Ottobre Scirocco

Ottobre Scirocco

Recensione
Pubblicato il 19/05/2009
Voto: 7.5/10

Ottobre Scirocco: hanno in sé il vento che potrà farli volare…

Tra i vari ringraziamenti presenti nell’ultima pagina dell’ottimo libretto che accompagna questo primo disco degli Ottobre Scirocco ho trovato un grazie a “Bobo Rondelli per quella mezza bottiglia di rosso” e ciò mi ha reso questo disco subito simpatico, anzi mi sono detto: se un personaggio così originale come il cantautore livornese ha condiviso una bottiglia di rosso con loro deve esserci una ragione…

… e di ragioni valide c’è n’è più d’una Ottobre Scirocco è un disco in cui il blues è molto presente, ma non egemonizza l’intero lavoro, inoltre non è affatto il solito blues pronto a scimmiottare quello d’oltre oceano, è anzi intriso delle storie di casa nostra e delle nostre meschinità anche se vi è contenuta una splendida canzone “Rose Parks” che parla della scintilla che ha portato alla nascita del Movimento Americano per i diritti civili.

Ma non precorriamo i tempi e passiamo piuttosto all’ascolto del disco che s’apre con “L’uomo di luglio”, un brano musicalmente piuttosto teso, ma con un testo evocativo “Davvero soffiasse un vento dolce dall’Africa / fra le inferriate d’oro della città / sui panni sporchi che non asciugano più / stesi davanti alle TV. / Portasse sabbia e sale e dignità / fra le dita di chi lo suonerà”.

Decisamente diverso lo stile del successivo “***”, brano che sembra uscito da un disco dei Sulutumana per la grazia del porgere e la poeticità delle immagini, a dominare il pezzo è la dolcezza degli archi ed il nitore di versi come questi “Le pagine dei libri annegarono nel vino / l’inchiostro si fece sangue e le parole / terra da bruciare. / La poesia si liberò / dalle prigioni patinate / e i poeti rimasti vedovi / annegarono / senza alcuna redenzione”.

Rose Parks” introdotto da un frammento di un canto tradizionale degli schiavi di colore è, come ho già accennato sopra, un magnifico brano precedentemente presentato dal gruppo ad un concorso dall’esito disastroso, ma la cosa ormai non deve stupirci più di tanto e narra dell’episodio capitato a Rose Parks donna di colore arrestata per non aver voluto cedere il posto ad un avvocato bianco su un tram a Montgomery nell’Alabama, nascerà così il Movimento Americano per i diritti civili cui aderirà un inizialmente titubante, Martin Luther King.

La porta dietro al palco”, aperta da chitarra acustica ed armonica a bocca come nei migliori blues classici narra, quasi fosse un back-stage la sciagurata esibizione al concorso sopra citato, un’avventura finita male che però non ha abbattuto il morale del gruppo, ma l’ha anzi fortificato portandolo a fare infine questo buon disco.

Eterna sera” è come un preludio, suonato prevalentemente con la lap steel, io l’avrei visto bene come brano d’apertura, come fosse una porta aperta verso il resto del disco, però non è male neppure messo qui, come fosse una ripresa dopo la disavventura della porta chiusa dietro il palco.

Lo spirito di Piero” riprende le fila del discorso partendo come un blues alla Muddy Waters, per poi divenire rockeggiante, teso e duro a descrivere lo spirito di Piero Ciampi, immaginandolo intento a rivolgersi loro dopo che, tentata la via del successo tramite alcuni personaggi poco onesti, si sono ritrovati presi in giro ed in questa situazione lo spirito di Piero non può che esprimersi così “Se questa città fosse un porto voi sareste già partiti”, il finale riprende poi stile e tema iniziali.

Una classica sveglia con il suo ticchettio apre “Artisti cercansi”, ma non siamo in presenza dei Pink Floyd, semmai pianoforte e kazoo ricordano più il primo Conte anche per la musica jazzata che caratterizza questo pezzo, il tema è quello dei tanti artisti che cercano di emergere con la loro musica ma attenti perché “L’arte che fa successo è solo quella che non disturba. / Quindi niente di originale nessuno spunto personale”, amara realtà.

