Passiflora: Intervista del 18/12/2014

Pubblicato il: 18/12/2014 . Ultimo aggiornamento: 23/12/2014


Sono felice di presentarvi l'intervista a questo gruppo dark wave, formatosi negli anni '80 e ormai sciolto da anni, che ha lasciato un segno indelebile in molte persone che hanno avuto la fortuna di ascoltare i loro lavori, usciti su cassetta e su dischi in vinile. Le domande che seguono vogliono ripercorrere il percorso dei Passiflora e lasciare una speranza sul futuro, in particolare per la possibilità che qualcuno rimasterizzi i vecchi lavori e li renda nuovamente ascoltabili ad un pubblico potenziale molto più ampio rispetto a quello di anni fa.
Tutte le risposte sono di Marco Borghesi.

In che anno sono nati i Passiflora? Raccontami un po’ come si è formato il gruppo, quali sono state le ispirazioni musicali e letterarie che ne hanno favorito la nascita. E’ stata la vostra prima prova musicale, o qualcuno proveniva da altre esperienze?

Abbiamo iniziato a suonare insieme come Passiflora nell’inverno dell’84. Il nucleo dei Passiflora (io + Edoardo Marraffa, & mio fratello Riccardo ) era stato parte di un gruppo precedente (Sea Slugs prima , poi Rosebud quando incominciammo a vergognarci del nome) – credo dall’81, dove io suonavo il basso ed Edoardo e Riccardo suonavano entrambi il sax (tenore e contralto rispettivamente). All’ inizio suonavamo principalmente covers (un gran misto – Devo, Talking Heads, Dead Kennedys, The Cure, Dire Straits (!?)….) – poi iniziai a scrivere brani per il gruppo, prima in inglese e poi in Italiano, - la gavetta che ha poi portato ai Passiflora. Un brano di quest’epoca e’ sopravvissuto nel repertorio successivo (Cose, poi pubblicato nella K7 Sacrificio). A parte diversi concerti in ambito locale (noi siamo di Cecina, provincia di Livorno) , l’highlight live fu fare da supporto ai Wax Heroes a Pisa nell’83 credo..
I Passiflora sono nati da un momento di impasse di questo gruppo -ci lascio’ il batterista, che provammo a rimpiazzare senza successo per parecchi mesi…dopo di che io Edo e Riccardo (a cui il gruppo iniziava a stare stretto), decidemmo la scissione. Credo che tutti e tre sentissimo il bisogno di produrre musica che esprimesse in maniera piu’ diretta ed emozionale quello che sentivamo – da cui anche la scelta di affidarci ad una voce femminile, e la scelta del nome. Per questo anche decidemmo di limitare le intrusioni e gestire tutti gli strumenti tra di noi – i due sassofonisti si alternavano al basso, con Riccardo addetto anche alla programmazione della drum machine.
A parte questo non avevamo una direzione programmatica particolare - per il cantato in Italiano i Diaframma erano senz’altro un punto di riferimento importante, ma oltre a questo non ricordo molto altro, anche se ovviamente tutti gli ascolti dell’epoca (ed erano tanti!) avranno avuto la loro influenza. Ispirazioni letterarie (e cinematografiche) ce ne sono state diverse e varie nel corso della vita del gruppo (spaziando da Verga e Pirandello, a Perec , Tarkovski, Kusturica…) ma niente di specifico all’inizio.
Ricordo un epico viaggio invernale con la Panda di Edoardo verso Bra, dove c’era un magazzino di strumenti musicali famoso anche da noi, e dove “facemmo la spesa” investendo in chitarra (economica- una Squier), effetti, amplificatori e la drum machine che ci avrebbe accompagnato per buona parte del percorso come Passiflora (avevamo perso ogni fiducia nei batteristi!).

Cosa ricordi del primo demo che avete pubblicato nell’ormai lontano 1985? Noto che c’è una cantante che poi non è più comparsa successivamente, Silvia Baroni.

