Ordo equitum solis: Interview 01/09/1995

Posted on: 04/05/2010


Gli Ordo Equitum Solis, gruppo italo-francese, formato da Leithana e Deraclamo, nel periodo di questa intervista avevano da poco pubblicato il loro lavoro Hecate, sempre per la Musica Maxima Magnetica, la casa discografica di Luciano Dari che si sta distinguendo in campo nazionale (e non solo) per la qualità e l'intensa ricerca delle sue proposte. Dopo due CD, Solstitii temporis sensus nel 1990 e Animi aegritudo nel 1991, un mini, O.E.S. nel 1993 e un live acustico Paraskènia nel 1994, reduci inoltre da un tour che li ha portati ad attraversare addirittura gli Stati Uniti e la Russia, gli Ordo Equitum Solis si ripropongono a noi ormai forti di una fama e di un consenso internazionali che sicuramente la nuova opera non potrà che confermare ed allargare. D'altra parte la loro musica è un insieme affascinante e misterioso che sfugge a qualsiasi definizione di genere o categoria, ma che poggia su di una forte e sentita "scelta" di vita, quella di cercare di essere il più possibile in contatto e in sintonia con la natura e con i suoi elementi. E' un viaggio al di fuori del tempo alla ricerca di un mondo di assoluta bellezza ed armonia...

Musicalmente Hecate si presenta come un lavoro abbastanza differente rispetto ai precedenti. Qual'è la sua genersi a livello artistico?

Hecate è il frutto di diversi anni di lavoro ed esperienze in studio e "live". Il progetto di dedicare un CD a Hecate nacque diversi anni fa, nei quali abbiamo "scavato" e approfondito la storia e la natura di questa divinità, per poter trasmettere queste sensazioni in musica. Sicuramente vi sono diverse differenze dagli album precedenti, questa è una meta che ci prefiggiamo quando componiamo questi lavori. Odiamo stagnare nelle stesse tematiche, odiamo gli "schemi" nella musica, tentiamo di rinnovarci. Ovviamente questo rinnovamento è una via che non cancella le esperienze precedenti, anzi, tenta di ottimizzarle.

Le canzoni di Hecate sembrano pipù ariose e leggiadre: è presente in misura minore quell'aura cupa che caratterizzava Solstitii o Animi aegritudo. Sieta d'accordo?

Non ci siamo mai posti il dilemma di fare un brano oscuro o meno. Normalmente i nostri brani nascono molto spontaneamente e riflettono i nostri stati d'animo di quel momento. Sono svariate le cose che ci condizionano nel fare musica, l'alba, un campo, il soffio del vento, un'eruzione, una guerra... Questi sono condizionamenti, o meglio, fatti che direttamente o indirettamente ci hanno aiutato e ispirato; momenti più oscuri e momenti più solari, in definitiva, la vita quotidiana: banale e misteriosa! Probabilmente Hecate rispecchia un periodo più solare, più gioioso e siamo felici che ciò sia notato da chi ci ascolta. Non crediamo che non vi siano lati negativi nella società attuale, ma pensiamo che la musica sia un sogno etereo, una porta verso nuove sensazioni.

Ci ha colpito molto la canzone "Canto alla vita" per gli evidenti riferimenti alla tradizione del canto popolare italiano. Avete intenzione di sperimentare in futuro altre contaminazioni con la musica folk?

"Canto alla vita" è stato concepito come danza popolare con un riferimenti all'antichità sia nella musica sia nel testo. Registrando in studio questo brano abbiamo solo utilizzato strumenti acustici ed inserito sonorità mediterranee. E' stato divertente regisrtare il ritmo del battito delle mani, come se si fosse attorno ad un fuoco, con un gruppo di amici, a festeggiare la gioia della vita. E' stato bello suonare e cantare liberamente, senzsa schemi. E' stato bello interpretarlo in italiano. Al momento non sappiamo se rifaremo brani in questo stile; dipenderà dall'ispirazione.

Il lavoro è dedicato all'immagine della luna (di cui Ecate è la rappresentazione divina) ed i testi vi fanno spesso richiamo. Si tratta di un vero e proprio "concept album"?

Si, Hecate è un vero e proprio "concept album". Ogni brano ha riferimenti a molteplici aspetti di questa divinità. I brani di questo lavoro sono una ricerca, un percorso per scoprire i suoi misteri, passando dalle viscere della materia per giungere alla Fiamma Perduta da lei custodita. Hecate è la luna, ma nell'aspetto più vasto è generatrice e distruttrice dei cicli. Vigila gli incroci dei "sentieri del sapere". Accompagnatrice nell'ultimo viaggio. Hecate spietata e giusta.

Anche nei precedenti lavori avete sempre dato molto spazio nei testi ad immagini legate agli elementi naturali. Si tratta di una vera e propria filosofia di vita per voi?

Siamo molto legati alla natura e agli Elementi di cui è frutto. Nei nostri lavori compaiono spesso riferiemnti a questi temi perché crediamo fermamenteche si debba vivere il più possibile in simbiosi con essi. Per noi gli elementi sono pilastri dell'universo e fondamento della materia.

Nelle vostre canzoni traspaiono spesso riferimenti alla musica antica, anche per l'uso di strumenti tradizionali. Come riuscite a coniugare sonorità del passato e del presente?

Non crediamo esistano strumenti o sonorità che appartengono soltanto al passato. Qualsiasi strumento è fonte di suono, la bellezza di questo suono prescinde dall'epoca con cui questo strumento è stato creato. Quando scegliamo un suono ci preoccupiamo che riproduca nella maniera più fedele il nostro pensiero musicale. Non ci siamo mai posti il problema dell'età di uno strumento, ma abbiamo sempre cercato di sfruttarlo per le nostre esigenze. Crediamo infine che sia bello ed interessante non limitarsi esclusivamente a strumenti odierni quando c'è una scelta così ampia fra quelli di passato, presente e futuro. Non usarli sarebbe come dimenticare suoni di culture diverse dalla nostra.

Può secondo voi esistere un sistema di vita alternativo a quello razionalistico-tecnicistico odierno, che sia più basato sulla spiritualità?

Siamo convinti che ognuno sia libero di scegliere il proprio stile di vita, crediamo che l'uso ponderato della tecnica e della tecnologia possano giovare all'uomo. Non ci sentiamo tecnicisti o razionalisti, preferiamo farci guidare dalle sensazioni e dal nostro istinto. Siam operò consapevoli che per sfruttare nel miglior modo le apparecchiature con cui creare la musica, bisogna avere un pizzico di dimestichezza con la conoscenza della tecnica. Siamo altresì convinti che nel mondo odierno vi sia spazio per la spiritualità. Basti pensare che i più grandi matematici erano e sono anche dei filosofi, che poggiano le loro ricerche su dei misteri (si dice che i Curie cercassero la pietra filosofale).

Qual è la vostra impressione della società occidentale alla fine del secondo millennio?

Non è facile analizzare l'epoca in cui si vive. Vi sono lati della nostra società sicuramente positivi, mentre altri da abbattere. Riteniamo che finché le forze lo permettano, sia doveroso rispettare il nostro pianeta e gli altri. L'occidente in questi ultimi decenni ha avuto delle trasformazioni sociali e culturali che hanno superato le capacità di apprendimento da parte dell'uomo, tutto è troppo veloce.
Probabilmente il rapidissimo sviluppo della tecnologia ha creato socmpensi che forse solo tra qualche generazione verranno superati. I punti dolenti, a parer nostro, della società occidentale odierna sono l'ignoranza, l'egoismo e la violenza.

Sappiamo che la vostra esistenza è molto errabonda, che non avete una dimora fissa ed è difficile raggiungervi. E' un'esistenza di isolamento, una ricerca del luogo "ideale" o semplicemente amore per la vita nomade?

Un po' di tutto ciò! E' vero che amiamo la solitudine. Ci permette di meditare e di assaporare con maggiore intensità i momenti in cui stiamo con gli altri. Il nomadismo è per noi fonte di ispirazione e di crescita, mentre il contatto con luoghi, tradizioni e culture differenti, costruisce un percorso verso la conoscenza. Il uogo ideale? Tanti e nessuno!

Un'opera d'arte è spesso influenzata dal luogo in cui viene creata: se è così anche per voi potete tracciarci una mappa dei luoghi che hanno visto nascere i vostri lavori? In che modo l'ambiente circostante ha inciso sulle composizioni?

Sicuramente l'ambiente circostante ha inciso fortemente sulle nostre anime, riflettendosi nella musica. Abbiamo già detto che il vagabondare ha regalato sensazioni al nostro "fare musica". Stranamente o forse ovviamente, i nostri brani più cupi sono nati in luoghi solari, anche se questa non è una regola. I luoghi immersi nel verde sono stati i più profiqui per concretizzare i nostri progetti. Per sintetizzare il nostro iter errabondo, possiamo dire di avere creato le nostre musiche dal nord dell'Inghilterra, passando per la Francia, sostando nelle prealpi piemontesi, immergendoci nel sud insulare della "Magna Grecia" protetti dall'influenza del "Dio Vulcano". Ci auguriamo che il futuro ci riservi la possibilità di nuove conoscenze "vaganti".

Cosa ne pensate di questa nuova ondata di paganesimo, di interesse per riti e culti antichi precristiani, soprattutto celtici o classici?

Crediamo sia un'ondata dettatta dalla necessità di una ricerca spirituale, che le religioni attuali non soddisfano più dal momento che le religioni "moderne" sono stagnate in luoghi comuni e in concetti bigotti e antiquati. Oltre a ciò, i cicli delle cose fanno si che vengano riscoperti comportamenti e stili "dimenticati" per certi periodi. Sicuramente queste scelte sono dettate dalla ricerca di una libertà spirituale che le dottrine e i dogmi monoteistici non permettono.

Qual'è il vostro concetto di "sacro"?

Come precisa la famosa frase ermetica "tutto ciò che vi è in alto è come ciò che è i nbasso" pensiamo che il "sacro" possa riflettersi in tante piccole cose della vita. "Un uomo inizia ad essere un po' saggio quando si accorge che non scoprirà nulla dei misteri" (sintesi di frase attribuita a Buddha).

Parlateci del live Paraskènia e della sua realizzazione.

Paraskènia è nato come un progetto di suonare all'aperto. Fuori dalle "mura" di un classico studio di registrazione, senza palco, con un minimo di amplificazione e soprattutto immerso nella natura. L'idea di registrare sotto gli alberi, con il rumore del vento, ci ha sempre affascinato. Per reaqlizzare tutto ciò abbiamo fatto impazzire i nostro tecnico del suono vista l'atipicità della registrazione. Abbiamo lavorato mesi per attuare questo progetto, dal momento che si presentavano diverse problematiche per rendere il suono il più reale possibile. Musicalmente parlando, abbiamo scelto dodici brani del nostro repertorio, riscrivendo le parti ai musicisti che hanno partecipato a questo progetto. Crediamo di essere riusciti a trasmettere all'ascoltatore quel senso di libertà e dispazio che c'eravamo prefissi. Concludendo, Paraskènia era il vestibolo accanto al palco dei teatri greci, dov'era raffigurata, spesso, l'immagine del dio Pan, protettore degli artisti e testimone delle rappresentazioni.

Oltre all'Europa avete fatto delle tournée negli Stati Uniti e in Russia. Come ricordate queste esperienze?

Alla fine del '93 abbiamo fatto un tour in USA e Canada che ci ha portato a suonare in una ventina di capitali. E' stato interessante suonare in quel paese ,dal momento che abbiamo potutto constatare come la realtà siua diferente da quella riportata in Europa. La differenza dei locali in cui abbiamo suonato ci ha aperto gli occhi, dai campus universitari ai locali underground "poco consigliati dalle guide turistiche". La risposta del pubblico è stata al di sopra delle nostre aspettative ed abbiamo scoperto che le nostre tematiche musicali sono ben recepite anche in quei paesi.
L'esperienza russa è stata come un commovente sogno irrealizzabile. E' difficile descrivere le sensazioni che questo popolo ci ha regalato. E' stato un viaggio fuori dal tempo... In Russia abbiamo registrato, a Mosca, un "live" per la TV, che in questi giorni è disponibile anche in Italia su VHS. Ma la cosa più toccante è stato suonare a Kaliningrad, innanzi ad un migliaio di spettatori, donne, giovani, anziani e bambini che per ben tre volte ci hanno chiesto il bis. E' stato bello e commovente vedere dei sorrisi in volti segnati da "temperature polari". E' stato bello accettare le loro povere e sublimi pietanze e poterle dividere insieme. I russi sono un popolo schietto e sincero, sicuramente da conoscere!

Quali pensate che siano gli elementi che accomonano il vostro pubblico nelle varie parti del mondo?

Non sappiamo rispondere a questa domanda. Il pubblico che abbiamo conosciuto è molto variuo. Forse potremmo dire l'amore per la natura, o la ricerca spirituale, sicuramente la non violenza. Ma è un'analisi troppo riduttiva.

In generale che rapporto avete con le persone che vi seguono?

Dall'uscita di Solstitii temporis Sensus abbiamo aperto un BM, casella postale, per avere un contatto diretto con il nostro pubblico. Grazie a questo contatto abbiamo conosciuto centinaia di persone di tutto il mondo. Con loro ci siamo scambiati pensieri, rabbie, pareri, pianti e gioie. E' stata un'esperienza bella e sofferta.. Purtroppo pochi mesi fa, visto che la corrispondenza era troppa, abbiamo preferito chiudere questo contatto piuttosto che continuarlo sbadatamente e superficialmente per mancanza di tempo. Comunque, grazie a questi contatti epistolari, sono nate delle bellissime amicizie.

Avete mai pensato di scrivere musica per il cinema o per il teatro o comunque di partecipare ad altre forme di progetti artistici?

Sì. Cinema, teatro immagine e musica si fondono fantasticamente, fanno quasi un tutt'uno. E' da tempo che progettiamo di musicare delle immagini, soprattutto nel campo cinematografico, al quale crediamo che il nostro tipo di musica sia ben associabile. Siamo in legame di stretta amicizia con Andrea Maulà, regista con il quale stiamo lavorando a diversi progetti. Il lato dolente per realizzare queste idee è la mancanza di mezzi economici, ma siamo sicuri che, viste le capacità di Andrea e la nostra testardaggine, presto porteremo a compimento questo progetto comune.

Si dice che Stendhal giunto Firenze provò un profondo senso di vertigine e dismarrimento contemplando le splendide opere d'arte della città. Vi è mai capitato di sentirvi "persi" di fronte alla maestosità della creazione?

Senza peccare di presunzione, anche a noi è capitato di emozionarci innanzi ad opere artistiche e naturali. I templi diSegesta, Selinunte, Pompei, Pantalica, Siracusa antica, i vicoli di Napoli, Mosca sono alcuni luoghi che ci hanno emozionato e provocato quel senso di pace e bellezza inspiegabile.

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