 5) ...e dimmi che non ho ragione
  • 6) Sotto questo gigantesco boh
  • 7) La domenica è andata
  • 8) Non si sa mai
  • 9) La mia malinconia
  • 10) Sulla buona strada
    Bonus tracks (digital version)

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Niccolò Bossini

QBNB

Cd, 2012
Genere: Pop , Rock

Note

I brani raccontati dall'autore

Rumori di Londra

Londra è un posto-pretesto. Londra come Berlino o Los Angeles, Kyoto e Buenos Aires. Londra è nell'anima. Basta solo non stare qui. "Qui" è l'Italia, certo, ma anche un altro posto-pretesto. Un posto in cui non c'è più nulla da salvare. Un posto in cui non si è più liberi di sbagliare, piangere o vomitare. Quando saremo andati via nessuno ci dirà di no, ma non ci sarà neanche più nessuno a proteggerci e a salvarci. Dopo ce la dovremo cavare da soli. Noi però, con la forza dell'amore che ci siamo giurati prima di partire.

Paul

Svegliatevi mamme! Vostro figlio, al venerdì sera, potrebbe essere davvero come Paul. Vostro figlio, spesso… è Paul! Durante la settimana lavora o si cerca un lavoro. Tutto viene taciuto e tenuto a bada. Gioie (poche) e dolori (molti) sono appiattiti in vista di un weekend di ordinario delirio in cui l'anima viene fuori con un impeto devastante per poi finire regolarmente li, gettata dentro ad una turca. Quando va bene... Potremmo chiedere loro "come va" ogni tanto? Perché i vostri Paul, alla fine, sono buoni. E si meriterebbero qualcosa in più.

Il mio nome

"Il mio nome" è la storia di un ragazzo in trincea. Ha un fucile e ci lotterà per il bene più prezioso di tutti, la libertà, infischiandosene degli sguardi di chi lo circonda. È un soldato bizzarro poiché la sua arma è una chitarra, ma potrebbe essere una racchetta da tennis, un pennello, una cinepresa... Poiché questa canzone incita ad usare tutte le forze, le proprie "armi", per fare qualcosa di giusto che rimanga nel tempo o quantomeno per affermare la propria esistenza.

Io non sono qui

Il testo parla dell'incontro fra due persone apparentemente infelici della propria vita e della propria situazione sentimentale. Si conoscono in un pezzo di mondo sconosciuto ad entrambi, in cui loro due non sono più "nessuno" e si innamorano. Qualcun altro li aspetta, dall'altra parte del mondo. Ma loro sono liberi di fare ciò che vogliono, Perché nessuno li può vedere, nessuno li può sentire, nessuno ne può soffrire. Con un dubbio semplice e perfetto ad accompagnarli: "sarà più facile dopo che ci saremo consumati l'un con l'altro?". No. O forse sì.

...e dimmi che non ho ragione

La generazione nata tra il 1974 e il 1982 (ma si allarga ogni anno di più) è una generazione di mezzo. Una generazione di gente nata nella bambagia a cui nessuno ha chiesto responsabilità per tanto, troppo tempo. E che ora però, di contro, è tagliata fuori da tutto. Una generazione che è stata troppo giovane sino a quasi 30 anni e che dopo i 30 si è ritrovata vecchia, inutilizzabile, fuori gioco. Una generazione tra le più sfigate degli ultimi 100 anni. La situazione è drammatica, non fosse che ha risvolti anche comici.

Sotto questo gigantesco boh

Il gigantesco boh è il cielo sopra la metropoli. Quella metropoli "cattiva" che ti ingloba perché per la "big city life" alla fine la tua vita conta poco. Conta per fare grande la "big city" stessa, dove tanti si sposteranno e si affanneranno per guadagnare metri. Cercando di sbarcare il lunario con il sogno non troppo nascosto di trovare un motivo che altrimenti non si riuscirebbe a dare alla propria vita. Sperando che sia la metropoli a fare il miracolo che non siamo riusciti a fare noi. E un salvagente sempre presente: i soldi di mamma e papà.

La domenica è andata

La domenica è andata. La festa è finita. Tutto è più difficile, tutto rema contro e fa in modo che la vita non sia più il gioco che era una volta. Non si sa bene se sia il mondo ad essere cambiato o se sia solo la nostra età che ha perso la sua verginità. Ma il dato di fatto è che la voglia di saltare sopra un treno e scappare è tanta. Oppure di salire su una barca e fare come fanno i marinai. Che prendono il mare e se ne fregano di tutto quello che lasciano a terra.

Non si sa mai

Non si sa mai è un'espressione comune che viene intesa come una predizione di sventura. La realtà è che come ogni luogo comune che si rispetti, nella vita è vero che NON SI SA MAI. Ma NON SI SA MAI anche quando tutte le speranze sembrano finite e poi però, come per magia, si avverano. "Non si sa mai" è la canzone più ottimista dell'album, quella che più di tutte fa arrivare un messaggio di positività. Meglio non buttare mai via tutto, perché anche dal buco più fondo o dalla situazione più intricata si può uscire.

La mia malinconia

La malinconia di cui si parla in questo testo è una risposta ad una situazione difficile che l'autore vive nel momento in cui scrive la canzone. La malinconia che rivuole è una sorta di "dolce naufragar in questo mare". È una sensazione lieve, è bersi una birra di fronte ad un tramonto dopo una bella giornata che è finita. È il ricordare. È il lasciarsi andare al corso della vita con accettazione. Se al fiume ti opponi ti tira giù, se ti lasci portar via arriverai da qualche parte. La malinconia, nel frattempo, ti cullerà come un'onda.

Sulla buona strada (digital bonus track)

Quando una persona ti lascia si aspetta lo scorrere del tempo con un pensiero fisso: la buona strada è persa ed ora siamo su una strada cattiva, lenta e dall'orizzonte lontano. È in questi momenti però che si cambia. In meglio. La strada che apparentemente sembra buona è una strada piatta, sempre uguale che spesso non ci porta a quel che conta davvero. Esattamente come la strada cattiva, che ci fa star male solo per il fatto di esserci su, molte volte è quella che ci apre gli occhi e ci costringe a vedere il mondo da dove non l'avevamo mai guardato. Scoprendo una vita nuova che non avevamo immaginato.

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