Maria Pierantoni Giua: Intervista del 15/03/2016

Pubblicato il: 15/03/2016


E improvvisamente … ecco Giua portarci una ventata di buona musica

Maria Pierantoni Giua, in arte semplicemente Giua, è una cantautrice ligure nata si può dire con la chitarra in mano, perché ancora bambina è avviata dai suoi genitori alla musica e ben presto diverrà allieva del chitarrista Armando Corsi e dell'insegnante di canto Anna Sini. Dopo aver vinto alcuni importanti premi musicali tra cui Sanremo Lab, Castrocaro, Lunezia e due album all’attivo (Giua 2007 e TrE 2012), si propone ora al pubblico con “E improvvisamente” (uscito il 26 gennaio 2016), un progetto musicale nato da una collaborazione con Stefano Cabrera, violoncellista e arrangiatore degli Gnu Quartet.

E improvvisamente, a voler giocare con il titolo del tuo nuovo progetto discografico, si potrebbe dire che è arrivato questo tuo terzo disco, dopo quello d’esordio "Giua" e "TrE", scritto in coppia con il grande Armando Corsi. La copertina del disco ti coglie con il viso fotografato di profilo, da cui emerge comunque un bel sorriso. E' un sorriso che nasce dalla soddisfazione di aver realizzato, con "E improvvisamente", tutto quello che ti eri prefissata?

E' il sorriso di chi guarda con gusto e fiducia alle tante cose che mi sono capitate in questi anni, belle, difficili, inaspettate e al futuro, con speranza e voglia di costruire. “E improvvisamente” è una frase da completare, sapendo cogliere per la propria vita il lato positivo di quello che accade, anche quando non siamo pronti o non sarebbe quello che vorremmo.

"E improvvisamente" è anche il titolo della canzone che ha anticipato l'uscita del disco, in cui canti insieme a Zibba, una delle voci più calde e affascinanti che ci siano in Italia. Com’è nata questa canzone? È stata da subito pensata per questo magnifico duetto?

Conosco Zibba da tempo e la sua voce mi ha sempre emozionata, portata lontano. Quando ho scritto questa canzone, ho subito pensato a lui, a quello che avrebbe aggiunto, alla forza che gli avrebbe dato e Zibba mi ha fatto davvero un regalo dicendomi di sì!

Zibba, però, non è l'unico ospite del disco. In "Scivola sud", il cui testo è una poesia di Pier Mario Giovannone, troviamo un'altra splendida voce a giocare con te, quella di Pilar. E’ un vero piacere sentirvi evocare questa calda atmosfera, cui contribuisce anche l'inconfondibile chitarra di Armando Corsi. Anche quella con Pilar è una collaborazione partita da lontano? Ci sono altre voci femminili o maschili con cui in futuro vorresti magari collaborare?

Anche la collaborazione con Pilar nasce da un'amicizia e dal fatto che la sua voce, il suo lirismo, la sua sensualità e la sua ironia, mi sembravano perfette per questa poesia in musica rotolante di Sud, miraggi e Ruchè. Sono molto fortunata ad avere amici così! Una voce femminile che da sempre amo è di Ornella Vanoni, di un disco in particolare, 'Argilla' prodotto da Beppe Quirici e Paolo Fresu, ho sempre sognato di poter cantare con lei. Una voce maschile, invece, è quella di Caetano Veloso, una voce che definirei 'oltre', oltre il tempo oltre il sesso oltre la parola; una voce strumento, suono, una voce che mi piace tantissimo. Si può sognare, desiderare, giusto?

Assolutamente si, anzi credo che sia giusto il desiderio di vedere nel futuro realizzati i propri desideri, a muovere ad esempio le donne protagoniste di "Da lontano" e anche coloro di cui parli in "Tutti vanno via dall'Italia". Due canzoni musicalmente diversissime fra loro ma forse con un comune destino?

Un destino molto diverso in realtà. "Tutti vanno via dall'Italia" parla della così detta "fuga dei cervelli" e di una riflessione che ho fatto e sto facendo sull'opportunità di rimanere in Italia e costruire nuove possibilità per un presente e futuro migliore per tutti. E' anche un invito a unire in questo senso le forze (non è semplice sintetizzare su un argomento così complesso...). "Da lontano” è una canzone che nasce dopo aver conosciuto alcune donne che speravano che venire in Italia fosse l'occasione che cercavano e così non è stato. E' una canzone sulla speranza e sull'amarezza ed è anche una preghiera, affinché certi destini trovino protezione, giustizia, aiuto.

