2Novembre: Intervista del 12/07/2008

Pubblicato il: 23/07/2008 . Ultimo aggiornamento: 04/08/2008


Borber Rock 2008

Dopo una performance breve ma intensa, davanti ad un folto ed eterogeneo pubblico(alcune centinaia di persone) durante la quale i 2 novembre propongono alcuni pezzi del loro agoniato esordio discografico, Shuster(Emanuele) il leader carismatico del trio power-grunge-stoner si concede ad un intervista, la prima ufficiale. Siamo a Vignole Borbera frazione Borghetto, un grazioso paesino medioevale arroccato su una collina, l’atmosfera è festosa, mentre molta gente balla reggae con il gruppo successivo (Easy Skunkers), ci sediamo ad un tavolo di legno accanto al banchetto merchandise delle bands. Emanuele è entusiasta perché è la sua prima intervista ufficiale prima dell’uscita del loro disco “Bellorio” prevista con distribuzione nazionale nel settembre 2008. Il cantante dei 2 Novembre sbircia le domande che mi sono appuntato su un blocchetto e sembra impaziente di incominciare l’intervista

Shuster, incominciamo dal nome del vostro primo cd “Bell’Orio”

“Si beh, allora…Bellorio era un pezzo vecchio uno dei primi che ho scritto, anche se dal vivo non lo facciamo praticamente più, rappresenta un periodo particolare della nostra attività, un periodo di crescita. Provavamo in una saletta vicino al cimitero di Staglieno e dalla strada si intravedeva questo nome in cima ad una cappella di famiglia.Suonava bene così l’abbiamo scelto.”

Quindi c’è un filo conduttore tra 2 novembre e..(Emanuele mi interrompe)

“No,no,no. I cimiteri e le tombe non c’entrano niente! Non ne siamo ossessionati!E’ casuale. Il nome del gruppo viene da un’esclamazione di un nostro amico che scherzosamente quando capitava qualcosa di negativo diceva appunto “noo, cazzo,2 novembre!”.

Capisco. I tuoi testi sono in italiano, molte bands soprattutto agli esordi scelgono l’inglese come lingua.

“E’ una scelta.Prima scrivevo in inglese,poi mi sono rotto e sono passato all’italiano.Non aveva molto senso per me. Scrivere in italiano è un casino, ma riesco ad esprimermi molto meglio.”

Sempre riguardo ai testi, sono spesso criptici e a volte uniti apparentemente senza un filo logico, come in un collage di pensieri ragionati ed emotività,molto visivi, puoi parlarcene soprattutto da un punto di visto del processo creativo, nel senso del rapporto musica-testo

“Un filo logico nei testi c’è. Ci sono testi facilmente decifrabili altri meno.In Ultima(settimo pezzo del disco,ndr) per esempio sono molto diretti(ritornello: Merda!te lo dico in faccia muori! Ndr), comunque non ho mai avuto interesse a dare spiegazioni, l’interpretazione è libera , è bello così. E’ un rapporto personale tra noi e il singolo ascoltatore. E’ un canale emotivo, mi piace pensare che chi ha il nostro disco si metta in camera sua ad ascoltarlo con i testi a fronte e che possa identificarsi con la nostra musica .Per quanto riguarda il processo creativo esistono due fasi, all’inizio portavo il pezzo finito, poi si perfezionava in sala prove, adesso porto un riff o un’idea e ci si lavora tutti assieme.Il testo comunque arriva per ultimo, molti song writers arrivano già con il testo da provare, forse è un limite mio ma preferisco vivere la canzone melodicamente e poi arriva il testo.”

Questa domanda è d’obbligo,quali sono le vostre influenze?

“Nirvana: il primo incontro comune. Io sono per il rock più duro(Black Sabbath,Melvins,Soundgarden) mentre per esempio Davide(il batterista) ha influenze più punkettone.Ci siamo assimilati a vicenda. Ma il collante vero è il rapporto personale tra i membri della band: splendido. Il cantante dei Cinebrivido(band hardcore-punk genovese),amico comune,ci ha fatto conoscere e grazie a lui che siamo un gruppo affiatato, gli dobbiamo molto anche umanamente.Siamo cresciuti insieme a Sant’Olcese(piccola cittadina dell’entroterra genovese,famosa per il salame).

