Subwoofer Monitor Audio Radius 390

Pubblicato il 01/10/2017 - Dernière mise à jour: 30/10/2017

Sujet: Riproduzione audio hi-fi

Premessa

Per una seconda volta mi trovo a recensire un sub di casa Monitor Audio. Dopo la prima esperienza non totalmente soddisfacente e trovandomi davanti ad un diffusore con il medesimo sistema di caricamento (seppur differente in posizione) sono partito con qualche dubbio. Scopriremo in questa recensione se le incertezze iniziali sono poi state confermate.

Ringraziamenti

Come al solito colgo l’occasione per ringraziare Alessandro Faccendini e tutto il team di MPI Electronics per la disponibilità e la professionalità.

Packaging

Come per i diffusori della medesima serie, ma così come quelli delle altre serie, la scatola in cartone è comodamente provvista di due maniglie per agevolarne lo spostamento ed è di dimensioni proporzionate al contenuto, senza sfociare in inutili eccessi. Come per gli altri modelli è decorata da disegni raffiguranti il prodotto e loghi della casa. All’interno troviamo due forme di polistirolo a tener saldo (fin troppo) il subwoofer.

Bundle

Non esagerato, ci vengono forniti un cavo RCA di comune fattura, due cavi di alimentazione (presa EU ed inglese) e la manualistica. Nessuna griglia prevista per proteggere i due trasduttori.

Descrizione

Così come per i due bookshelf della stessa serie precedentemente recensiti, troviamo una decisa cura al design che strizza l’occhio ai più moderni ambienti domestici grazie ad un’estetica minimalista, sobria e a delle dimensioni tutto sommato contenute per ospitare due woofer da 10” l’uno con sistema ABR il quale dovrebbe garantire una maggior profondità del suono ed una migliore definizione, senza sfociare in eccessive distorsioni tipiche di accordi reflex studiati in malo modo. Questo in teoria, in pratica lo vedremo poi. Parlando strettamente di dimensioni abbiamo un cabinet di H348 x W330 x D345 mm facilmente posizionabile sia per le dimensioni stesse sia poiché i due woofer sono posti lateralmente il che implica una possibilità (seppur sempre sconsigliata) di avvicinare di molto il diffusore a pareti retrostanti a patto di lasciare aria intorno. Come per i due bookshelf della serie, la finitura lucida implica un gran deposito di polvere ben visibile se in zona illuminata. Il tutto è spinto da un amplificatore digitale da 220w. Analizzandone le facce troviamo un frontale pulito e adornato da un solo logo posto centralmente in basso. La parte superiore è equipaggiata da un led che ci segnala lo stato (standby o no) del diffusore. Sul retro troviamo, come su tutti i sub di questa fascia, delle regolazioni basilari ossia fase (0/180°), volume, regolazione filtro passa-basso (mai usata e vedremo perché), switch per scegliere tra 3 modalità (impact, music, movie), uscita RCA ed LFE e per ultimo uno switch per utilizzare l’autoregolazione adattiva del filtro. Le due facce laterali sono invece caratterizzate dai due woofer (attivo e passivo) da 10” C-Cam.

Suono

Ebbene è tempo di vedere se i miei dubbi iniziali sono risultati fondati o no alla fine dei conti. Partiamo dalle cose semplici, il posizionamento. Come accennato è un diffusore che trova facilmente posto in tutti gli ambienti essendo caratterizzato da dimensioni contenute, una forma regolare e non avendo reflex o simili non necessita, come precedentemente detto, di enormi spazi retrostanti per respirare. Ho citato nella descrizione il fatto che durante i test non ho praticamente mai usato la regolazione manuale del filtro; il motivo è semplice, quella automatica svolge egregiamente il suo lavoro non invadendo mai la scena ma al contempo senza lasciarla priva di intervento da parte sua. Ho usato la regolazione manuale solo per verificarne la precisione che risulta essere accurata in quanto se impostato a circa 80Hz il diffusore si comincia ad avvertire intorno a quella frequenza con un errore di +/-2Hz che potrebbe anche derivare magari da ina mia svista, quindi lo considero un potenziometro ben regolato e preciso. Rimanendo in tema frequenze abbiamo un sub dal comportamento decisamente lineare che scende in modo costante fino ai 35Hz senza dare però la tipica botta di un reflex (non tiro in ballo altri caricamenti in quanto introvabili sulla fascia di prezzo trattata). Abbiamo quindi un diffusore che scende e lo fa in modo pulito, senza mai distorcere e reattivo, ma che non sarà soddisfacente se ciò che si cerca in un sub è “la botta”. Si dimostra un abile compagno per diffusori come per esempio le Radius 90 con le quali tenta di riempire le lacune fisiche, così come per molti bookshelf, senza però provocare un effetto WOW pur giocando con le tre modalità a disposizione e rimanendo quindi sulla più efficiente "music". Nonostante ciò, trovo che sia comunque degno di essere preso in considerazione in quanto è riuscito a sfatare i miei dubbi iniziali.

Conclusioni

Senza infamia e senza lode, per gli amanti della precisione che non cercano il massimo della pressione sonora ma il top dell’equilibrio. Se unito al design moderno ed elegante diventa sicuramente una proposta considerevole in quel che è il vasto mondo dell’Hi Fi di fascia entry level.

Logo frontale e superficie a specchio
Photographie Samuele Frontini
Vista frontale diffusore
Photographie Samuele Frontini
Laterale del diffusore
Photographie Samuele Frontini
Dettaglio woofer
Photographie Samuele Frontini
Retro del subwoofer
Photographie Samuele Frontini
Pannello sul retro
Photographie Samuele Frontini