Con destino comune, in realtà, intendevo la risoluzione forzata di abbandonare la propria patria, ma hai fatto bene a sottolineare i diversi intenti delle due canzoni. In questo tuo nuovo progetto c'è, però spazio anche per l'ironia, mi riferisco ad esempio a "Disamore infinito / #taggo voluto bene", canzone che prende il via con toni melodrammatici a descrivere la fine di un amore, per poi ... ma lascio raccontare a te.

...per poi arrivare a scoprire che non ci si può più lasciare come un tempo, perché qualcuno ha inventato i social e quindi non è più così facile tagliare i ponti con l'altro, perdersi di vista, dimenticarsi ... È una canzone ironica nata dalla lettura di un articolo di giornale in cui si parlava appunto di come l'avvento di Facebook, Twitter, ecc., abbia modificato i rapporti tra le persone, le modalità, i tempi. Forse però bisognerebbe riappropriarsi di una realtà un po' meno virtuale.

Lo credo anch'io, la vita reale è un'altra, quella magari anche difficile da affrontare, in cui ci sono padri che "ti mettono nomi / per tutta la vita / ti mettono i piedi / ti fanno la strada / e ti tolgono nomi / per tutta la vita / ti tagliano l'aria", come canti in "L''albero di manghi", una di quelle canzoni in cui gli arrangiamenti di Stefano Cabrera più ti hanno allontanata dai suoni latini cui eri abituata, ma è un bel sentire. Perché hai voluto aprire il disco proprio con questa canzone e com’è stato collaborare con Stefano?

Potrei definire 'L'albero di manghi' una specie di manifesto, del mio modo di scrivere, pensare, vivere e desiderare che una canzone, sia ponte tra me e qualcun altro. Mi sembrava un bel modo di cominciare, anche per la veste sonora che con Stefano abbiamo scelto di dargli e che, come tu stesso dici, prende una strada diversa dal mio disco precedente. Lavorare con Stefano è stato bello, arricchente, facile, mi ha permesso di trovare cose inaspettate, di imparare ed essere libera di cercare cose nuove, mi ha permesso di realizzare idee che avevo e non ero in grado di sviluppare da sola. Sono davvero felice di quello che è venuto fuori da questa collaborazione!

Un'altra canzone che a me piace molto è "Fragole e vento", l'ultima però di cui vorrei parlare anche per lasciare a chi legge la curiosità di cercare e conoscere il resto del disco. E’ una canzone dove la musica emerge come assoluta protagonista della tua vita, riporto solo un'immagine "la musica aggiunge lo zucchero e il sale". Quanto è importante per te la musica e, oggi come oggi, credi sia ancora possibile vivere di musica?

La musica mi accompagna da sempre. C'è anche quando non suono, canto o scrivo, perché è un modo di pensare, di vivere. Trasformarla poi in un lavoro ha fatto sì che fosse tutto più complesso, ma anche più bello e ogni giorno è buono per crescere, inventare cose nuove e nuovi modi di realizzarle. In generale viviamo un momento in cui è un lusso avere un lavoro, figuriamoci fare la musicista, ma con tenacia, passione e tante idee ci si può ancora riuscire. Lo spero e lo auguro a me e a tutte le persone che fanno questo da sempre.

Ho visto che il tuo disco è entrato, a buon diritto, tra i dischi consigliati nel sito della trasmissione televisiva “Che tempo che fa”, una bella notizia sicuramente non credi? Immagino poi che stia anche allestendo un tour di presentazione, hai già qualche data da segnalare? Concluderei cosi, se dovessi pubblicizzare il tuo progetto discografico che parole useresti?

Sono molto felice di questa segnalazione, è una bella soddisfazione. Certo, sarei ancora più felice se Fazio m’invitasse a cantare una canzone dal vivo nel suo programma, chissà, magari prima o poi! Con Egea stiamo ancora definendo le date del nuovo tour, per cui non posso darvi anticipazioni, ma le vedrete presto sul mio sito www.giua.it e sui social (prima data 17 marzo Teatro dell’Archivolto - Genova). Se dovessi pubblicizzare il mio progetto discografico, direi 'e improvvisamente, un disco e un concerto che ha voglia di andare lontano con chi ha voglia di andare lontano e di avvicinarsi alle cose che sembrano piccole per scoprire che sono molto di più di quello che potevamo immaginare'.

Maria Pierantoni Giua
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