Quando le emozioni parlano più delle parole: due film dal 43° TFF

Pubblicato il 28/11/2025

Topic: Cinema

Il TFF (Torino Film Festival) di quest'anno propone una moltitudine di film, anche se la durata è ridotta rispetto al passato. Della cernita che ne ho fatto, due opere molto diverse mi hanno colpita per il loro modo di comunicare emozioni direttamente con i fatti, senza spiegazioni, e per aprire, in due dimensioni del tutto differenti, alla riflessione sul fatto che non c'è un "si deve" universale da rispettare: ognuno ha i suoi modi e i suoi tempi, e va bene così.
I due film in questione sono l'irlandese Pillion, che uscirà il 28 novembre 2025 in Irlanda, e l'italiano Strike – Figli di un'era sbagliata, in uscita nei nostri cinema il 26 marzo 2026.

Il primo, acclamato già al Festival di Cannes dove è stato premiato per la miglior sceneggiatura al Certain Regard, racconta l'incontro tra due omosessuali diversissimi: il timido e inesperto Colin e il bellissimo, aitante e misterioso Ray. L'incontro tra loro sembra irreale allo spettatore che, anche se non fa parte del mondo LGBTQ e non è amante del BDSM, fin dall'inizio del film non può non empatizzare con il goffo Colin, che strappa più di una risata. L'ombroso Ray esercita su di lui un fascino magnetico, ma l'approccio iniziale non è dei più romantici.
L'abilità impressionante del regista Harry Lighton, al suo primo lungometraggio, e dei due bravissimi attori Harry Melling e Alexander Skarsgård, è quella di prendere lo spettatore e portarlo per mano in un territorio apparentemente inesplorato ma in cui si possono individuare dinamiche non così sconosciute, almeno a livello metaforico. In un crescendo di trasporto per questa coppia che diventa sempre più credibile, si capisce che niente ha un modo fisso in cui deve essere: se si scardinano alcune dinamiche che spontaneamente funzionano in nome di ciò che "dovrebbe essere", si potrebbe rompere l'incanto di un miracolo apparentemente anomalo e facile da giudicare frettolosamente.

L'altro lungometraggio è ambientato in una struttura per dipendenze patologiche a Roma, dove nessuno – o quasi – vuole essere. Ma, senza troppe spiegazioni o parole, con il tempo, tutti, soprattutto i tre protagonisti Dante, Pietro e Tiziano, trovano una loro collocazione, senza una distinzione così netta tra assistiti e assistenti, creando relazioni apparentemente disfunzionali che finiscono per funzionare benissimo. I tre personaggi principali sono anche i registi Gabriele Berti, Giovanni Nasta e Diego Tricarico, che prima del film hanno realizzato l'omonima pièce teatrale. Sono accompagnati da attori del calibro di Massimo Ceccherini, Pilar Fogliati, Matilde Gioli, Caterina Guzzanti. Notevole la colonna sonora, che annovera, tra i numerosi titoli italiani, alcuni dei CSI.

Che dire di questi due film? Andate al cinema, vedeteli e non pensate troppo: sentite e basta, come consiglia Tricarico. A volte troppe spiegazioni non portano dove conducono le sensazioni.

Strike, figli di un'era sbagliata

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