Monitor Audio Studio: piccoli mostri spesso incompresi

Pubblicato il 05/05/2019

Argomento: Riproduzione audio hi-fi

Ultimamente sono stato poco attivo e la tastiera mi ha visto più per motivi di lavoro, che per motivi legati al mondo della musica. A parte un qualche raro pezzo non mi sono dedicato molto alla scrittura. Questa volta tramite ascolti e misure vi parlerò di una coppia di diffusori che non hanno ricevuto molti complimenti dalla critica online, ma che a mio avviso mai sono stati messi nelle condizioni per suonare: le Monitor Audio Studio.

 

DESCRIZIONE

 

Il nome Studio, quando associato a Monitor Audio, riporta alla mente dei diffusori, che erano proposti come top di gamma dalla casa inglese una ventina di anni fa. Oggi Monitor Audio ripropone un diffusore da stand legandolo indissolubilmente a questo nome carico di significato.

A prima vista il livello tecnico è certamente ben visibile. Il tweeter è di tipo MPD, in pratica è un tweeter AMT o tweeter di Heill. I midwoofer da 4” sono del tipo RTD II con membrana composita C-CAM e cestello in materiale plastico; usati esattamente come sulle top di gamma Platinum PL500. Anche le altre tecnologie sono da top di gamma, partendo dal dettaglio di connettori in rame placcato rodio, passando dal filtro crossover del secondo ordine che conta solo componenti di ottima qualità per effettuare il taglio a 2.7kHz, arrivando al cabinet, che pur essendo leggero mostra una rigidità notevole grazie alla struttura interna che sfrutta lo stesso carico al fine di irrigidire il tutto. Per concludere questa velocissima disamina tecnica si deve evidenziare come il reflex HiVe II sia a porta laminare e suddiviso in due condotti. Ciò dovrebbe ridurre le turbolenze e di conseguenza le possibilità che il reflex disturbi il tutto con un qualche soffio.

Sull'estetica tenderei a lasciare tranquillamente il verdetto alle foto. Le Monitor Audio Studio sono dotate certamente di un fattore WAF elevatissimo grazie a dimensioni decisamente minimali e ad un design moderno proposto con le finiture nero, bianco e grigio satinati (finalmente dei diffusori su cui non vedrete ogni singolo granello di polvere).

 

ASCOLTO

Tecnicamente parlando non credo si possa desiderare un diffusore migliore di questo, ma allora com'è che online tutti le definiscono non musicali?

È questo l'assurda aporia che ho dovuto affrontare: un diffusore che ha tutto, ma al contempo non ha nulla... per lo meno finchè non lo si mette nelle condizioni di poter dimostrare il suo valore.

Ma andiamo con calma, i primi ascolti non sono andati bene. Nella sala da 35 metri quadri, comunicante con ulteriori 35 metri quadri di casa, il suono era in effetti efficace, raffinato, dettagliato ma sempre deficente circa qualcosa di fondamentale. Pancia e piede non corrispondevano in nessun genere; grande sensazione di velocità, di attacco stratosferico, di precisione e chiarezza, ma assolutamente mancante di vibrazioni e di armoniche. Questo era totalmente evidente con qualsiasi brano di Classica.

Onestamente ero abbastanza deluso, stavo anche redigendo una recensione negativa, ma poi ho pensato di spostarle in una stanza più piccola e dare loro un'ultima chance. In 20 metri quadrati, non pensati nemmeno per l'ascolto, sono letteralmente rinate. Il basso era leggermente fuori controllo, ma avevano acquistato una musicalità che fino ad allora non avevano mostrato.

Nel primo disco de Concerto Grosso, raccolta interamente dedicata alla Musica Barocca, spostandole di stanza, era letteralmente rinato tutto ciò che dà emozione all'ascolto della Musica: la vibrazione dei cordofoni, la possenza armonica dell'organo che permette di dare un senso di pienezza e profondità, la rotondità dei timpani. Finalmente la musica tornava a fluire da un diffusore che rischiava di essere classificato quale ottimo esercizio di tecnica fine a se stessa.

Stupefatto dal cambiamento radicale ho ripreso quella stessa discografia che le aveva precedentemente uccise.

The Real Aretha Franklin Collection che al primo disco conta per lo più registrazioni del '64 e del 2011 la voce di Aretha era tornata nella sua estensione, nella sua vibrazione unica e magica. Stupisce la graniticità di Aretha che a distanza di quasi 50 anni mantiene il suo carattere praticamente inalterato, il che è a tutti gli effetti un unicum.

Anche col Metal non deludono, picchiano quanto basta e tengono il piede in modo che va ben oltre alla soddisfazione ed il primo disco di Hardwired ... to Self - Destruct dei Metallica non perdona né nel ritmo né nella tecnica a dimostrazione del fatto che i Metallica non sono certo dei bolliti, ma una band capace sempre di reinventarsi.

 

TEST

Come sono le misure di un diffusore da 1600€ (coppia), che deriva tutta la tecnologia dalle ricerche che hanno creato l'attuale serie top di gamma di Monitor Audio?

In una sola parola: STREPITOSE!

In pratica non c'è nemmeno bisogno di commentarle, tanto ci sarebbe solo un dire banalità.

 

CONCLUSIONI

Occhio alla stanza! Questa è l'unica raccomandazione che mi viene da porre. Perfetti per una saletta o una sala moderna, riescono ad impensierire la stessa serie Platinum del produttore Inglese, che è riuscito ad abbinare un suono strepitoso ad un diffusore da un costo decisamente accessibile.

Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli