Isa

L'arte dell'insonnia

Critique
Posté le 13/01/2009
Vote: 8.5/10

L’arte dell’insonnia: tutta l’arte di Isa…

“Ma un insonnia ben vissuta, è anche l’arte di chi - al di là di qualsiasi passione o talento - tenta di fare della propria vita un capolavoro di armonia, nella gioia di esserci comunque, un tassello del mondo. E senza rimpianti riempie di qualcosa per se le ore vuote di sonno”.

Così scrive Isa nella prefazione di questo suo duplice lavoro, costituito da un libro di dieci racconti più otto canzoni che insieme danno vita a “L’arte dell’insonnia” e solo per questo le darei un premio, perché sembra aver espresso in poche righe la sintesi perfetta della mia esistenza notturna quando, anche se il giorno successivo magari devo alzarmi alle cinque e mezzo del mattino per andare a lavorare, mi perdo tra i miei scritti di musica e i miei ascolti notturni.

Ma non lasciamoci prendere dall’entusiasmo e andiamo a vedere se quanto offerto al prezzo di 18 Euro, che nel retro copertina è addirittura scomposto nelle singole voci: libro 12 Euro e CD 6 Euro, può considerarsi una spesa ben fatta.

Partiamo dal libro che, come detto sopra, contiene dieci racconti o meglio otto racconti, una poesia-filastrocca dal titolo “Stella stellina” e “Portraits” che è un insieme di quadretti dedicati a varie città del mondo.
Ad ogni racconto è abbinata una canzone, solo “Portraits” e “Col cazzo che ti volto le spalle” sono invece orfane, “Portraits” è, però ispirato all’omonimo concept album dei Loop Killers, che raccoglie cartoline sonore di alcune città del mondo in cui è immaginato un contesto post-qualcosa tipo catastrofe nucleare, un disastro ecologico, ecc., mentre la seconda è un brevissimo racconto-flash sulla violenza che tante donne sono costrette a subire.

Isa dimostra in quest’opera uno stile di scrittura originalissimo, il suo non è un vero e proprio narrare, è come un raccogliere il fluire costante ma frammentario dei propri pensieri e ne emerge un quadro di sofferenza, solitudine, abbandono, con tutte le difficoltà del quotidiano vivere, perché è il quotidiano cui si è condannati a vivere con solo i nostri sogni come unico sostegno.
Vi si avverte tutta la fatica di cercare un’armonia, una stabilità dei rapporti, un equilibrio con il proprio corpo.

Il tutto è poi corredato da una serie di fotografie in cui Isa ci appare sotto una nuova luce grazie alla bravura di Lucia Carenini e altre fotografie dei compagni di viaggio di questa nuova fatica, scattate durante la lavorazione alla Casa bollente.

Ma veniamo alle canzoni, che sono legate in parte ai racconti e aiutano a coglierne meglio le atmosfere, però vivono benissimo di luce propria, grazie alla capacità di scrittura di Isa, mai scontata e banale, ma anzi sempre alla ricerca di nuove forme espressive.

Ecco allora cosa ci offre questo menu di otto portate.

Histoire” stupenda canzone di relazione, in cui c’è tutto lo sforzo di piacere ad un altro che, però trova sempre qualcosa che non va, un altro che resta comunque incancellabile dalla propria mente o forse, finalmente, sì “Tu passerai il tempo che ci spetta / A scrivere nella mia mente / A lettere d’oro il tuo nome / Histoire banale, histoire de quatre sous / Histoire de quatre sous / Histoire banale, histoire de quatre sous / Histoire de quatre sous, regarde comme je t’ai oubliée”.

Chitarre pizzicate aprono “Questo è il tempo”, una canzone d’amore, una canzone in cui l’amore è giunto al momento giusto, quello del concedersi senza indugio, “Scoprimi con la cometa di una terra di frontiera / Sbagliami con l’acqua cheta di una stanza di pianura / Prendimi le scarpe rosse di una vita da ballare / Cerca come niente fosse per non farmi niente male”. E’ canzone calda e piena di vita.

Ecco “Altrove (lettera da qui)” con vivi richiami di bossanova, canzone delle contraddizioni, dell’essere mai soddisfatti di quel che si è, “Sono l’abito che bisogna, in un contro tempo / Sono la vertigine e la croce, la musa e lo sgomento / Sono l’amante nascosta, dimorante ed immacolata sono / Arida e fertile, dimora buona, la buona sorte / Delusa e consolata”.

