Recensione cuffie Shure SRH940

Pubblicato il 23/12/2014 - Ultimo aggiornamento: 27/03/2016

Argomento: Riproduzione audio hi-fi

Vi propongo la recensione di un paio di cuffie chiuse di livello veramente elevato, vi presento le Shure SRH940.

RINGRAZIAMENTI

Come sempre il primo grande ringraziamento va a voi lettori
Il secondo va a Giuseppe del Fabbro, responsabile vendite e marketing per Shure in Italia, che mi ha permesso di testare queste e altre cuffie Shure, e ha seguito la comunicazione con me in maniera encomiabile.
Il terzo, mi sembra giusto, va a Shure stessa azienda che non ha certo timore di avere dei minimi discorsi tecnici con un recensore.

PREMESSE

Consiglio vivamente di affiancare queste cuffie ad un ampli che possa fornire quei 6V e quei 150mA senza problemi, così da poter godere al meglio dell’esperienza che si andrà ad affrontare con queste cuffie. Ovviamente l’ampli non va usato al massimo volume, non farebbe l’amplificatore altrimenti, dato che il suo uso non è il mero aumento di volume, ma assieme a questo c’è anche la gestione dei picchi, la gestione della dinamica, la gestione di ogni singolo dettaglio della traccia. Inoltre usare un amplificatore al massimo volume, oltre a rovinare un preziosissimo udito, rovina anche l’ascolto dato che l’ampli sarebbe usato al limite delle sue specifiche, un po’ come sperare di andare sempre in modo continuo a 300 km/h con una macchina che li fa … rovinare il motore è assicurato.

Perché dico una cosa che imho è banale? Semplicemente ritengo che ci siano on-line recensioni che vengono pubblicate senza che recensori (anche stimati) vadano a porsi il benché minimo problema circa il fatto di non aver errato qualcosa dal punto di vista dell’amplificatore, e senza porsi il benché minimo problema circa il significato delle specifiche dichiarate … sparare nella cuffia 2W anziché il singolo Watt dichiarato è erroneo. Si teme di sbagliare qualcosa? Non si è sicuri di affiancare un amplificatore idoneo? Bene Shure è forse la più cordiale azienda da me finora incontrata con un reparto tecnico disponibile a rispondere a qualsivoglia domanda, ad accettare anche l’utilizzo di amplificatori auto costruiti e a consigliare anche i parametri che deve avere l’amplificatore … onestamente cosa chiedere di più da Shure non saprei, cosa chiedere ai recensori invece ce l’ho bene in mente: un filo di umiltà e rivedere in presenza di una non piacevolezza della cuffia, se non è il gusto personale a incidere, o peggio, una inadeguatezza dell’impianto di test.

UNBOXING

DESCRIZIONE

Siccome una descrizione visiva avverrà con delle foto …
Ecco a voi il link al prodotto :

http://www.shure.it/prodotti/cuffie/srh940

le caratteristiche dichiarate sono:

  • Tipo Trasduttore: Dinamico, magnete al neodimio

  • Dimensione del driver: 40 mm (ehi ehi è piccolo!!! … come sempre la dimensione del magnete dice qualcosa, ma non tutto… nel caso di Shure come poi si vedrà meglio con le SRH1540, la grandezza del driver non ci dice un bel niente)

  • Sensibilità: 100 dB SPL/mW

  • Impedenza: 42 Ω (impedenza bassa quindi le possiamo usare un po’ con tutti i dispositivi … ma usare delle cuffie da 250 euro senza amplificatore … si può fare, e lo si può consigliare, ma imho chi lo consiglia toppa non poco mostrando di sapere solo la parte di “si dice” dell’audio perché senza amplificazione ci si perde molto)

  • Massima potenza in ingresso: 1000 mW (si si avete letto bene preparatevi a 6V e 150mA per farle suonare al massimo della loro espressività, ovviamente più i 150mA vengono forniti senza problema dall’amplificatore meglio è)

  • Gamma di Frequenza: 5 Hz - 30 kHz

  • Peso netto (senza cavo): 322 g

  • Lunghezza Cavo: cavo a spirale: 3m, cavo disteso: 1,37 m

  • Tipo di Cavo: Staccabile, a spirale

  • Spina: Mini-jack stereo da 3,5 mm placcato in oro

PACKAGING

Il packaging è curatissimo, l’imballo esterno è di cartone; vengono raffigurate su di esso le cuffie e altre informazioni per descriverle. Aperto l’imballo ci si trova di fronte ancora ad un foglio di cartone sollevato il quale c’è il manuale e la garanzia.

Le cuffie sono conservate all’interno di un cofanetto semirigido, che servirà per conservarle in maniera idonea e per trasportarle, alla sua apertura ci si trova di fronte alle SRH940 e in un apposito spazio è arrotolato il cavo a spirale; in un sacchettino interno vi è inoltre il cavo liscio e il jack da 6.3

BUNDLE

Il bundle ancora una volta è assai completo, prevede:

Cavo da studio, a spirale, allungabile fino a 3 metri dotato dal lato di aggancio alle cuffie del jack 2,5” con innesto a baionetta, e dal lato di aggancio all’amplificatore di un jack da 3,5”; il cavo è di buona qualità.

Cavo disteso da 1.37 metri anch’esso con i jack 2.5 e 3.5

Jack 6,3”.

I pad di ricambio in velluto (ottimi per allungare la longevità dato che non si dovranno acquistare nuovi pad una volta usurati quelli già montati.

Infine il cofanetto stesso fa parte del bundle.

MATERIALI

I materiali sono plastica dura e di ottima qualità, archetto in metallo, forse si avrebbe potuto desiderare materiali migliori, ma ritengo che il suono vada a far perdonare questa mancanza, che mancanza a ben vedere non è.

COMODITA’

Stringono un pelo di più delle SRH840, ma la comodità è elevatissima dato che non ho mai dovuto togliere queste cuffie dalla mia testa se non dopo quattro ore per far riposare un minuto le orecchie per via di un suono molto lineare e quindi leggermente affaticante, ma non cambierei questo suono con un suono meno dettagliato … mai.

ISOLAMENTO

L’isolamento è perfetto in ambo i sensi, chi ascolta non sente ciò che avviene fuori, chi è fuori non sente cosa si ascolta

RODAGGIO

Il reparto R&D Shure dichiara che le loro cuffie non necessitano di rodaggio e che se ci sono differenze evidenti il motivo è principalmente psicoacustico … bene questa volta sono pienamente concorde con loro.

MANUTENZIONE

VIDEORECENSIONE

PROVA IN MOBILITA’

Le ho provate attaccate al mio Sansa Clip ok la scena è salva la piacevolezza rimane… ma il volume è come sempre poco dovete fornirvi di un amplificatore o di un lettore amplificato per poter ottenere volumi più elevati e una scena sonora ancora migliore. Dipende un po’ dalle richieste che avete in mobilità, se la richiesta è molta spendere separatamente per un buon lettore ed un buon amplificatore portatile è sicuramente l’opzione consigliata.

PROVE IN GAME

Le ho fatte sia con sia senza amplificatore so che spesso i videogiocatori vogliono magari spendere sulle cuffie, ma non sul resto ritengo che una buona scheda audio ci debba essere, ma considerate la Soundblaster Z come il minimo non sindacale per queste cuffie; non dico che dobbiate farvi un impianto hi-end per giocare, ma attualmente pensando alle schede audio gaming oriented mi viene da dire che seppur in tutti i suoi limiti un amplificatore on chip come il TA6120A2 è meglio … tuttavia se avete un amplificatore appena un po’ serio con alcuni giochi vale la pena attaccarlo e dimenticarsi dei chip delle schede audio.

ARMA: ARMED ASSAULT

Partiamo dal gioco che a mio avviso più ha permesso lo sfruttamento di un amplificatore adeguato. ArmA non ha bisogno di presentazioni, sarò onesto le SRH940 mi sono piaciute moltissimo, soprattutto mi è piaciuta l’impennata di qualità con l’amplificatore … si perché se i dettagli, il posizionamento etc sono sempre corretti, con sempre la dovuta specifica che presentano una profondità di campo minore rispetto a una cuffia aperta, tuttavia non sentire tutto in modo corretto e adeguato con queste cuffie vuol dire essere sordi. Ovvio il tutto non vuol dire che se siete a fianco di un carro armato questo non vi darà fastidio, questo equivale a chiedere una cosa impossibile e chiunque abbia anche solo esperienza di una ruspa sa cosa intendo, bene un carro pesa di più, ha un motore più potente e cingoli più rumorosi e profondi, se siete al fianco di un carro non sentirete mai qualcosa di più del carro stesso.

