Skiantos

Mono tono

Recensione
Pubblicato il 16/12/2011
Voto: 7.5/10

Mono Tono è il primo disco ufficiale degli Skiantos, dopo l'esperimento di "Inascoltable", registrato in una notte d'autunno del 1977.

Freak Antoni, lo definisce un disco punk, noi aggiungiamo che pur essendo sicuramente punk nello spirito, questo è anche uno dei primi dischi italiani di rock demenziale. Gli Skiantos prendono da subito le distanze dai cantautori e dalla musica progressive. A loro modo si ribellano al "conformismo", come conviene alla maggior parte dei ragazzi che nel periodo adolescenzial-giovanile sentono questa necessità e devono espletarla in una qualche forma, che può andare dal vestiario alle letture, o come in questo caso, nel decidere di formare una band.

Certo, forse al giorno d'oggi bisogna entrare un po' nella loro ottica, perché se leggendo demenziale vi vengono in mente "Elio e le storie tese" o "Gem Boy", beh... qua siamo agli antipodi. La demenzialità può assumere mille forme ed in questo caso non ci sono giochi di parole o storielle comiche , ma solo tanta spontaneità, a cavallo tra il non sense di zappiana memoria e le naturali influenze dei generi emergenti all'epoca, come il punk. C'è una urgenza espressiva e ci sono temi mai centrati in pieno, ma toccati di sponda.

Malgrado queste influenze rockettare e punkettare, Roberto "freak" Antoni, sempre nel 1978 si laurea nella facoltà di "Lettere e filosofia" con una tesi sui Beatles. Strano, ma fino ad un certo punto, perché malgrado quanto detto sopra, in alcuni brani esce un certo gusto per la melodia "classica".

Siamo nella fine degli anni '70 e l'inizio parlato è un fantastico collage di frasi in gergo dell'epoca, sicuramente amplificate per aumentarne l'effetto, ma decisamente godibili anche ai nostri giorni. Insomma, gli Skiantos, in un periodo in cui l'esempio è quello americano e inglese, ci dicono che esiste anche uno slang bolognese, cosa mica da poco!

"Ma che cazzo me ne frega! Genere ragazzi genere! Ehi sbarbo smolla la biga che slumiamo la tele. Sei fatto duro, sei fatto come un copertone. Ci facciamo? Sbarbi sono in para dura! Ok, ok nessun problema ragazzi, nessun problema! Sbarbi sono in para dura. Schiodiamoci, schiodiamoci. C'hai della merda? Ma che viaggio ti fai?! C'hai una banana gigantesca. Oh c'hai della merda o no? Un caccolo! Ma che viaggio ti fai? Intrippato. Brutta storia ragazzi, brutta storia. C'ho delle storie ragazzi, c'ho delle storie pese! C'hai delle sbarbe a mano? No c'ho delle storie pese, fatti questo slego: 1 2 6 9".

"Eptadone" è un tirato pezzo punk rock, molto valido quanto breve: "Sono andato alla stazione, ho cercato l'Eptadone, poi m'ha preso l'emozione son scappato col furgone. Le massaie fan la coda, per sentire la mia broda  e quest'anno è di gran moda, io ci metto anche la soda. Mi bastava un sol flacone, ma non c'è più una religione ,m'han picchiato col bastone, la mia testa è in confusione. Forse è una fissazione che m'ha preso in convulsione, io non c'ho immaginazione e non voglio protezione. Le massaie fan la coda per comprare la mia broda e quest'anno è di gran moda, io ci metto anche la soda. Eptadone..!"

"Panka rock" ("Brucia le banche bruciane tante calpesta le piante") prende un po' in giro il genere stesso che suonano e i suoi stereotipi. Discorso simile per "Pesto duro (I kunt get no SatisFucktion)", con la storpiatura nel sottotitolo del famoso brano dei Rolling Stones.

Demenza e sconclusionatezza in "Tiventa demente (La kultura poi ti cura)".

La noia è sicuramente uno dei temi della giovane età (andando avanti con gli anni la sensazione è esattamente opposta) e in "Io me la meno" la sviscerano a loro modo: "Io me la meno ogni notte mi dimeno domani pendo il treno vado fino a San Remo Coro. Io me la meno".

Il testo di "Bau bau bau baby" non è dei più complessi, ma Antoni con la sua voce lo sa valorizzare al meglio!

