stART: un esordio di esplosioni veramente rock
Non di rado assistiamo alle bellissime tinte di quel rock che ci ricorda le radici del suono suonato, del vero movimento che ha fatto storia. E in questo primo lavoro di inediti in studio firmato dai veronesi stART, è inevitabile ritrovare tutto quello scenario li, dagli anni ’70 in poi senza esclusione di colpi. Citazioni volute, altre indotte per naturale semina culturale, “Frequencies from nowhere” è un bellissimo disco di semplicità vissuta, tra distorsioni e soli che cercano l’eternità e le visioni cinematiche di un’America sognata ancora come “terra promessa”. Però siamo in Italia e questo disco è tutto italiano, compreso le liriche e i modi che al pop, comunque sia, devono molto. Sono Andrea Vettore (voce), Jonathan Gasparini alle chitarre, Giorgio Velotti alle chitarre, Michele Tellaroli al basso, Pietro Micheletti alla batteria e, con noi a rispondere alle nostre domande c’è Riccardo Fazion (tastiere).
Quanto sa di fantascienza questo titolo. Un po’ come i segnali che arrivano da mondi lontani… che significato ha per voi?
La fantascienza ci ha sempre appassionato e incuriosito e ci piaceva l’idea di ambientare il nostro concept album in uno spazio-tempo non definito che può essere da nessuna parte, ma allo stesso tempo ovunque. Anche l’aspetto delle frequenze è legato a questa cosa: le frequenze possono arrivare da mondi lontani, ma risuonano anche dentro di noi, basta fermarsi un attimo ed ascoltarle, magari con la nostra musica in cuffia! Senz’altro la copertina dell’album riporta a un mondo fantascientifico; nell’immagine si vede chiaramente in primo piano una strada e, anche in questo caso, ci siamo divertiti a giocare con i concetti di dualismo e degli opposti ovvero: il protagonista sta iniziando a percorrere quella strada per raggiungere una meta oppure sta fuggendo da qualcuno o qualcosa?
Ve lo chiedo perché poi in fondo di fantascienza non c’è nulla… anzi. È tutto molto classico. Dunque che sia una dimensione umana o una provocazione vista la gelida condizione sociale di oggi?
Abbiamo “usato” la fantascienza per ambientare le vicende del protagonista del concept, ma in realtà tutte le tematiche toccate da Andrea (Vettore, voce) nei suoi testi traggono origine da delle vicende personali e proprio la dimensione umana credo sia il punto di forza delle nostre lyrics. Attraverso le 14 tracce del disco il protagonista si trova a riflettere sulla propria esistenza: sui propri errori, i propri dubbi, ma anche sulla meraviglia della vita, sull’amicizia e naturalmente sull’amore. E’ un album fortemente ispirato da un determinato periodo che ha vissuto il nostro cantante, ma la sua abilità, secondo me, è stata rendere il suo viaggio il viaggio di tutti, perché chiunque prima o dopo ha vissuto quelle condizioni.
Radici classiche dicevamo: di molti scenari andate a ripescare anche i suoni. Volutamente o sono conseguenze inevitabili dopo tanti ascolti?
La nostra musica rimanda a quell’hard rock che tanto abbiamo amato e ascoltato negli anni 80 e 90. Davvero un periodo d’oro per questo genere musicale. Ognuno di noi ovviamente ha i suoi gusti più specifici e suona anche altre cose, ma quando si parla di stArt si parla di rock melodico puro, senza tanti fronzoli o ragionamenti a tavolino. Indubbiamente i tanti ascolti ci hanno formato e dunque, anche nelle scelte dei suoni, il nostro gusto rimane fondamentalmente classico. Per rispondere alla tua domanda direi volutamente, dando un’accezione positiva del termine “classico”. Questo non vuol dire che rinunciamo alla ricerca o a delle soluzioni più personali, ma non abbiamo la pretesa di inventare nulla; il nostro scopo è emozionarci nel suonare le nostre canzoni e cercare di emozionare chi le ascolta.
Un esordio che arriva dopo anni di carriera personale. Tutti provenienti dallo stesso impasto culturale (musicalmente parlando)?
Diciamo che ognuno di noi 6 ha una cultura musicale principalmente rock, ma come ti dicevo prima, ascoltiamo e suoniamo anche altra musica. Io, per esempio, per anni ho portato avanti un progetto elettronico con due dj di musica deep house. Pietro (Micheletti, batteria), tra gli altri, ha un gruppo folk-rock di matrice medievali i Rondeau de Fauvel, davvero interessanti. In ogni caso il rock è il genere che amiamo di più e tutti noi abbiamo un passato alle spalle con varie rock band. Senz’altro avrete già sentito il gruppo del nostro chitarrista Jonathan Gasparini, i Mamamicarburo una vera potenza sul palco! Io e Andrea li seguiamo da sempre e quando si è presentata la possibilità di collaborare assieme per noi è stata una grandissima soddisfazione.
Un video… a quando? Perché questo è un suono decisamente cinematico…
Condivido la tua definizione del nostro suono e ti ringrazio. In effetti siamo tutti grandi appassionati di cinema e uno dei miei sogni nel cassetto è realizzare una colonna sonora, chissà… Tornando a noi abbiamo ultimato da poco le riprese del nuovo video, “Everything” che sarà pronto a fine aprile 2025. Per la prima volta, oltre alla band, saranno presenti anche due attori che ci aiuteranno a veicolare visivamente il messaggio del brano. Il video è stato girato tra Verona e Belluno da Giancarlo Scussel un giovane regista pieno di idee e molto professionale. Ci siamo divertiti parecchio durante le riprese e potete trovare qualche scatto della giornata sul nostro sito: glistart.com