Partiamo dal mezzo che più mi è piaciuto: il carro armato (in questo caso l’M1). Bene quando ci si mette a guida di un carro si deve essere consci che in quel momento si vuole sentire il carro, e non sperare di sentire un carro arrivare da chilometri di distanza o sentire elicotteri arrivare, la guerra sul carro è guerra di movimento, quindi per sentire ciò che avete attorno dovrete fermarvi … e diventare carne da macello a voi la scelta. Credo che il mio errore sia stato iniziare a giocare con l’ampli e poi essere passato alla semplice amplificazione della xonar u7: il carro quasi non sembrava più lui, non che non facesse casino … ma diamine ne faceva molto di più prima.

Elicottero; precisamente un silenzioso cobra. Qui con l’ampli diciamo che tutto sembrava più realistico, per il posizionamento e la direzionalità non posso dire che era uguale, ma è assurdo prendere come riferimento per game il mio amplificatore che sfruttando una configurazione dual mono riesce a dare molto di più anche sotto questo punto di vista, in entrambi i casi era corretto, con una degna amplificazione anche la profondità di campo risulta maggiore (ma qui già con la mente passo alla fanteria)

Ed allora parliamo di fanteria: se con l’elicottero sembrava di esserci a bordo, e col carro anche, con la fanteria le sensazioni sono egualmente buone. Ottima direzionalità, discreta profondità di campo, dettagli che salvano il fondoschiena presenti, e giustamente quando al suonare dell’allarme sono scattati due T72 e un BMP2, non è stato piacevole, anche se a dirla tutta una buona amplificazione leva molti impicci di posizionamento e profondità del carro.

PATRICIAN IV

Quando l’audio è quel che è l’amplificatore tira su il volume e riproduce un po’ meglio i suoni, ma non fa miracoli, così le cuffie rimangono non sfruttate. Con questo game le musiche rimangono giustamente accompagnati, i suoni si distinguono bene, ma nulla da fare io ero con la testa ancora sull’M1 (ArmA)

MEDIEVAL TOTAL WAR II

Eh si lo strategico ci sta bene sempre, sarà che avevo l’animo particolarmente guerresco in questi giorni di recensione, ma fatto sta che dal Kirye Eleison di ingresso ai rumori della battaglia mie è piaciuto tutto. Tutto molto immersivo dalle musiche alle battaglie con un clangore di armi e rumore di marcia e galoppo veramente eccezionali.

RACE INIECTION

Come non fare un giretto sulla Saalem rs7 in quel di Zolder? Il tutto accompagnato dalle SRH940? … esatto non si poteva non fare. Anche in questo caso l’uso dell’amplificatore uber ultra etc non è necessario, le vetture vengono sempre riprodotte bene nei loro rumori, le gomme si fanno sentire, e soprattutto si fanno sentire gli errori. Alla fin fine in pista c’è poco da sentire, ma sentire questo poco come nella realtà serve ad accelerare prima, frenare al momento giusto, recuperare un errore in frenata … alla fin fine può sembrare poco, ma alla fine del giro, avere un buon tempo di percorrenza serve. E avere rumori precisi permette anche di avere una guida più precisa.

MUSICA

Ascoltare musica con delle cuffie così lineari è un’altra cosa … e si sente. Ovvio ha vantaggi e svantaggi, ma a un giusto peso per entrambi, dato che lo svantaggio maggiore si presenta dopo 4 ore di utilizzo continuato, queste cuffie convincono eccome.

Partiamo a descrivere come suonano nel senso, quanto sulle varie fasce di frequenze.

Bassi: i bassi ci sono, si sentono senza mai essere invadenti, sono belli corposi e precisi, dinamici e veloci, ma quando necessario prolungati al punto giusto.

Medi: non vengono sparati in faccia, e rimangono molto armoniosi per tutto il tempo di ascolto.

