Tempi Duri

Canzoni Segrete

Review
Posted on 06/06/2015 - Last updated: 14/06/2015
Vote: 6.8/10

Era il 1982 quando dalle radio si ascoltava “Lo leggi e lo scrivi su tutti i muri: tempi duri”, il brano omonimo dei Tempi Duri.
Avevano anche ampia visibilità, perché tra i componenti del gruppo c’era Cristiano De André, figlio di quel Fabrizio De Andrè che nell’anno percedente aveva fatto uscire il suo decimo album, omonimo, ma conosciuto anche come "L'indiano".
Il disco che la contiene, “Chiamali tempi duri”, è anche il primo e l’ultimo del gruppo, costretto a sciogliersi per la partenza al servizio militare di Carlo Facchini, autore di quasi tutti i brani.
 
Da allora silenzio totale, ed ora dopo 33 anni dal primo disco esce questo “Canzoni Segrete”.
Dal libretto si apprende che ci troviamo davanti ad un album "a tema" che intende trattare i vari tipi di amore esistenti. Stranamente il libretto non contiene i testi, ma troviamo al loro posto un approfondimento per ogni brano.    
 
Dopo la breve intro di "Io sono due" troviamo "Giulietta", dolce e rilassante, chitarra e fiati accompagnano un testo intimista ("Ti sta cercando nel cuore di una città, ti sta parlando d'amore, però non sa che tu potresti perderti ancora là, nell'essenza della vita") dedicato alla città di Verona..
"Per te" è ritmato e pop, si appiccica subito nella memoria e si fa canticchiare ("Mi hanno avvertito che soffrirò, che piangerò per te. [...] Io mi sveglio solo, mi addormento solo. Si io vivo solo, si io muoio solo").
"La sfida"  è scandita dal suono di una vecchia sveglia, parla della sfida della vita ed ha un taglio cantautorale, con l'orecchiabilità che contraddistingue i Tempi duri ("Vincerà chi sa meglio quello che sta facendo, vincerà chi sa meglio cosa sta perdendo. Vincerà chi per primo avrà visioni più complete [...] Vinceranno luci chiare o solo quelle scure, vinceranno i sentimenti o le disavventure, vinceranno i progetti oppure le paure, o forse solo il dolore").
"Illudendoci" potrebbe essere un brano del Vecchioni più fiabesco ("Un bambino biondo uscito dal profondo cosa troverà. Un bambino nero uscito da un mistero si italianizzerà. Forse risparmieranno, si limiteranno per restare qua [...] Quel bambino nero uscito da un mistero, dove finirà? Forse andranno a fondo in questo sporco mondo pieno di città, o forse andranno in cielo a bordo di un veliero, li seguiremo soltanto illudendoci").
"L'albero di Jane" è un altro bel pezzo ("Si lei conosce la notte e mi tradisce con lei, lo ha fatto già molte volte e io la perderei. Davvero non ho mai capito il suo ruolo e questo lo devo a lei, ma non mi sono quasi mai sentito solo sotto l'albero di Jane").
"Hong Kong" è forse il pezzo meno convincente del lavoro. E' un brano autobiografico, ma non riesce a restituire un'esperienza che possa essere assimilata dall'ascoltatore ("Ho speso più di quello che ho guadagnato in Hong Kong, ho speso tutto il cuore non ho più fiato").
"Mattia" è un altro pezzo molto personale, tenero ma al tempo stesso inquietante ("Mattia dove sei, dove vai, come mai non arrivi all'asilo. Mattia adesso tu dove sarai, che cammini sul filo. Per me da sempre lo sai, senza te questo nido è un po' vuoto, ma tu per sempre sarai, partirai col cavallo o la moto. Se tu non arriverai più, non verrai più all'asilo, piccolo raggio di luce nel blu").  
"Con le nostre mani" è ritmato ed è un solido brano rock cantato in duo da Carlo Facchini e Cristiano De Andrè. Fa riferimento a tutti gli anni di silenzio artistico ("Non abbiate paura non siamo cattivi, siamo solo rimasti sepolti vivi, da una specie di incendio, da un grande rumore, da una grossa ferita che abbiamo nel cuore. Noi abbiamo vagato le stanze del buio, navigando da soli in mezzo ad un diluvio, senza un faro o una radio a guidarci il cammino, senza avere una stella nel nostro mattino. [...] Specialmente distratti, non proprio cattivi, noi restiamo comunque sepolti vivi, dalla nostra insolenza, dal nostro pudore, dalla nostra paura di fare l'amore. Specialmente distratti, non proprio cattivi, camminiamo da anni sepolti vivi, fino a quando più forti piegando i ginocchi, riusciremo a guardarci dritto negli occhi").
"Amici per sempre" è un breve intermezzo che introduce "Babbu meu", un brano liberamente ispirato da un estratto del romanzo "La vedova scalza" di Salvatore Niffoi. Si tratta di una ninna nanna ribaltata, cantata da un bimbo a suo padre.
"Accendi un fuoco nel ghiaccio" riaccelera il ritmo con un testo sognante ("Ghiaccio fino all'orizzonte, trasparente e senza confine e invece è la punta di un iceberg su cui sto navigando, ma non ne vedo la fine. Edo anni a caccia di sirene, io sento un freddo ceh non vivo più. Accendi un fuoco rosso che non si spenga più").
Chiude "Italia parte 2", dedicata a tutte le persone che hanno lasciato l'Italia per riuscire a fare qualcosa, ad emigrare per cercare di realizzare le proprie aspirazioni ("Oggi mi tocca di nuovo partire, per imparare, per lavorare, per applicarmi e per scoprire bidibibodibibù. Oggi mi tocca di nuovo partire per imparare per inventare per applicarmi e per insegnare o bidibibodibibù. Qui non c'è metodo, non c'è ricerca non c'è rispetto per uno che cerca")
Un buon disco, che si sente essere stato realizzato con cura e amore, a poco a poco, con appunti presi nel corso degli anni e delle esperienze e che probabilmente migliorerà col tempo, come il buon vino, ma intanto gustatevelo ora, potrebbe  sorprendervi.

Tempi Duri - Canzoni Segrete

Tempi Duri

Canzoni Segrete

Cd, 2015
Genre: Rock , Canzone d'autore

Traks:

  • 1) Io sono due
  • 2) Giulietta
  • 3) Per te
  • 4) La sfida
  • 5) Illudendoci
  • 6) L'albero di Jane
  • 7) Hong Kong
  • 8) Mattia
  • 9) Con le nostre mani
  • 10) Amici per sempre
  • 11) Babbu meu
  • 12) Accendi un fuoco nel ghiaccio (demo version)
  • 13) Italia parte 2 (bonus track)

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