Intervista a Monia (rivista ItSelf)

Pubblicato il 21/09/2002 - Ultimo aggiornamento: 18/08/2013

Argomenti : Musica - Editoria underground

Le fanzine fanno parte di un tempo ormai lontano. Come testimonianza di questo periodo, durato qualche decennio, riportiamo l'intervista a Monia De Lauretis, che in pochi numeri era riuscita a farsi conoscere ed apprezzare in questo affascinante mondo underground.
La seguente intervista è stata realizzata all'uscita di ItSelf n.6 (Febbraio 1999)

Tutto questo silenzio e' dovuto al fatto che ti eri stancata della fanzine e di tutte le incombenze che porta, o a questioni extra musicali?

Ci sono stati tanti problemi extra musicali, diciamo "di vita". Purtroppo con il lavoro e altre cose che prendono il sopravvento, gli "hobby" sono i primi a dover essere messi da parte.

Adesso che hai ripreso con la fanza, ti sembra che sia più grande la fatica per realizzarla, o le soddisfazioni che se ne riceve?

Il "volume" dei contatti e delle cose da fare, cresce inarrestabilmente per ogni numero che esce. Quando è uscito il numero precedente a questo, mi dicevo che non avrei mai potuto superarmi qualitativamente, invece - modestia a parte - questo numero rappresenta ancora un'evoluzione. Per il prossimo... quello che verrà verrà, basta che io ne sia soddisfatta, tutto sommato. E si, in proporzione alla fatica ci sono anche le soddisfazioni.

Suoni sempre nel gruppo "Joyce whore not"?

Per ora quel gruppo è in pausa pranzo, specie per motivi personali. Ovviamente io non mi fermerò. Non sento il bisogno esclusivo e viscerale di suonare, ma la musica è una delle arti che a rotazione ritornano nelle mie esigenze espressive. Quindi prima o poi...

Il fatto di fare una fanzine ti avrà messo in contatto con molta gente. Ne hai ricavato più esperienze positive o negative? Di che tipo?

C'è gente che ricevuta la fanza se la legge e buonanotte, altri invece danno molto valore alla comunicazione e allo scambio di opinioni, e la fanza è solo il principio di un contatto umano. Questa è una bella soddisfazione, perché poi l'Italia diventa una cartina geografica puntellata di persone che potrei anche andare a trovare, con cui scambiare registrazioni... tutte queste belle cosette...

Parliamo della realizzazione tecnica della rivista. Usi un Mac o un Pc? Come procedi per realizzare la fanza? Fai tutto su computer o che altro?

Uso un bel Mac. Come procedo... quando penso di aver raccolto abbastanza materiale comincio a inscatolare tutto, a vedere quante pagine sviluppa, di cos'altro c'è bisogno, o se devo togliere qualcosa... poi, con le prime bozze dei testi in mano faccio le belle e pallose correzioni, vedo le immagini che mi ispirano, faccio i disegnini, sfoglio i miei diari per mischiare confusamente le mie "esperienze" musicali a quelle di vita, metto dentro scarabbocchi e conversazioni, pezzi di libri, foto porno, foto live, sorrisi e cavoli vari, senza farmi più tanti problemi su dei nessi logici. Il risultato, dopo centinaia di scannerizzazioni, retini, scrittine, sovrapposizioni e caratteri minuscoli, è più o meno quello che hai fra le mani. Ah, poi rimane sempre da inventare la copertina, che di solito è la visione dell'ultimo minuto. Comunque durante tutto questo processo, ogni singola parola o articolo è sempre in mutazione. Poi a un certo punto, quando è proprio ora - chiudo e basta. Così come è. Prima forse non era così. Ero più "formale", per ora invece questa è la migliore formula di lavoro che mi si è sviluppata in testa dopo cinque anni.

Vuoi dire qualcosa ai nostri lettori?

Prendete un po' di ferie prima di ordinarmi ItSELF, può servire un po' di tempo... altrimenti guardate solo le figure che tanto fanno ridere lo stesso. Ah, sarete sorpresi dal non vedere una fanza che è un'altra brutta copia di Rumore o del Mucchio (o quello che preferite). Sicuro.

Itself n.6