Cerwin Vega SL5M: recensione

Pubblicato il 27/03/2017

Sujet: Riproduzione audio hi-fi

Ringraziamenti

Innanzitutto ringrazio Alessandro Faccendini di MPI Electronics e tutto il team di distribuzione per la disponibilità.

Packaging

I due bookshelf arrivano in una scatola di cartone rappresentante i disegni dei due altoparlanti e le solite scritte e informazioni varie tra loghi e indicazioni. Ben ferme nel polistirolo sono essenzialmente protette.

Bundle

Nulla di speciale, manualistica, gommini adesivi e griglie protettive.

Descrizione

Inizio con il link al produttore: http://www.cerwinvega.com/index.html

Le due casse si presentano con un sistema a due vie composto da un mid-woofer da 5” ed un tweeter da 1” a cupola. Entrambi contribuiscono a rendere riconoscibili gli speakers a prima vista caratterizzati dai tipici dettagli rossi del marchio che possono piacere o meno, a me personalmente non dispiacciono, ma sono gusti personali. Il cabinet è MDF verniciato nero e non eccessivamente rifinito, forse ci si potrebbe aspettare più cura nei dettagli quando si comincia a entrare in determinate fasce di prezzo. Sono caricati con bass reflex a doppio condotto, con i due fori nella parte posteriore nella fascia centrale. Anche qui notiamo che il tutto non è rifinito con eccessivi sforzi da parte di Cerwin Vega, ma è apprezzata la scelta di due condotti di dimensioni minori di un singolo, vedremo poi perché. Le griglie sono solide e provvedono dare un aspetto più sobrio al duo in caso l’estetica dei diffusori non sia gradita. Semplici griglie nere con il marchio in alluminio nella fascia bassa al centro.

Dimensionalmente parlando non sono difficili da posizionare, sia grazie al ridotto ingombro ed anche per il suono, che non pena troppo di posizionamenti in luoghi angusti o pareti vicine, pur trattandosi di due reflex. Il peso non è elevato, parliamo di circa 3kg a diffusore, nella media del settore.

Suono

Ebbene eccoci giunti alla parte più analitica e importante della recensione. Come suonano queste Cerwin? Partiamo col vedere con quali album sono state messe alla prova:

-Delirium dei nostrani Lacuna Coil, un salto di qualità rispetto al passato e sempre importante la potente voce di Cristina Scabbia.

-vinile di The Final Cut dei grandi Pink Floyd, un gradito regalo di compleanno, sia da me, che dall’impianto.

-Prayers for the damned dei Sixx:A.M, band che con gli ultimi album ha saputo esprimersi al meglio.

-un paio di CD di una raccolta Jazz come sempre registrati alla perfezione e ottimi strumenti per test oltre che per l’ascolto di autori e musicisti del panorama jazz italiano, non sempre valorizzato quanto meriterebbe.

-Kid A dei Radiohead, non credo ci sia bisogno di presentazioni.

-In Absentia a rappresentare il prog dei Porcupine Tree, band fenomenale che amo particolarmente, sempre un piacere ascoltarli.

-Ode to the autor dei Toska, trio da suoni moderni e vari.

-Concerto di Aranjuez a portare a testa alta il nome della classica insieme ad una raccolta di notturni di Chopin.

Ok, tanti nomi, adesso però bisogna parlare di come queste entry di Cerwin si sono comportate al cospetto di molti titoli importanti. Parliamo di diffusori che si posizionano nella fascia dei 300€ mediamente quindi ci aspettiamo un suono a livello, soprattutto considerata l’esperienza di anni nel settore della casa americana. Ebbene ci troviamo davanti a dei diffusori che non riproducono un effetto acustico sempre preciso, nella norma dei non-monitor da studio e al contempo ciò che salta all’orecchio è la linearità con cui il suono esce da questi bookshelf. Non eccellono negli alti, ma neanche nei medi e neppure nei bassi. C’è un minimo sbilanciamento sulle frequenze medio-basse che è molto apprezzato e che restituisce una buona profondità sonora, grazie anche ai due condotti reflex che essendo di dimensioni non enormi riescono a dare volume a delle frequenze basse ben definite e spesse, tipiche solitamente di diffusori in cassa chiusa ma con più decibel rispetto a questi ultimi. Anche il posizionamento della scena e del palco non è eccessivamente definito pur non risultando errato o inesistente. La situazione sonora non differisce se l’ascolto avviene a volumi bassi o alti; avendo avuto occasione di portarle in luogo adepto ad una riproduzione a volume sostenuto ho avuto modo di sentirle a piena potenza e suonano pulite, senza distorsioni, riuscendo a riempire con un volume quasi soddisfacente una stanza di ben 40mq2, di sicuro uno spazio non totalmente adatto a due piccoli diffusori come questi. In definitiva si può trarre che abbiamo per le mani un duo che suona bene, senza troppi aggettivi.

Conclusioni

Poche parole, ma perché? Suonano bene. Dando una spiegazione più dettagliata, questi diffusori sono sicuramente un buon acquisto se appassionati del marchio o del design, ma non sono né carne né pesce, risultando anonimi, il che può essere un difetto se si hanno preferenze sonore particolari o può risultare del tutto indifferente se è l’inizio di un’avventura nel mondo del buon suono, avendo così occasione di ascoltare piacevolmente i propri artisti preferiti e cominciare a capire, definire e scoprire i propri gusti in ambito Hi-Fi.

Photographie Samuele Frontini
Photographie Samuele Frontini
Photographie Samuele Frontini
Photographie Samuele Frontini
Photographie Samuele Frontini