THE MUSIC

The Music

Recensione
Pubblicato il 10/09/2015
Voto: 9/10

I The Music sono stati un gruppo alternative inglese formatosi a Kippax  (Leeds ) nel 1999. In questo spazio vogliamo raccontarvi un pezzo della loro storia, che è davvero curiosa, passando per l’analisi della loro opera principale.  Band ormai sciolta dal 2011 è rimasta una cometa splendente nel firmamento britannico vissuta di luce propria per più di un decennio e da riscoprire assolutamente oggi nel quasi totale disinteresse della stampa specializzata. Già citata nel 2001 dal NME come miglior band inglese senza contratto, hanno realizzato comunque ben quattro album di pregevole fattura di cui almeno un paio definibili come capolavori assoluti.

Parliamo nello specifico del loro album di debutto omonimo The Music (anno 2002), una bomba arrivata all’improvviso sullo scenario del nuovo millennio, ma rimasta quasi inascoltata nell’indifferenza totale di un mercato discografico esploso proprio in quegli anni con un’offerta a valanga di dubbia qualità (spinta forse anche dall’avvento di Internet e del download selvaggio come nuovo metodo di fruizione). Per farla breve The Music è il disco che gli Stone Roses avrebbero sempre voluto realizzare, dopo l’indimenticabile album di debutto anch’esso omonimo (The Stone Roses 1989), e che invece non riuscirono mai a sintetizzare perdendosi in continui e repentini cambi di direzione e litigi interni alla band. Qui dentro è impossibile non riconoscere le influenze di quello che fu il fenomeno Madchester, ma con una lucidità, una freschezza e un talento che lasciano davvero poco spazio alla semplice citazione.

Tra le undici tracce del disco possiamo trovare il perfetto compendio di tutto quello che si può cercare: rock, psichedelia, dance, dark-wave, shoegaze, indie-rock in un trionfo di potenza, ritmica ed energia allo stato puro. Ma c’è molto di più! Una commistione perfetta fra l’anima punk e grunge di novanta memoria e lo sballo impenitente di fine ottanta soprattutto per i giovani working class del profondo nord britannico. Proprio il loro secondo lavoro prenderà il nome di Welcome to the North un inno dichiarato in onore delle proprie origini. E’ proprio in quelle terre lontane dal cuore pulsante economico e culturale della City che prendono forma le trasgressioni giovanili più ardite e feconde di nuovi stili e di una nuova inventiva. Tra Manchester appunto, Leeds, Liverpool insomma laddove la crisi si sente più forte in quei terribili anni ottanta per la Terra d’Albione, si è aperta una nuova stagione fatta di effimere distrazioni,  divertimento, sperimentazione musicale e non solo. Sezioni come quelle iniziali (The Dance e Take the Long Road and Walk it) paiono rielaborare le miscele techno-rumoriste più avanguardiste un passo oltre, per intreccio e stratificazione, agli insegnamenti da una parte di Happy Mondays, e appunto Stone Roses, o di Queens of the Stone Age, My Bloody Valentine e Jesus and Mary Chain dall’altra.

La beffa continua inventando anche un altro ibrido destinato a diventare cool: un pezzo come Too High è qualcosa di più complesso di una semplice variante sul tema. Si parte con i ritmi di una ballata in solitaria, ma poi ci si accorge che il brano non può andare a morire come è nato e continua perciò ad accelerare in un delirio, questa volta meno ballabile, ma dal beat ossessivo.  

Vogliamo invece aprire un’altra finestra? E allora andiamo alla traccia numero otto, Getaway. Attacco dark-wave di Depeche Mode fattura che si irrobustisce a ogni giro fino a diventare un rock esplosivo e incalzante in un vortice di emozioni che ci riportano al noise-rock più ignorante. Ultima citazione per la canzone forse più conosciuta della band The People in cui pare essere catapultati in un clubbing strafatto, dove si balla rigorosamente abbracciati, gigioneggiando per la sala; ovvero techno-dance talmente raffinata da confondere riff di chitarra portentosi e territori elettronici martellanti.

Siamo di fronte a una forma di arte imperfetta quanto si vuole, ma dagli accenti policromatici indiscutibili e soprattutto con il grande pregio di tenersi alla larga dai facili intellettualismi troppe volte ridondanti e retorici. Un episodio da far riemergere a tutti i costi, per rendere giustizia a quest’opera prima e per sminuire le troppe sopravvalutazioni di band portate, anche recentemente, sugli altari con troppa facilità.

Getaway (2002)
THE MUSIC - The Music

THE MUSIC

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Cd, 2002, Hut HUT-76 (UK)
Genere: Indie , Rock , Disco music

Brani:

  • 1) "The Dance"
  • 2) "Take the Long Road and Walk It"
  • 3) "Human"
  • 4) "The Truth Is No Words"
  • 5) "Float"
  • 6) "Turn Out The Light"
  • 7) "The People"
  • 8) "Getaway"
  • 9) "Disco"
  • 10) "Too High"

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