Silvia Baroni che canta nel demo era una nostra amica (anche lei di Cecina) che convincemmo a entrare come cantante nel nuovo gruppo. Ricordo gli inizi del gruppo come un periodo pieno di entusiasmo, componemmo canzoni velocemente e dopo qualche mese avevamo gia’ abbastanza materiale per iniziare a suonare dal vivo (debutto alla Festa dell’Unita’ di Cecina Mare - Agosto 1985). Il demo fu registrato durante l’estate a casa di un nostro amico piu’ grande (noi eravamo ventenni, Riccardo non ancora maggiorenne), Marco Ricci, che aveva un registratore a bobina – due tracce sole, ma fu registrato come in studio, con parecchi riversamenti e sovraincisioni.. non eravamo molto convinti della voce, e andammo addirittura al GAS studio a Firenze ad aggiungere effetti sulla traccia della voce, e poi farci stampare credo duecento cassette da una ditta di Firenze specializzata in queste cose.
Lo mandammo a Rockerilla, che pubblico’ una recensione/annuncio di due righe con indirizzo, prezzo etc… e ricevemmo parecchie richieste per il demo – che al tempo erano lettere con qualche migliaio di lire in contanti - e’ strano ora pensare come funzionavano le cose nell’era pre-internet! Lo mandammo al programma di Radio 3 “Un certo discorso” di Giancarlo Susanna, che trasmise 2 brani e ci intervisto’ pure in diretta (per telefono)…Probabilmente non se lo ricordera’, ma lo mandammo pure a Federico Fiumani dei Diaframma che fu gentilissimo e ci scrisse una lettera piena di consigli.

Di quel periodo rimane il “Live in Roma” del 1986. Era stato registrato per un programma della Rai?

Esatto, per lo stesso programma di cui ho detto sopra. Visto che aveva apprezzato il demo, dopo qualche mese mi feci coraggio e scrissi a Giancarlo Susanna, per sentire se per caso c’erano opportunita’ per suonare dal vivo in studio- nel corso di questo programma suonava una band dal vivo ogni settimana (il lunedi’ pomeriggio credo) ..era uno dei miei programmi preferiti, e fu un onore essere invitati a partecipare. Il concerto ando’ molto bene, sia lo studio che il mixaggio erano ovviamente professionali (chiaro, la RAI!) e suonare in diretta nazionale fu emozionante per noi. Ricordo il viaggio a Roma, la mensa della RAI che non costava quasi niente (ovviamente sovvenzionata dai contribuenti…) e l’intervista in diretta dopo il concerto – senz’altro uno degli highlights della nostra carriera musicale…la cassetta a cui ti riferisci in realta’ non e’ una publicazione ufficiale (anche se l’avrebbe meritata) ma una specie di bootleg -tra l’altro apparso recentissimamente in un blog in formato mp3, ma in qualita’ audio scarsa… solo tre brani furono pubblicati in una compilation dell’Energeia di Napoli (“Colori incontaminati”). Purtroppo il master su cassetta di questo concerto non ce l’ho piu’ perche’ un membro del gruppo (di cui non faro’ il nome) ci registro’ sopra per sbaglio….!!

Nel 1987 le cose si fanno più “serie” e pubblicate un’autoproduzione su vinile 7”, con due ottimi brani new wave, “Statica / Gente del teatro e della morte”. Nella formazione c’è una new entry, Gabriele Santini e una nuova, ottima voce, Cristina Pantaleone. Anche la distribuzione è stata curata da voi? Com’è andata?

Il 7” lo registrammo in uno studio professionale , i GAS studio a Firenze, dove erano stati registrati tra l’altro diversi dischi dei Litfiba …L’esperienza di registrare in studio fu fantastica, e fummo molto contenti del risultato … Cristina, anche lei della nostra zona, fu reclutata tramite un annuncio dopo che Silvia lascio’ il gruppo nell’86 (era gia’ lei la voce nel concerto alla RAI di cui detto prima), e sia la sua voce che le tastiere di Gabriele contribuirono moltissimo all’evoluzione del suono del gruppo. Il 7” fu distribuito anche dalla Toast di Torino, che si occupava di distribuzione di prodotti indipendenti, ricevette buone recensioni sulla stampa specializzata, fu passato anche su radio nazionali (Radio notte per esempio- grazie ancora a Giancarlo Susanna) ed effettivamente servi’ a farci conoscere un po’ di piu’.

Nel 1988, approdate all’Energeia, un’etichetta di produzione/distribuzione musicale indipendente, seguita da Davide Morgera e avente sede a Napoli. Attiva, come molte altre distro dell’epoca, soprattutto tramite il suo catalogo postale, distribuito quindi per lettera. Come vi siete conosciuti? Come si è svolta la collaborazione?