Arriviamo ad uno dei vertici del disco, "Io sono uno skianto", voce al vetriolo e testo perfetto "Io sono uno skianto suono senza l'impianto con un urlo t'incanto, si, perché sono uno skianto. Io sono uno skianto se decido che vengo non è detto che canto, no, perché sono uno skianto. [..] Io sono uno skianto non c'ho il cuore affranto, se ti guardo m'inciampo perché sono uno skianto. Io sono uno skianto, non lo senti che tanfo se mi scappa col vento è un gran tanfo da skianto [..] Io sono uno skianto, io mi drogo quel tanto per campare contento e restare uno skianto. Io sono uno skianto, mai avuto un rimpianto non lo dico per vanto, ma io sono uno skianto".

Nei due brani successivi, vediamo come gli Skiantos si rapportano con "l'amore".

Ecco un estratto da "Io ti amo da matti (sesso e karnazza)": "L'altro ieri a ballare, ti ho marcata da morire, mi sembrava di esser quello tutto bello dolce e caro e innamorato che sta dentro alla canzone d'amore, che quel giorno ti ha tanto sballato. Sono anch'io un gran poeta, c'ho la camicia di seta, compro dischi d'amore, per sballare due ore. Voglio anch'io un po' d'amore, sono solo da ore, dai facciamo quattro scatti, io ti amo da matti . Sesso & Karnazza ".

"Vortice" alterna segmenti lenti ad accelerazioni graffianti: "Io ti amo, per favore scrivimi, non sorridermi ma lavati, per me esisti solo te, l'altra sera sul bidè io pensavo a te. I tuoi baci son bollenti, sono caldi penetranti, se lo dico poi ti vanti e ad amarmi più non pensi".

Pur nella sua semplicità e linearità, "Massacrami pure" è un brano particolarmente riuscito: "Massakrami pure con un certo vigore così sento l'amore che fa battere il cuore Massakrami pure con un certo vigore ma senza rancore non fare rumore Massakrami pure così sento calore non avere pudore se ti esce il sudore".

"Largo all'avanguardia" è a mio giudizio, un altro vertice del disco, uno di quei brani che valgono da soli l'acquisto: "Largo all'avanguardia, pubblico di merda, tu gli dai la stessa storia, tanto lui non c'ha memoria. Sono proprio tutti tonti, vivon tutti sopra i monti. Compran tutti i cantautori, come fanno i rematori, quando voglion fare i cori, che profumano di fiori. Me mi piace scoreggiare, non mi devo vergognare, non c'ho niente da salvare. Me mi piace giocare giocando coi giochi ne ho pochi ma buoni. Me mi piace volare facendo dei giri non brevi ma lunghi. Me mi piace scoreggiare, non mi devo vergognare, non c'ho niente da salvare. L'avanguardia è alternativa, non fa sconti comitiva, l'avanguardia è molto dura e per questo fa paura. Fate largo all'avanguardia, siete un pubblico di merda, applaudite per inerzia. Ma l'avanguardia è molto seria, io vado contro corrente perché sono demente e sono ribelle con l'urlo nella pelle".

Chiude il lavoro, la breve "Ehi, ehi, ma che piedi che c'hai".

La casa discografica è la storica "Cramps Music", ma purtroppo la ristampa su cd della "Bollicine" è davvero economica, non solo mancano i testi ma al posto del libretto c'è un solo foglietto.

Io Sono uno Skianto (1978)
Skiantos - Mono tono

Skiantos

Mono tono

Cd, 1978, Cramps Records
Durata totale: 33:33

Genere: Demenziale , Rock , Punk

Brani:

  • 1) Eptadone (01:51)
  • 2) Panka rock (01:44)
  • 3) Pesto duro (I kunt get no satisfucktion) (02:48)
  • 4) Tiventa demente (La kultura poi ti kura) (04:48)
  • 5) Io me la meno (01:51)
  • 6) Bau bau baby (02:12)
  • 7) Io sono uno skianto (03:22)
  • 8) Io ti amo da matti (sesso e karnazza) (04:03)
  • 9) Vortice (03:53)
  • 10) Massacrami pure (02:07)
  • 11) Largo all'avanguardia (02:58)
  • 12) Ehi, ehi, ma che piedi che c'hai (00:45)

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