Fabrizio De Andrè - Tutti morimmo a stento

Testo del brano "La ballata degli impiccati"

Lp , 1968 , Ricordi
Tutti morimmo a stento ingoiando l'ultima voce tirando calci al vento vedemmo sfumare la luce. L'urlo travolse il sole l'aria divenne stretta cristalli di parole l'ultima bestemmia detta. Prima che fosse finita ricordammo a chi vive ancora che il prezzo fu la vita per il male fatto in un'ora. Poi scivolammo nel gelo di una morte senza abbandono recitando l'antico credo di chi muore senza perdono. Chi derise la nostra sconfitta e l'estrema vergogna ed il modo soffocato da identica stretta impari a conoscere il nodo. Chi la terra ci sparse sull'ossa e riprese tranquillo il cammino giunga anch'egli stravolto alla fossa con la nebbia del primo mattino. La donna che celò in un sorriso il disagio di darci memoria ritrovi ogni notte sul viso un insulto del tempo e una scoria. Coltiviamo per tutti un rancore che ha l'odore del sangue rappreso ciò che allora chiamammo dolore è soltanto un discorso sospeso.