Ci contatto’ Davide per lettera, chiedendoci se ci interessava partecipare ad una compilation su cassetta che stava curando (“Colori incontaminati”), a cui partecipammo con alcuni brani del concerto RAI di cui abbiamo parlato sopra. Nel frattempo avevamo registrato (agli studi SAM di Lari) 4 brani – l’idea iniziale era di farli uscire come EP su vinile, se avessimo trovato un’etichetta interessata. Davide ci propose invece di farli uscire su cassetta – Energeia usava principalmente questo formato, le produzioni avevano un look professionale, nonostante fosse un’etichetta piccola e con mezzi limitati, ed accettammo la proposta. Energeia si occupo’ sia della produzione che della distribuzione, e nonostante il formato avesse ovviamente una visibilita’ minore di un uscita su vinile, la cassetta ebbe ottime recensioni.

In questa nuova uscita, intitolata “Sacrificio”, c’è nuovamente un cambio di voce. A cosa si deve questa scelta/necessità?

Fu una necessita’ - Cristina lascio’ il gruppo poco dopo l’uscita del 7” per motivi personali – veniva da un background musicale piuttosto diverso e credo che alla fine l’esperienza con i Passiflora stesse diventando un po’ troppo intensa.

La nuova cantante, Bianca Rossi ha una voce incredibile e si inserisce subito perfettamente nel vostro contesto.

Bianca era gia’ da tempo nel giro del gruppo, e fu una scelta naturale - anche se per un po’ provammo anche altre voci prima di decidere. Bianca e’ stata la voce dei Passiflora per il periodo di tempo piu’ lungo, e sulle produzioni piu’ importanti, ed e’ senz’altro quella che ha caratterizzato di piu’ il gruppo e la direzione musicale della seconda parte della carriera dei Passiflora.

Sei soddisfatto di “Sacrificio”? Come lo vedi con il senno di poi?

In generale si’ sono soddisfatto. Ho riascoltato poco tempo fa un master, e devo dire che mi ha quasi emozionato … si sente un po’ la mancanza di produzione e lo rimixerei se potessi. Comunque i brani sono sempre belli anche a distanza di tempo, la registrazione e’ molto pulita. Avrei voluto che fosse ascoltato di piu’, ma mi sembra che stia comunque avendo ora una seconda vita sul web..

Dopo questa produzione Energeia, ho reperito sempre dalla stessa etichetta, due live, uno a Pisa e uno a Castellamare di Stabia, entrambi del 1989.

Altri bootlegs! Sono registrazioni che non sapevo neanche fossero state distribuite. Il concerto a Pisa fu nel corso di una rassegna organizzata in una Casa dello Studente. La seconda registrazione fu durante una serie di date nel Napoletano, che furono organizzate dall’ Energeia- una delle nostre rare puntate fuori dalla Toscana.

Bisogna aspettare il 1991 per avere un vostro nuovo lavoro, che purtroppo si rivelerà anche l’ultimo.
Un mini lp intitolato “Qualcosa dovrebbe cambiare” per l’etichetta Hax, con una grafica particolare, parzialmente disegnata un una copertina trasparente posizionata sopra alla custodia di cartone.
Musicalmente il suono si sposta dal dark al post/punk, new wave. A cosa si deve questo tipo di evoluzione?

A vari motivi….prima di tutto gli ascolti musicali erano cambiati- personalmente all’epoca ascoltavo parecchio gruppi piuttosto rumorosi in cui le chitarre dominavano (Sonic Youth, Dinosaur Jr, Loop, My Bloody Valentine…) e questo condiziono’ senz’altro il suono dell’album. Forse c’e’ anche il fatto che, crescendo, stavamo diventando un po piu’ arrabbiati e meno riflessivi! Inoltre, Edoardo e Riccardo fuori dal gruppo suonavano free jazz, e anche questa influenza si sentiva molto nella nostra musica all’epoca, sia in termini di suono che di apertura all’improvvisazione. La copertina del disco fu opera- oltre al nostro grafico di fiducia Cosimo Vinci- di Massimo Bartolini, un nostro amico cecinese che adesso e’ un artista affermatissimo.

La scelta del titolo a cosa fa riferimento?

Dopo anni di attivita’ e di impegno piuttosto intenso, una certa frustrazione iniziava effettivamente ad emergere, principalmente a causa della mancanza di riconoscimento e della difficolta’ di venire fuori dal nostro giro ristretto… il titolo si riferisce principalmente a questo – unito forse ad una generale insoddisfazione che avevo per la mia vita al momento…

Il brano “Vecchio porco” è stato scritto con "qualcuno" in mente?

Inizialmente riflessioni su me stesso proiettato nel futuro…poi scrivendo il testo, emerse un personaggio con vita propria (senza riferimenti ad una persona specifica), ed il brano raccontava la sua storia.

Particolare la scelta di inserire una “cover” di pinocchio cantata in lingua francese...

Pinocchio lo vedevamo un po’ come un simbolo di ribellione giovanile, e in particolare il Pinocchio di Comencini era stato importantissimo per tutti noi mentre crescevamo… le musiche di Fiorenzo Carpi sono stupende e spesso le suonavamo per divertimento durante le prove. Alla fine decidemmo di includere il tema principale nel disco. Visto che non c’e’ un testo in Italiano, Bianca propose un testo in francese che aveva imparato alle scuole elementari… in generale ci attirava molto recuperare musiche della nostra infanzia, e non come operazione demenziale, ma anzi con molto rispetto e nostalgia.

Quali erano le anime del gruppo? Eravate tutti allineati sullo stesso genere / idee, oppure alcuni avrebbero voluto apportare modifiche diverse al progetto?

Abbastanza allineati all’inizio su sonorita’ dark/new wave, ed ascoltavamo piu’ o meno tutti la stessa musica. Riccardo ed Edoardo ascoltavano e suonavano jazz, e, come detto tramite la loro influenza, emerse con il tempo un anima jazz/improvvisativa (spesso mescolata ad influenze noise) che non e’ documentata tantissimo nelle uscite “ufficiali”. Riguardo al genere, mi sembra che l’evoluzione del suono fu organica, e non ci furono divergenze particolari, a parte forse alcune discussioni sul mixaggio dell’album, dove le tastiere furono piuttosto ridimensionate (e mi spiace molto di non avere conservato mix alternativi!).

A livello compositivo, come vi gestivate? Chi scriveva i testi, chi le linee musicali, ecc.

I testi (a parte qualche eccezione) li scrivevo io. Riguardo alle musiche, a volte ho proposto al gruppo dei brani già strutturati, altre volte partivamo da un'idea o una linea musicale (in genere o mia o di Edoardo o Riccardo), su cui poi il brano si evolveva con il contributo di tutti - ma è anche successo che dei brani sono emersi da improvvisazioni durante le prove.

A livello di stampa musicale eravate riusciti ad avere delle recensioni?
Io ad esempio mi ricordo che siete citati nella “Enciclopedia del rock italiano” (Arcana, 1993; a cura di Federico Guglielmi, Cesare Rizzi e Giordano Casiraghi)

Si’, i dischi furono recensiti sulle riviste principali di settore (Rockerilla, Ciao 2001, il Mucchio, Urlo) piu’ varie fanzine, ed avemmo interviste pubblicate su Ciao 2001 ed Urlo. In genere le recensioni furono buone (anche se le migliori sono senz’altro su Estatica!) – a casa ho ancora una rassegna stampa… Del libro di Guglielmi non sapevo.

Cosa è successo dopo questo lavoro?

Abbiamo continuato a suonare e comporre fino all’estate del 1992. In questa fase abbiamo suonato parecchio dal vivo, spesso in centri sociali occupati. Dopo la registrazione del disco, Gabriele lascio’ il gruppo, ed entro’ un batterista molto bravo, Mirco Sabatini, che e’ stato con noi fino alla fine e contribui’ all’ulteriore evoluzione del suono su sonorita’ rock/noise , un po’ sulla scia dei brani piu’ veloci del disco (nel disco aveva suonato un altro batterista nostro amico, Sergio Vinci).
Questa fase e’ purtroppo poco documentata – avremmo voluto registrare ancora in studio, ma non avevamo i soldi per farlo. In realta’ iniziava a richiedere un certo sforzo (anche economico) anche trovarsi per provare, dato che a questo punto eravamo abbastanza disgregati geograficamente.

C’è qualche aneddoto curioso che vuoi ricordare relativo, all’avventura con i Passiflora?

Un aneddoto postumo: “Serpe in Seno” , uno dei brani dell’album, e’ stato finalista diversi anni fa nella Coppa Rimetti (una competizione per i brani piu’ brutti della musica italiana) nel corso del programma radio RAI “Il ruggito del coniglio”…non so chi dobbiamo ringraziare per la segnalazione – questa e’ stata per molto tempo l’unica traccia dei Passiflora prima che riemergesse qualche interesse sul web!

