irossa +Alberto Moscone (23/02/2025 Trinità Live Club - Genova)

Pubblicato il 25/02/2025

Argomento: Musica

Serata davvero effervescente qui al Trinità Live Club di Genova con protagonisti una band di Torino dai toni decisamente eclettici e colorati.
Riavvolgiamo per un attimo il nastro per spendere due parole riguardo la scenografia davvero intima e indie della location: ambientazioni fumose ( anche senza fumo) e noir,
scorci post industriali e decadenti a far da cornice a una performance consumata tutta in pochi metri quadrati, quando la band ti arriva diretta e immediata perché il palco è a soli
pochi centimetri e l'adrenalina ti consuma piano piano. A dire il vero le dimensioni intime del locale trasmettono immediatamente un non so che di familiare, ma al contempo di profonda sobrietà underground.
Ripartiamo dal live per chiarire immediatamente che la serata ha acquistato di minuto in minuto un piglio coinvolgente e anche divertente. Gli stessi protagonisti giovanissimi
mostravano un approccio sereno e conviviale durante l’esecuzione dei pezzi. Le canzoni presentate sono quasi tutte estratte dall'album uscito nel marzo del 2024 dal titolo “Satura”.
Veniamo a noi.
Dopo alcuni pezzi di Alberto Moscone di pregevole fattura anche se ancora terribilmente acerbi sotto tutti gli aspetti, verso le ventidue e trenta salgono sul palco gli Irossa.
Sei ragazzotti dall’outfit interessante che richiama allo stile post-punk di scuola british ma fortemente contaminato da particolari personalizzati.
Cosa ci aspettiamo? Sorpresa, perché a codici rintracciabili nella sottocultura britannica si mescolano l’uso poliedrico di ottoni, chitarre, tastiere e stili vocali opposti tra di loro.
Prima peculiarità della band, avere due voci (una femminile e una maschile) perfettamente complementari e integrate alla cifra stilistica della band. Abbiamo inoltre liriche in italiano, ma anche in lingua straniera che arricchiscono la percezione caleidoscopica della proposta.
Abbiamo soprattutto dei timbri di voce che passano dal catatonico oscuro, al baritonale, alla voce onirica dall'atmosfera dream. Infine si delinea una sessione ritmica dalle venature dark e ritorni vaporosi con un sax che riporta all'art rock, il jazzy e lo ska.
Testi no sense e un po’ crepuscolari lasciano spazio alla nebbia fitta creata artificiosamente da un muro di chitarre e tastiere. Sullo sfondo si consuma una batteria robotica, serrata e cadenzata che incrementa il tasso di rumorosità. La sessione ritmica è importante, definita da un basso tipicamente in prima linea. Da questo Intreccio elegante e virtuoso il suono ne esce intrappolato dalla sovrastruttura musicale lasciata libera dagli inserti di sax.
Le varie trame riconoscibili nelle singole tracce si arricchiscono di tanto in tanto di sentieri dallo stampo prog con sperimentazioni in stile jam- session che vedono l’alternarsi di sequenze rallentate e altre accelerate. Un combo efficace tra parti jazzate e tappeti di tastiere. Non si arriva mai alla rottura del tessuto musicale, ma si arriva quasi sempre vicino al punto di rottura.
Il fulcro dell’esibizione è declinato quasi sempre su scenari ombrosi, ma al contempo leggeri. dove la voce ipnotica di Margherita Ferracini e la voce soave di Jacopo Sulis si inerpicano sugli arrangiamenti talvolta blues e talvolta country-rock delle basi musicali
La forma canzone è ancora salva nonostante i sussurri e i contorsionismi vari, dove la parola d’ordine rimane ensemble , rassemblement e contaminazione come la scena indie torinese ormai diventata qualcosa in più di una lieta novità.
Prima di mezzanotte si conclude il concerto non prima di ascoltare un paio di bis tratti dalle canzoni che finiranno nel nuovo album. L’unico appunto che si potrebbe fare agli Irossa è che il loro approccio è molto sbarazzino, ma punta quasi esclusivamente nel far parlare solo la musica. Non un disvalore per carità, ma quando il pubblico sarà numeroso ( perché lo diventerà) bisognerà sapere anche misurare il polso della situazione.