Dottori, avvocati, ubriaconi”, introdotto da un pianoforte, ripreso da un’elettrica chitarra blues, nel titolo mi ricorda un po’ “Dotti, medici e sapienti” di Edoardo Bennato, ma ancor più “Disperati, intellettuali ed ubriaconi” di Bobo Rondelli, vi è descritto un quadro di miseria assoluta tra Dottori che vagano “sbavando il culo di una cameriera ma il baciamano alla madama”, Avvocati come “balene ingorde sul lavoro ma mecenati in società”, in cui a salvarsi sono paradossalmente gli Ubriachi “Occhi rossi e lune piene senza allori né virtù. / Un calcio in culo alle balene e alle loro iene da compagnia”, stralunata? A leggere le cronache di ogni giorno non direi.

Con “Colto e raffinato”, si torna a ritmi più tranquilli pur senza rinnegare le chitarre elettriche, per affrontare il tema del qualunquismo e del trasformismo, incarnato nell’artista con in tasca la lezioncina su misura per ognuno, convinto che “Nel campionario ho sentimenti per ogni età / ed una giacca buona per ogni stagione che farà/ Il mio pubblico mi adora, ascolta, paga e applaudirà / l’opportunismo e la fasulla felicità”.

In “Rivolta dei ciompi” c’è la rivendicazione di giustizia da parte di tutti coloro che non contano nulla nella società, una giustizia concreta, di questo mondo e non rimandata ad un aldilà come appunto recita “Addio innocenza / addio fede, speranza e carità: / mansuetudini imparate o imposte / come un premio a minor danno per l’aldilà”.

E’ country- blues il brano “Ottobre scirocco” che dà il titolo all’intero lavoro, una bella ballata che sembra nata solo chitarra ed armonica, in una qualche misera contrada e proprio sul far della sera quando si lascia libera la fantasia e allora nascono versi poetici come questi “Si stacca il giallo lassù, dai lampioni / planando dolce sui muri spettatori. / La calca degli amici precettati sui loggioni / sussurra di una festa sbocciata tra i vicoli bui”.

Correva l’ora nona” è invece un intenso brano solo voce e pianoforte, vi è descritto l’intimo soffrire dell’artista che in un ultimo disperato appello canta “Voglio che voi diciate davvero se mi credete un’artista o un mero cialtrone. Voglio che siate quello che dite”.

Ci poteva essere finale migliore di un brano dal titolo “Finale”, non lo so, però il brano virante allo swing è decisamente piacevole e ci accomiata al meglio (comprendendo in coda anche una diversa versione più lenta e riflessiva di “***”) da questo primo lavoro degli Ottobre Scirocco.

Questo loro primo disco, che si presenta, ormai l’avrete capito, quasi interamente come un concept album incentrato sulla loro stessa esperienza d’artisti, affronta temi anche impegnati senza mai annoiare utilizzando stili musicali direi non ripetitivi perché, sebbene sia prevalentemente blues, ad un ascolto più attento rivela in se elementi country, swing, ballade, tanto da chiederci già quale direzione potrà prendere in futuro questo gruppo che ha basi solide per poter fare anche meglio.

Ottobre Scirocco - Ottobre Scirocco

Ottobre Scirocco

Ottobre Scirocco

Cd, 2008, LoL Productions

Brani:

  • 1) L’uomo di luglio
  • 2) * * *
  • 3) Rose parks
  • 4) La porta dietro al palco
  • 5) Eterna sera
  • 6) Lo spirito di Piero
  • 7) Artisti cercansi
  • 8) Dottori, avvocati, ubriaconi
  • 9) Colto e raffinato
  • 10) La rivolta dei ciompi
  • 11) Ottobre scirocco
  • 12) Correva l’ora nona
  • 13) Finale

Informazioni tratte dal disco

Alberto Casappa: voce, chitarra acustica, armonica
Ugo Cattabiani: voce, chitarra elettrica e acustica, dobro, lap steel
Luigi Pistrini: basso
Domenico Maisto: pianoforte, tastiere
Roberto Colla: batteria
Andrea “Mr. Trebs” Trevisan: armoniche blues

Scritto da: Alessandro Casappa e Ugo Cattabiani
Produttore artistico: Marco Olivotto
Archi arrangiati da: Domenico Maisto
Disegni: Valentina Biasetti
Grafica: French

Registrato e mixato nei mesi di luglio e settembre 2008 ai “Labour of Love Studios” di Nogaredo (TN) da Marco Olivotto

Il miglior prezzo:

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Formazione

Marco Fusi: violino
Marco Capotosto: violino
Sandro Mascaro: viola
Matteo Fusi: violoncello