Con “Il viaggio” giunge il momento di guardarsi indietro, alla propria infanzia, canzone di una delicatezza impalpabile, struggente fino alla commozione, sembra scritta in bianco e nero, sembra di rivedere immagini girate con mano tremante da una vecchia cinepresa super8 “La capra ha sonno e fame quanto manca ad arrivare / Si cercavano le targhe io dimenticavo di contare / Se nel bosco c’è la nave macodirondirondera / Mio fratello ha un’astronave e mi porta via con sé”.

Ancora chitarre aprono “Pecos Bill”, un’altra canzone sull’amore, sull’attesa del momento opportuno “Se devi fermarmi prova un gesto / non sono la sposa di nessuno / se in fondo alle gambe c’è un colpo di vento di fronte al lago dei sogni non c’è misura / Se devi baciarmi fallo presto / ho pensieri nascosti frontiera di sale / per l’improvvisazione del cacciatore / che io sono il male e sono la cura”, canzone energica ed elettrica anche dal punto di vista musicale.

Delicata e magica è, la successiva “Dormono le fate nei campi”, brano magico e musicalmente affascinante, lo è anche dal punto di vista del testo “Dormono le fate nei campi / Fonti chiarissime / E le fate dei naviganti / Dormono nel ventre delle cicogne / Liberissime / Ambra spezie e rose benigne / Isole fiammeggianti / Ambra spezie e rose benigne”.

Sonorità distorte aprono “L’ombra”, magnifica canzone sull’assenza o meglio sui tanti che ci sono, ma è come se non ci fossero perché non percepiti, le sonorità si alternano tra elettrico ed acustico, d'altronde ci sono sempre due facce di una stessa medaglia, nord e sud, occidente ed oriente, ricchezza e povertà, belli i versi finali “Non mangiare, mangia, non mangiare / Ma non li vedi i bimbi e l’Africa che muore? / Non mangiare, mangia, mangia non mangiare / Ma non la senti la tortura e il dolore? / Non dormire, dormi, dormi, non dormire / Ma non le conti mentre passano le ore? / Non dormire, dormi, dormi, non dormire / Ma non lo senti tu che questo non è amore?” e a seguire una splendida coda di chitarra elettrica a chiudere il brano.

Ma non finisce qui, c’è spazio ancora per un’altra bellissima canzone “Le ragazze di ieri”, una bellissima riflessione sulla figura femminile, sull’essere donna ieri, oggi e forse anche domani, “Le ragazze di ieri ora stanno lottando / Per non trasformarsi in carriole / Però, eventualmente, anche se, un po’di olio di gomito / E se le spingon da sole / Se nei balli di ieri c’eran grandi misteri mischiati di sabbia e di vento / Per oggi ballando sarebbe già tanto riuscire a volare restando / Coi piedi sul pavimento”.

Che dire di più? Isa ha dalla sua una voce con la quale può gridare vendetta, oppure trafiggere il cuore con disprezzo o ancora sussurrare dolci parole d’amore, insomma ha nelle sue corde vocali la possibilità di essere alternativamente donna, amante, moglie, vittima … è un vero spettacolo per le orecchie sentirla cantare, quando libera la sua voce in un volo libero, con quella capacità tutta sua di aprire il canto a splendidi ritornelli e se, come in questo caso canta testi di assoluto, facendosi per di più accompagnare dalle voci di Davide Ronfetto e Silvia Starnini, beh… il gioco è bello che fatto.

Per concludere, tornando alla domanda iniziale, posso dire che i soldi sono spesi più che bene, forse a ben guardare potrebbero essere diverse le componenti del prezzo finale tipo: libro 8 euro e CD 10 euro, ma sono inezie contabili… la sostanza non cambia ed è sostanza da comprare ad occhi chiusi!

Isa - L'arte dell'insonnia

Isa

L'arte dell'insonnia

Cd+Libro, 2008, Editrice Zona

Tracks:

  • 1) Histoire
  • 2) Questo è il tempo
  • 3) Altrove (lettera da qui)
  • 4) Il viaggio
  • 5) Pecos Bill
  • 6) Dormono le fate nei campi
  • 7) L’ombra
  • 8) Le ragazze di ieri

Renseignements pris à partir du disque

Isa: voce e chitarra
Silvia Starnini: chitarra acustica, voce
Davide Ronfetto: basso, chitarra elettrica, voce
Fabio Martino: fisarmonica, tastiere, registrazioni, missaggi, mastering
Paolo Enrico Archetti Maestri: voce
Andrea Cavalieri: clarinetto
Diego Pangolino: percussioni

Foto copertina + interni: Lucia Carenini
Progetto grafico copertina: Serafina

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