Ricollegandoci alle vostre origini, venire da un piccolo paese(come i Nirvana appunto) vi ha impedito di emergere o al contrario e’ stato uno stimolo?

“Ne uno ne l’altro. C’è da dire che a Sant’Olcese ci sono almeno 15 gruppi. E’ tanto per un paese così piccolo, ma è nella media della scena genovese. Le istituzioni hanno aiutato pochissimo, siamo stati sempre noi ad andare a bussare alle porte, ma il più delle volte non abbiamo avuto risposta. Genova è una città vecchia non solo demograficamente ma anche mentalmente così come lo sono il comune e le istituzioni.”

Hai citato una “scena genovese” ce ne puoi parlare?

“Sì, la scena genovese c’è. C’è sempre stata. A partire dai No leader(band crossover dei primi anni ’90),passando dal Fitzcarraldo scuola formativa per decine di band fino ad arrivare per esempio ai Gandhi’s Gun che adesso sono straconosciuti. Il problema è che a Genova siamo troppo condizionati dallo stare tra noi. Lo stereotipo del genovese chiuso non è poi quindi tanto uno stereotipo. Chissà, forse siamo tutti figli di quell’asprezza e aridità che la poetica di Montale ha sempre espresso. Le bands genovesi però sono molto aperte, pronte a proiettarsi fuori dai confini cittadini, di questo abbiamo tutti coscienza.”

Torniamo al disco, iniziamo a parlare della copertina

“Un nostro amico Massi Reppetto ci presentò il progetto grafico che ci è piaciuto fin da subito. Molto vintage, il razzo che parte da quella che sembra una stella, ma se guardi il retro del cd è un girasole.Il booklet interno ha un contesto spaziale, la foto centrale è scattata in una galleria che porta a forte Sperone(uno dei forti che sovrastano le colline intorno a Genova).Tutto il concetto grafico ha un’impostazione molto semplice ed immediata.”

Parlaci della tracklist, la scelta dei pezzi da inserire nel disco

“Nasce da una democratica votazione dei 2 novembre e dei nostri amici, abbiamo deciso in base ai gradimenti nostri e loro.”

La produzione?

“Il cd è co-prodotto. Noi ci siamo pagati le registrazioni. Abbiamo creato un’associazione nella quale è entrato Michele Cauda che suonava nei Boogamen(storica band ska genovese), ci faceva lui da manager. Ci ha dato veramente un grosso aiuto. Michele e noi ci siamo sbattuti per trovare l’etichetta, abbiamo pagato l’ufficio stampa, insomma ci siamo dovuti arrangiare come al solito.”

Finalmente arriviamo all’uscita del disco, quand’ è prevista? Dove verrà distribuito?

“L’arrivo nei negozi è previsto a settembre, non ti so dire la data precisa. La distribuzione a livello nazionale verrà curata dalla Jestray che collabora con l’Elevator records.”

Per finire qualche curiosità, per esempio il posto più lontano dove avete suonato.

“A Spilimbergo! Vicino a Padova o Udine non ricordo.Un bellissimo festival con due palchi uno per cover bands e l’altro per gruppi con repertorio proprio. La cosa pazzesca è che mentre un gruppo suonava, sull’altro palco facevano il sound-check del gruppo successivo,così il pubblico si spostava in massa da un palco all’altro,incredibile!A fine concerto lo staff si è fermato a bere grappa e a mangiare zampone fino alle 5 del mattino!”

Nel cd c’è un brano intitolato “Sestito” che cosa significa?

“Sestito ci ricorda il Fitzcarraldo(storico locale di music live chiuso qualche hanno fa).E’ il locale dove noi ed altri gruppi hanno cominciato, chi suonava a Genova è passato dal Fitz.Ci siamo passati tutti. “Sestito” era il barista storico del locale ma non c’entra un cazzo con la canzone.

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