Quando ti ho contattato, mi hai detto che i Passiflora sono “una ferita sempre aperta”. Si percepisce un certo rimpianto, mi spieghi un po’ meglio i tuoi sentimenti a riguardo?

Certo, un po’ di rimpianti ce li ho, per vari motivi…non credo che abbiamo espresso tutto il potenziale che avevamo, sia per limiti economici, tecnici e in generale per mancanza di supporto/interesse; abbiamo registrazioni ascoltabili solo di una frazione di tutta la produzione dei Passiflora; e la fine del gruppo arrivo’ molto improvvisa… Bianca decise di lasciare (almeno per me inaspettatamente) per dedicarsi alla lirica, e nel periodo in cui stavamo facendo piani per il dopo-Bianca, io mi ruppi un braccio. Quando dopo qualche mese ritornai in grado di suonare di nuovo, il gruppo si era ormai dissolto.
Poi per parecchi anni non mi sono interessato piu’ di tanto a quello che avevamo fatto, mi sono concentrato su altre cose, e mi sono distaccato da questa fase – sono un perfezionista, e diciamo che mi ricordavo piu’ i difetti e i problemi che gli aspetti positivi - e’ solo da qualche anno che mi sono -per cosi’ dire- riconciliato con la nostra musica. A distanza di tanti anni fa uno strano effetto, ovviamente riconosco degli elementi familiari, ma ce ne sono anche altri che mi sorprendono

Ora so che vivi a Belfast, distantissimo non solo temporalmente, ma anche fisicamente da dove erano nati i Passiflora. Sei rimasto ancora in contatto con alcuni componenti del gruppo?

Sono rimasto in contatto con Edoardo, e ovviamente con mio fratello. E’ stata una diaspora…Riccardo e Gabriele vivono a Parigi, Bianca in Germania, Edoardo a Bologna, Mirco credo in Canada…

Come vivi la musica oggi? Hai smesso di suonare? Che musica ascolti?

Al momento la musica la vivo da ascoltatore (e dal vivo quando posso)…ho smesso di suonare da quando mi sono trasferito all’estero. Gli ascolti cambiano col tempo e sono disparati….ascolto sia musica di adesso che del passato, al momento principalmente rock indipendente / alternativo, ma anche folk.... la lista sarebbe lunga!

In questi ultimi anni, ci sono stati ripescaggi di molti gruppi anni ‘80 e ‘90, con ristampe su cd, ritorni in auge di gruppi passati a suo tempo in sordina, ripescati grazie ad internet, ecc. ecc.
Il problema con i Passiflora, è che davvero, non c’è più nessuna possibilità di ascoltare le vostre canzoni. Nessun mp3 in giro, su YouTube sono stati postati 2 o 3 brani che scaricati e ascoltati sullo stereo si sentono malissimo.
Io stesso avendo rotto da anni il mio vecchio registratore a cassette Aiwa, sono impossibilitato ad ascoltare il vostro materiale su cassetta.
Possibile che non ci sia nessuno dei vecchi componenti del gruppo che si prenda la briga di digitalizzare il vecchio materiale? Non è un peccato, dopo tanti anni di sacrifici, buttare anche quello che potrebbe rimanere negli anni e cioè la musica?

Non posso non darti ragione. Tra i buoni propositi per il 2014 avevo: 1) di finire questa intervista – e ci sono quasi riuscito… 2) digitalizzare le cassette e i vinili (di Sacrificio e Qualcosa dovrebbe cambiare ho i masters). Come minimo avere delle versioni digitali di buona qualità, ma mi piacerebbe esplorare la possibilita’ di un CD antologico, al limite anche autoprodotto.. Avevo trovato un accordo l’anno scorso con una etichetta specializzata in recuperi di questo tipo che pero’ poco dopo ha cessato le attivita’. … comunque ,spero che qualcosa si muovera’ presto.

In ultimo vuoi aggiungere qualcosa?

Devo ringraziarti per aver tenuto vivo tramite Estatica l’interesse per la nostra musica, quando eravamo caduti nel dimenticatoio…nell’ultimo anno o due, anche grazie alle tue segnalazioni, c’e’ stato un risveglio di attenzione sul web (brani su Youtube, mp3 su vari blogs), che non puo’ che farci piacere!

Passiflora
1985
Passiflora
Live Castelfranco 1986
Passiflora
1988
Passiflora
Live Castellammare 1989
Passiflora
Live Campi 1990