Viaggio in Svezia : Gotheborg e l'isola di Orust

Pubblicato il 30/07/2008

Argomento: Viaggi

17/07/2008

Partenza da Genova , arrivo a Milano e prendo lo shuttle per Orio al Serio di Bergamo. Destinazione: Gotheborg,Svezia. La prima tappa di un viaggio che mi condurrà ad Orust, l’isola più grande del paese Scandinavo.
L’appuntamento è all’aeroporto di Gotheborg è con la mia ragazza e una coppia di amici svedesi che ci ospiteranno durante il nostro breve soggiorno(5 giorni circa), il che mi darà l’opportunità di conoscere più da vicino lo stile di vita e le abitudini di questo popolo.
Purtroppo le mie conoscenze del paese (e mi vergogno a dirlo) si riducono a cliché e stereotipi, insomma della Svezia conosco: Ikea, sole a mezzanotte, il tennista Borg, il premio Nobel e che le donne sono considerate fra le più belle del mondo.
Torniamo sull’aereo per Gotheborg , mentre decolliamo mi rendo conto, facendo un calcolo approssimativo, che mi è costato di più lo spostamento da Genova a Bergamo che il volo per la Svezia ( la compagnia è la Ryanair ).Il viaggio è piacevole accanto a me siede una famiglia di svedesi e non posso fare a meno di notare sentendoli conversare, che lo svedese, pur essendo una lingua germanica, ha suoni molto dolci per niente gutturali rispetto al tedesco o al danese, per esempio, anche se mi risulta ovviamente incomprensibile. Il volo passa in fretta ( circa 2 ore e venti ), ci vengono a prendere in auto gli amici svedesi, imbocchiamo l’autostrada (che è gratuita ) e proseguiamo direzione Oslo. Quello che colpisce subito del panorama è la natura incontaminata:foreste, case di legno dal tipico colore granata (vengo poi a sapere che questo colore era molto usato nel periodo in qui la Svezia era molto povera, perché era il più economico) cavalli al pascolo e colline rocciose che emergono dal terreno.
La temperatura è sui venti gradi e il sole splende anche se è costantemente minacciato da nuvole passeggere. Usciamo dopo mezz’ora circa a Svanesund; improvvisamente in mezzo alla campagna si apre uno spettacolo meraviglioso, una distesa d’acqua che all’apparenza sembra un lago ma è in realtà il mare o meglio l’oceano Atlantico, e si intravede l’isola di Orust. Sbarchiamo sull’isola con il battello e ci dirigiamo verso casa. L’ospitalità è una caratteristica degli svedesi, sono molto aperti e cordiali e si preoccupano moltissimo del fatto che tu ti senta a tuo agio. La casa è molto bella costruita interamente in legno dal tipico colore rossastro e con due piccole casette di fronte riservate agli ospiti, in mezzo un bellissimo giardino con alberi di mele e molto fiorito. Al calar della sera il clima si fa meno ospitale, nonostante il sole tramonti dopo le 23, di notte la temperatura subisce un drastico calo e per di più si alza un vento gelido che perfora le mie stanche membra italiche.
Durante la cena a base di salmone, si chiacchiera del più e del meno, e chiedo agli sevedesi (in inglese che più o meno parlano tutti) qualche informazioni sulle conformazioni rocciose che affiorano dal terreno un po’ ovunque, dove qualcuno vi ha costruito perfino la casa e mi sembra di capire dalla loro spiegazione che, i ghiacci delle ultime glaciazioni, muovendosi e ritirandosi, abbiamo spinto la roccia sottostante ad affiorare dal suolo; affascinante. Dopo cena decido di ritirarmi e passando dal giardino vedo i miei amici scandinavi intenti a riparare le piante e fiori del giardino, lamentandosi dei cervi che a dir loro vengono ogni notte a deturpare il loro splendido collage botanico.

18/07/2008

Il mattino dopo andiamo dal paese che ci ospita Svanesung (che in svedese vuol dire gabbiano) verso Gotheborg, prendiamo il battello, questa volta a piedi.
Incontriamo una ragazza che si offre di darci un passaggio in macchina fino in città, incominciamo a chiacchierare e vengo a sapere che in Svezia sette mesi all’anno è praticamente sempre buio. Più tardi facciamo un giro per la città nordica e decidiamo di prendere il battello o meglio una chiatta che permette di passare sotto i ponti incredibilmente bassi che si susseguono fra gli innumerevoli canali di acqua salmastra che attraversano la città. Ci imbarchiamo presso il ponte di Basargatan, pagando il prezzo di circa 11 euro. Prima di salire siamo passati attraverso un mercato e mi sono reso conto che i prezzi sono più alti di almeno un terzo rispetto che in Italia. Il cambio è di 0,94 a uno, per semplificare bisogna dividere più o meno per dieci. Solo il pesce costa meno soprattutto il salmone ( con 7 euro te ne porti a casa un chilo ed è buonissimo). Il battello parte ed una graziosa ragazza svedese ci fa da guida attraverso i canali di acqua marina; la città è molto verde e mi pare di capire sia stata fondata nel XVII secolo. Ad un certo punto del viaggio dobbiamo tutti accucciarci a causa di un ponte troppo basso. Passiamo accanto ad un grande parco, poi si apre il porto dove incontriamo un incrociatore della marina e un veliero d’epoca il “Viking”. Sulla riva si vede l’avveniristico teatro dell’opera a forma di imbarcazione. Il tour merita, ma è raccomandata una giacca sia per il vento di tramontana sia per gli schizzi di acqua gelida.
Alla sera passeggiamo per l’Avenyen la strada dei pub e dei locali notturni; qui si può trovare ogni genere di musica e divertimento. Entriamo in un pub paghiamo 40 corone per l’ingresso e ci sediamo. Voglio provare il sidro di pere specialità svedese poco alcolica. A dire il vero è un po’ troppo dolce e non riseco a finirlo e passo alla classica birra.

19/07/2008

Il giorno dopo proseguiamo la visita a Gotheborg e andiamo al mercato del pesce famoso perché sembra una chiesa. Poi percorriamo la Kungsgatan ( letteralmente la “via dei re” ) centro dello shopping di ogni tipo, brulicante di gente. Cena a base di granchio fresco comprato al mercato. Gli svedesi come in tutti i paesi nordici cenano piuttosto presto: 18:30-19:00 al massimo. Hanno una qualità di vita molto alta ed un grande rispetto per la natura e l’ambiente.

20/07/2008

Torniamo ad Orust e ci imbarchiamo con un batello verso un’altra isola: Gullholmen.
L’isola è un porto di pescatori costruito sulla roccia, con il centro che si snoda in graziosi vicoletti tra le case di legno tipicamente svedesi. Il legno infatti la fa da padrone in Svezia, tutto è di legno: case,pontili,scale,negozi e persino i bancomat! Spesso viaggiando in macchina si aprono paesaggi incredibili dove non c’ è anima viva se non cavalli lasciati liberi, tra le migliaia di isolette rocciose, lungo le insenature ricavate dal mare nella terra ferma. Veramente suggestivo.
Alla sera al “chiarir della notte” facciamo una breve escursione nel bosco dopo andiamo sulla spiaggia rocciosa a caccia di granchi; basta una molletta bianca ed una cordicella ed i crostacei ci si attaccano con estrema facilità, essendo troppo piccoli per essere cucinati, li lasciamo liberi, scommettendo sul primo che riesce ad arrivare dalla spiaggia in acqua.

22/07/2008

Ritorno a malincuore verso Milano, mi godo l’ultimo sole svedese che quando non è funestato dalle nubi, spesso cariche d’acqua, è molto caldo. La pioggia infatti (quasi quotidiana) è intermittente,intensa e breve, e si alterna a schiarite improvvise di sole molto caldo. Sembra quasi che qualcuno prema un interruttore immaginario. Un viaggio che merita, soprattutto per chi ama i paesaggi e la natura, ma anche la vita notturna. Per quanto riguarda le ragazze non posso che confermare lo stereotipo esistente sulla loro aspetto anche se non si distinguono così nettamente dallo standard di “bellezza Nordica”.