David Bowie

Blackstar

Review
Posted on 16/02/2016
Vote: 7.5/10

Blackstar viene pubblicato l'8 gennaio 2016, proprio nel giorno del 69° compleanno di David Bowie, ma mai compleanno potrebbe essere stato così triste, visto che due soli giorni dopo muore (forse in modo programmato), dopo una malattia durata 18 mesi.

Bowie probabilmente ha sempre improntato la sua vita curando maggiormente il lato artistico rispetto alla sua vita privata. Da un po' di anni però, dopo la nascita della figlia Alexandria Zahra nel 2000 c'era stata una inversione di marcia e il suo ruolo principale era quello di papà.
Dal novembre 2006 poi non è mai più salito su un palco a cantare.
Nel 2013 però, quando nessuno più immaginava in un suo ritorno musicale, era riapparso con "The next day", ed anche alla fine della sua esistenza, ha voluto dedicarsi al suo pubblico e lasciare un testamento artistico importante.

Blackstar è il venticinquesimo album in studio e contiene 7 tracce impregnate di una forte contaminazione jazz infuso con il pop, l'elettronica, il rock e il drum'n'bass.

E' interessante osservare la formazione di questo ultimo lavoro, perché ha influenzato pesantemente il suono del disco.
Infatti tra i componenti c'è il quartetto jazz del sassofonista Donny McCaslin, che Bowie aveva ascoltato dal vivo nella primavera 2014 e subito convocato per eseguire delle registrazioni, che poi sono andare a realizzare questo ultimo disco.
La procedura con cui è stato realizzato Blackstar, è stata quella di fare registrare le sette canzoni dal quartetto, poi Bowie ci ha sovrainciso la voce e in ultimo, Bowie e Tony Visconti (collaboratore di vecchia data), hanno lavorato sul materiale aggiungendo altri effetti.

Ed è cupo e funereo il video di "Blackstar", singolo uscito già nel novembre 2015, utilizzato anche in una serie televisiva e scelto per aprire l'album. Un brano con un ampio respiro, dal quale già si capisce il quadro generale, costellato di intarsi, suoni incastonati in un sound che è sempre quello di David Bowie (con la sua voce che è rimasta bella fino alla fine), ma con una miriade di particolari che abbisognano di ripetuti ascolti prima di riuscire a metterli mentalmente in ordine nel magma sonoro che li raccoglie.

"'Tis a Pity She Was a Whore" è un brano già edito, presente nel lato b del singolo "Sue (Or in a Season of Crime)" pubblicato in UK il 17 novembre 2014 ed il 28 novembre 2014 negli Stati Uniti (in vinile 10″ e nel formato digitale). Era anche uscita una versione “radio edit” nella raccolta “Nothing Has Changed“ uscita nel 2014.
Il titolo è molto simile a quello dell'opera teatrale ‘Tis Pity She's A Whore’ di John Ford,  presentata per la prima volta nel 1629 al Cockpit Theatre di Londra. Il testo parla della Prima Guerra Mondiale e della sua cruda brutalità. Bellissimi gli intarsi di sax presenti al minuto 3:35.

Il video del secondo singolo "Lazarus" è claustrofobico, c'è lui su un letto, bendato, ed è tutto girato in questa stanza, che sembra essere quella di un ospedale. La musica ha un incedere da film noir, in cui da un momento all'altro potrebbe accadere qualcosa, il pericolo è latente, palpabile ("Guarda qui, amico, io sono in pericolo
Non ho più niente da perdere")... Tornando al video, si è voluto rappresentare la realtà, senza trucchi, neanche quelli che potevano nascondere le rughe dell'età. Una realtà lacerante, a guardare questi video entrambi girati da Johan Renck, che hanno molti punti in comune (Bowie con gli "occhi a bottone", il teschio, ecc.)

"Sue (Or in A Season Of Crime)"  era presente in versione diversa e molto più lunga nella raccolta Nothing Has Changed del 2014. Anche di questo brano è presente un video, è in bianco e nero e diretto da Tom Hingston. Un drum'n'bass raffinato ricco di dettagli sotterranei.

"Girls loves me" esula completamente dal suono jazzato degli altri brani, protremmo definirlo un brano alla vecchia maniera, con dei cori che rimandano all'album Lodger.

"Dollar Days" è una malinconica ballata, in cui ritorna l'uso del sax, davvero bello. La musica trasuda anche lei di malattia spurgando nel suo doloroso testo: "Sto cercando di... Sto morendo per..."

"I Can't Give Everything Away" chiude per sempre la discografia ufficiale di Bowie, un brano che scorre via in un soffio.

Blackstar è un bel disco, inutile riflettere che se non fosse avvenuta la morte di Bowie in concomitanza alla sua uscita, probabilmente non gli sarebbe stata data la stessa attenzione. Rimane un disco per nulla scontato, anomalo e diverso dagli altri di Bowie. Quanti artisti si mettono in gioco fino all'ultimo?

Blackstar (2016)
Lazarus (2016)
Sue (Or In A Season Of Crime) (2014)
David Bowie - Blackstar

David Bowie

Blackstar

Cd, 2016, RCA
Genre: Art-rock , Electro-pop

Traks:

  • 1) Blackstar
  • 2) 'Tis a Pity She Was a Whore
  • 3) Lazarus
  • 4) Sue (Or in a Season of Crime)
  • 5) Girl Loves Me
  • 6) Dollar Days
  • 7) I Can't Give Everything Away

Best price:

Members

David Bowie: voce, chitarra acustica, arrangiamento archi
Tim Lefebvre: basso
Mark Guiliana: batteria, percussioni
Donny McCaslin: sassofono, flauto
Ben Monder: chitarra elettrica
Jason Linder: pianoforte, organo, tastiera
James Murphy: percussioni
Tony Visconti: archi