Alti: gli alti ci sono fino a 20000 Hz e si sente dato che queste cuffie riescono a dare una buona sensazione di aeriosità (nei limiti sempre di una cuffia chiusa, che tale è e tale rimane alla fisica si paga sempre pegno)

Ultraalti: solitamente non li metto vuoi per fare prima vuoi perché non c’è molto da dire vuoi perché li possiamo assimilare agli alti e non si vuole creare troppa confusione … qui ci sono in modo particolare (vedremo poi anche dalla risposta in frequenza), quindi mi sembra corretto parlarne, gli ultraalti sono sempre presenti senza roll-off alcuno.

Il posizionamento degli strumenti appare assai preciso, anche se, come sempre quando si parla di cuffie chiuse, permane quel senso di intimità della scena interpretabile come ristrettezza di spazio, il che non è necessariamente un male dato che se pensiamo a tutti quei locali dove hanno suonato tutte le più importanti band della scena rock, il palco non era certamente di dimensioni faraoniche.

Insomma ascoltare musica con queste cuffie come ha detto un mio amico: “Si sente veramente tutto c’è spazio per ogni strumento”, si nelle SRH940c’è spazio per tutti non c’è dettaglio che possa sfuggire, anche gli attacchi in crescendo non devono più fare a spintoni per poter essere sentiti grazie a un dettaglio a mio parere tipico si di Shure, ma senza uguali tra i concorrenti.

Tuttavia, ed ecco l’unico difetto importante di cui parlavo, sono delle cuffie che proprio per la loro linearità sono un pelo difficili da ascoltare per un lungo periodo di tempo: dopo 4 ore di ascolto, a me che piace questo suono particolarmente dettagliato, ero affaticato.

Ciò nonostante … ragazzi è stato un gran ascoltare; ritengo anche che con un poco di equalizzazione questo affaticamento è evitabile (vedremo cosa equalizzare nel paragrafo dedicato alla risposta in frequenza).
 

TEST CIRCA LE FREQUENZE

Ancora una volta l’ascolto ha predetto il grafico: linearità è la parola d’ordine delle Shure SRH940.

I bassi presentano un lieve picco che inizia a 60Hz e si risolve a 150Hz; presentano un livello maggiore di sensibilità, ma tenete presente che la differenza tra i 1000Hz e il punto di maggior potenza dei bassi è di appena 7-8 db quindi una differenza minimale che non intacca minimamente la linearità, ma permette di restituire una scena sonora più completa e ricca.

Sugli alti vi è un picco compreso tra i 12000Hz e i 15000Hz circa e raggiunge una punta massima di 6db oltre la sensibilità di riferimento a 1000Hz.

Tra i 2000 e i 4000 Hz si registra invece una flessione della sensibilità che rimanendo i 6db viene comunque assimilata dal nostro orecchio come lineare.

Dove si può equalizzare la cuffia per renderla meno affaticante? Semplicemente togliere qualche db a 14000Hz è una buona idea, personalmente le preferisco così come sono dato che ritengo che le registrazioni proprio su tale fascia siano estremamente carenti.

CONCLUSIONI

Cuffie così non si scordano facilmente. In game una delle migliori cuffie chiuse provate. Con un uso più musicale c’è ben poco da criticare c’è tutto quello che serve, forse giusto qualche basso in più sotto i 60Hz, con una risposta che segue l’andamento che la cuffia ha fino a 60Hz. Ecco giustamente è una cuffia che vuole una buona amplificazione, non dico che adesso dovete tutti prendervi un ampli dual mono etc, ma almeno considerare questa parte spesso sottostimata. Ovviamente basandovela sull’uso: in game i 10Ohm di uscita del TA6120A2 non si sentono, in un uso più strettamente audiofilo rompono le scatole e basta, se poi consideriamo i circa 6V e i 150mA richiesti per ottenere il massimo, sappiate che non basta un amplificatore a caso o il primo che capita ad un budget limitato, insomma sicuramente non bisogna spendere 1000 euro per l’ampli, ma onestamente prevedete di affiancarci un ampli serio, evitando di accusare le cuffie delle mancanze dell’ampllificatore.

Shure SRH940
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Le Shure SRH940 nella loro custodia
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Dettaglio Shure SRH940
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Custodia Shure SRH940
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Risposta in frequenza Shure SRH940
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Risposta in frequenza Shure SRH940
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli