Luca Bonaffini: Interview sur 19/11/2019

Posté le: 19/11/2019


Luca Bonaffini: sospeso tra sogno e realtà, ma comunque libero

In questo periodo Luca Bonaffini sta portando in giro per teatri e non solo, il suo ultimo lavoro discografico IL CAVALIERE DEGLI ASINI VOLANTI (2018 Ed. IdP), in versione unplugged. Sembra ieri il giorno in cui ebbe l’occasione di conoscere Pierangelo Bertoli e da lì iniziare una splendida collaborazione con il compianto cantautore di Sassuolo ma, in realtà, sono già passati trent’anni. Tempo quindi di bilanci, ma sempre con “lo sguardo dritto e aperto nel futuro” ...

Hai appena compiuto i 57 anni in questi giorni, nel rinnovarti gli auguri ti chiedo una sorta di bilancio della tua vita, in termini musicali quanto sei riuscito realmente a realizzare di ciò che avresti voluto fare e cosa, invece, senti che ti è mancato o non hai potuto sviluppare come credevi?

Il bilancio, per fortuna, io lo faccio una volta al giorno, al mese, all'anno e dopo che mi accade un evento (bello e brutto), 57 è un numero anonimo, a parte il fatto che 5+7 fa 12! La mia carriera è stata breve, intensa ed incompleta. Dal 1985 al 1994, sono stati otto anni di "discografia vera", con obblighi, costrizioni, entrate economiche e successi (vedi Pierangelo Bertoli, Patrizia Bulgari, ecc.). Poi ho continuato, dopo essermi staccato dal "grande mondo dei grandi", per la strada (un po’ mia, un po’ no). E lì ho capito che un conto è far parte del sistema ed essere costretti a produrre numeri e fare da schiavo (ghostwriter o produttore di idee, strategie, tattiche); un altro conto è vivere per sé stessi, senza gravare sul fegato la necessità di "essere all'altezza del mercato (o mercatino ...)". Bisogna avere lo stomaco forte per resistere, in entrambi i casi. Ma io non ho mai mollato, anche quando il frigorifero era vuoto.

Questo credo non possa che farti onore. Certo non deve essere stato facile ma se l'anno scorso sei arrivato a realizzare un disco "Il cavaliere degli asini volanti", così diverso da ciò che hai fatto in passato, così pieno dei tuoi ideali, così fuori dalle logiche di mercato, credo sia anche una conseguenza del tuo coraggio. Mi racconti come è nato?

Nel 2015 ho compiuto 30 anni di percorso e la mia città mi ha omaggiato di un bellissimo evento al Teatro Ariston. Solo con voce e tre chitarre (due acustiche e una elettrica) ho raccontato aneddoti e momenti artistici della strada fatta. Da lì l'idea di ricominciare a lavorare su un album di inediti. Un produttore, un'etichetta, uno staff: troppe cose, troppi costi per un ultra cinquantenne pressoché ignoto. Allora, dopo il naufragio di un progetto tra passato e futuro molto bello ma irrealizzabile, ho chiesto a Roberto Padovan, compositore di musica per colonne sonore, di scrivermi alcuni "mondi" che si ispirassero ai sette chakra. Volevo volare ancora, come mi è accaduto, ma ancora più in alto. Volevo studiare la terra dall'alto, misurarmi con lo spazio fuori e con quello dentro. Ecco che abbiamo, nell'autunno del 2016, iniziato a scrivere e, nel giro di cinque mesi, c'era già tutto l'album Il cavaliere degli asini volanti, testi, musiche, arrangiamenti e registrazioni. È rimasto fermo fino all'anno dopo, diventando CD fisico nel settembre 2018, e digitalizzandosi in 240 Paesi del Mondo grazie a Believe Digital nel luglio di quest'anno. Intanto ho prodotto e realizzato libri e spettacoli, fino ad arrivare al mini tour unplugged.

Nell'ambito di questa tuo mini tour, come lo hai definito tu stesso, mi sembra, almeno quello tenutosi a Como mi è parso così, che abbia voluto dare un peso notevole al rapporto umano, con coloro che hanno il piacere di seguirti in questi tuoi sogni. Quanto davvero è importante questo aspetto, per il tuo mondo musicale?

Io mi reputo un dream writer. Scrivo ciò che sogno e quello che mi spaventa, come ad esempio la negazione dei sentimenti. L'umanità siamo noi, non è un concetto astratto. È la definizione del nostro esserci, essere qui, su questo pianeta in questo preciso momento. E il mio mondo fantastico è inscindibile dal mondo reale ...

Ma non credi sia un mondo reale in cui ormai si calpesta tutto e tutti, quasi senza neppure accorgersene? Un mondo dove anche la musica è diventata usa e getta, come resistere a tutto ciò?

Resistere è la parola d'ordine dell'uomo. Sempre. L'uomo nasce per esistere e resistere senza alternativa. Chi si chiude, ha perso. Sono stato a Roma, recentemente. Beh... Viva Milano!

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Copertina dell'album "Il cavaliere degli asini"